L’obiettivo è senza dubbio ambizioso: creare una rete interistituzionale , tra soggetti scolastici ed extrascolastici, per veicolare, in maniera partecipativa, valori come dialogo, impegno, rispetto, accoglienza, scambio solidale, responsabilità e solidarietà. Destinatari gli studenti, bambini e adolescenti, che, partecipando e ascoltandosi, diventeranno a loro volta promotori e portatori di una cultura rinnovata, secondo la logica della “peer education”, educazione tra pari.
A presentare e illustrare il progetto Angela Pastorino, dirigente dell’Istituto Caboto di Chiavari, che per prima cosa ha sottolineato la forza di questo: «La grandezza e la eterogeneità della rete che stiamo costituendo permetterà un lavoro capillare e strutturato, che integrerà diverse realtà della vita degli studenti: 27 scuole, tra Genova, Savona, Varese e Rimini, più 19 soggetti tra comuni, province, aziende sanitarie, Banche del Tempo. Anche le famiglie saranno soggetto attivo, visto che i genitori verranno coinvolti in prima persona in alcune attività». Il Comune di Genova è presente, supportando questo percorso.
La continuità tra gli ambienti in cui i ragazzi vivono, apprendono e crescono, quindi, è parte focale di questo progetto: «L’ascolto dei ragazzi avverrà attraverso spazi dedicati e strutturati dai ragazzi stessi – spiega Marta Russo – presidente dall’Associazione di Promozione Sociale “il Moltiplicatore”, dal 2002 attiva su progetti pilota in questo ambito – per poi continuare in altri contesti non scolastici, con finalità non prettamente legate alla didattica».
Le attività, infatti, potranno anche rivolgersi verso l’esterno, continuando nella società di tutti i giorni il discorso intrapreso tra le mura scolastiche, responsabilizzando i ragazzi, utenti e divulgatori di questa speciale rete civica, portatrice di quei valori che stanno alla base della nostra costituzione repubblicana.
In altre parole, quindi, il progetto si propone di promuovere competenze trasversali di cittadinanza, legalità, educazione alla pace, agendo attraverso una rete allargata, costruita intorno ai ragazzi e dai ragazzi stessi.
Il bando prevede il finanziamento di 110 mila euro per gestire materiale e attività, che si innesteranno nel programma della didattica, e che vedranno alcune figure “tutor” per la guida all’autogestione degli spazi e delle iniziative dei ragazzi. Previsto anche un output delle attività, suddiviso in materiale multimediale, testimonianze, sito web e workshop dedicati.
Maria Teresa Vacatello, una delle responsabili del progetto presso il Provveditorato genovese, sottolinea la centralità del progetto Sicurascuola: «I ragazzi saranno al centro di ogni attività, e restituiranno quanto appreso ai compagni non presenti. Alcune attività, come la partecipazione alle Banche del Tempo, saranno a partecipazione spontanea e guidata, mentre altre seguiranno lo sviluppo didattico degli insegnamenti, come quelle dedicate alla metodologia della narrazione e della riflessione».
La strada è sicuramente lunga e non banale, ma il percorso è già incominciato: il sistema paese è in crisi, e non solo quello, ma da questo contesto si possono trovare nuovi e aggiornati spunti e itinerari per ricostruire; partire dai ragazzi e dalla scuola, intesa come nucleo di cittadinanza partecipativa, è sicuramente una “manovra” fondamentale, per risvegliarci in un futuro migliore, o perlomeno accogliente.
A presentare e illustrare il progetto Angela Pastorino, dirigente dell’Istituto Caboto di Chiavari, che per prima cosa ha sottolineato la forza di questo: «La grandezza e la eterogeneità della rete che stiamo costituendo permetterà un lavoro capillare e strutturato, che integrerà diverse realtà della vita degli studenti: 27 scuole, tra Genova, Savona, Varese e Rimini, più 19 soggetti tra comuni, province, aziende sanitarie, Banche del Tempo. Anche le famiglie saranno soggetto attivo, visto che i genitori verranno coinvolti in prima persona in alcune attività». Il Comune di Genova è presente, supportando questo percorso.
La continuità tra gli ambienti in cui i ragazzi vivono, apprendono e crescono, quindi, è parte focale di questo progetto: «L’ascolto dei ragazzi avverrà attraverso spazi dedicati e strutturati dai ragazzi stessi – spiega Marta Russo – presidente dall’Associazione di Promozione Sociale “il Moltiplicatore”, dal 2002 attiva su progetti pilota in questo ambito – per poi continuare in altri contesti non scolastici, con finalità non prettamente legate alla didattica».
Le attività, infatti, potranno anche rivolgersi verso l’esterno, continuando nella società di tutti i giorni il discorso intrapreso tra le mura scolastiche, responsabilizzando i ragazzi, utenti e divulgatori di questa speciale rete civica, portatrice di quei valori che stanno alla base della nostra costituzione repubblicana.
In altre parole, quindi, il progetto si propone di promuovere competenze trasversali di cittadinanza, legalità, educazione alla pace, agendo attraverso una rete allargata, costruita intorno ai ragazzi e dai ragazzi stessi.
Il bando prevede il finanziamento di 110 mila euro per gestire materiale e attività, che si innesteranno nel programma della didattica, e che vedranno alcune figure “tutor” per la guida all’autogestione degli spazi e delle iniziative dei ragazzi. Previsto anche un output delle attività, suddiviso in materiale multimediale, testimonianze, sito web e workshop dedicati.
Maria Teresa Vacatello, una delle responsabili del progetto presso il Provveditorato genovese, sottolinea la centralità del progetto Sicurascuola: «I ragazzi saranno al centro di ogni attività, e restituiranno quanto appreso ai compagni non presenti. Alcune attività, come la partecipazione alle Banche del Tempo, saranno a partecipazione spontanea e guidata, mentre altre seguiranno lo sviluppo didattico degli insegnamenti, come quelle dedicate alla metodologia della narrazione e della riflessione».
La strada è sicuramente lunga e non banale, ma il percorso è già incominciato: il sistema paese è in crisi, e non solo quello, ma da questo contesto si possono trovare nuovi e aggiornati spunti e itinerari per ricostruire; partire dai ragazzi e dalla scuola, intesa come nucleo di cittadinanza partecipativa, è sicuramente una “manovra” fondamentale, per risvegliarci in un futuro migliore, o perlomeno accogliente.