Nonostante le pesanti conseguenze che i tagli governativi provocheranno al nostro welfare, a Genova, nel 2011 il sistema ha retto. Parla l'assessore alle politiche sociali Roberta Papi, la quale avverte però che non sarà così nel 2012. La certezza manca - come ha ribadito nel corso dell'ultimo Consiglio comunale - sia dal lato della consistenza di bilancio, che dovrà fare a meno di 50 milioni di euro, sia da quello dei capitoli di spesa, perché i Comuni dovranno fare i conti con i vincoli dettati dalle norme e dai contratti.
Verrà a mancare, in pratica, una scala di priorità: servizi meno urgenti potrebbero avere il sopravvento su altri ritenuti indispensabili. Ed è di fronte a questa situazione che l'Amministrazione ha deciso di «aprire dei tavoli di confronto - dice Papi - all'interno dei quali noi dobbiamo provare a cercare soluzioni per scegliere quali possano essere le cose da salvare nella composizione della spesa sociale».
Dalla Sala Rossa era partito un grido d'allarme rivolto al mondo imprenditoriale e finanziario della città, al terzo settore e a tutti coloro che intendono fare fronte comune contro "la morte" dello stato sociale.
L'assessore non lo dice, ma quello che ci aspetta è un periodo in cui non si potrà fare a meno di tagliare. Se negli anni scorsi il fondo sociale non è andato a zero, è anche perché gli sforzi di autofinanziamento dell'assessorato, cioè i soldi che sono arrivati dalle Fondazioni, dai privati, dai progetti europei e dai fondi ministeriali, sono passati dal 19 al 24 per cento. Per contro, sottolinea l'assessore, la spesa dello Stato è passata, dal 2006 al 2008, dall'11,2 al 7,8%, e per le Regioni, nello stesso periodo, dall' 8,4 al 7,3%.
Questi stessi argomenti verranno trattati nel corso del convegno nazionale dell'Associazione Lega delle Autonomie, che si terrà a Genova venerdì 7 ottobre.