Dieci domande e 10 risposte
sugli effetti dei tagli ai Comuni

Il volantino diffuso ai cittadini per spiegare i motivi della mobilitazione dei sindaci (che restituiscono per un giorno le deleghe su funzioni esercitate gratuitamente) e degli amministratori e le conseguenze immediate dei provvedimenti del governo sui servizi

Queste le risposte a 10 domande “per chiarirsi le idee” che il Comune di Genova ha diffuso oggi durante la giornata di mobilitazione contro i tagli della manovra del governo. “I tagli ai Comuni sono tagli ai tuoi diritti” è il titolo del volantino, che è stato distribuito nel gazebo davanti a Palazzo Tursi e nelle altre sedi dell'Amministrazione.
Ecco il testo.

1. Cosa prevedono le manovre finanziarie del Governo a carico dei Comuni?

- Tagli ai trasferimenti dello Stato agli Enti Locali.
- Ulteriori riduzioni dei trasferimenti regionali agli Enti Locali, come conseguenza dei tagli statali alle Regioni.
- Inasprimento degli obblighi di rispetto del Patto di Stabilità a carico dei Comuni.
-  Il Governo, nell’approvazione della manovra di agosto al Senato, non ha ridotto i tagli e i vincoli al Patto di Stabilità, nonostante abbia dichiarato di avere dimezzato i sacrifici richiesti agli Enti Locali.


2.  Perché il Governo ha adottato queste manovre pesanti a carico dei Comuni?

- I Comuni sono ingiustamente considerati dal Governo tra i maggiori responsabili della pesante situazione dei conti pubblici del Paese, aggravata dalle difficoltà derivanti dalla crisi economica e finanziaria internazionale.
- Il Governo ritiene, a torto, che i Comuni siano le sedi privilegiate di sprechi e inefficienze della spesa pubblica.
-  E’ facile per il Governo utilizzare i Comuni come strumenti attuativi di tagli alla spesa pubblica perché gli Enti Locali sono in prima linea per garantire direttamente servizi fondamentali alla comunità.


3.  E’ giusto comunque che i Comuni contribuiscano a migliorare i conti pubblici del Paese?

- Certo, a patto che la necessità di anticipare il pareggio di bilancio e ridurre il debito pubblico, siano accompagnate da misure che sostengano la crescita e il rilancio dei consumi interni, senza stroncare la spesa per investimenti dei Comuni, che è quella che garantisce un effetto diretto favorevole sull’economia dei territori dove viene erogata.
- Negli ultimi 5 anni i Comuni hanno già ridotto moltissimo la spesa per investimenti, mentre è aumentata per lo Stato e per le Regioni.
- Negli ultimi 5 anni i saldi di spesa nel comparto Enti Locali sono sensibilmente migliorati, mentre risultano notevolmente peggiorati nel comparto delle Amministrazioni Statali.
- Ogni anno i Comuni portano soldi alle casse dello Stato pari a oltre 3 miliardi di euro, senza che lo Stato attui seri piani di riduzione delle spese dei Ministeri o dei costi della politica.


4. Quali sono le conseguenze immediate delle manovre finanziarie sulle città?

-  I tagli ai trasferimenti e l’inasprimento del patto di stabilità non consentono di garantire la prestazione dei servizi essenziali per la collettività, bloccano di fatto ogni investimento, strangolano le imprese operanti sul territorio e obbligano a scegliere fra aumento della pressione fiscale e riduzione dei servizi.


5. Com’è possibile che si verifichino tutti questi effetti negativi?

- Le prime ripercussioni sono sui servizi essenziali alla collettività, che rischiano di dover  essere ridimensionati e tagliati, con ricadute pesantissime.
-  I tagli del Governo colpiscono soprattutto la spesa corrente dei Comuni, con il pericolo di ridimensionamento di servizi fondamentali alle persone e alle famiglie quali i servizi educativi, il sostegno agli anziani, ai nuclei familiari in difficoltà, ai minori, ai disabili: è evidente che a essere colpite sono le categorie più deboli.
- La riduzione dei servizi alla persona potrebbe colpire il mondo delle imprese che gravita soprattutto attorno alla spesa sociale del Comune e che riguarda in gran parte il Terzo Settore, con fortissime ripercussioni sull’occupazione, soprattutto giovanile.
- La cultura, lo sport, il turismo e il tempo libero rischiano di subire i tagli più rilevanti, senza dimenticare l’estrema criticità sul trasporto pubblico locale, a causa dei tagli statali sulle Regioni.
- Il blocco degli investimenti, soprattutto nel settore delle opere pubbliche, oltre a bloccare ogni forma di sviluppo per la collettività, colpisce le imprese del settore, già provate dalla crisi economica.
- Gli aumenti del prelievo fiscale a carico dei cittadini e delle tariffe potrebbero essere sacrifici necessari, per garantire il mantenimento dei livelli essenziali delle prestazioni a favore della collettività.
- L’obbligo dei vincoli del patto di stabilità obbliga già oggi i Comuni al rinvio dei pagamenti dei fornitori e di altri impegni di spesa già perfezionati, nonostante dispongano di ampia disponibilità di cassa, con ripercussioni devastanti dal punto di vista economico, in quanto sono colpite soprattutto le imprese, già in stato di sofferenza, con conseguenti effetti negativi sulla crescita e sull’occupazione.


6. Qual è allora il beneficio sui conti del Paese?

- Il beneficio è di natura squisitamente contabile, in quanto i tagli dei trasferimenti e l’inasprimento dei vincoli del patto di stabilità obbligano i Comuni alla realizzazione di positivi risultati contabili di gestione, lasciando però risorse assolutamente immobilizzate e inutilizzabili, impoverendo la comunità e penalizzando la crescita economica.
- E’ bene ricordare che oggi i Comuni dispongono di circa 40 miliardi di euro di risorse che non possono utilizzare, a causa dei vincoli del Patto di Stabilità, a scapito dell’intero sistema produttivo del Paese che ne trarrebbe invece ampi benefici.


7. Quali sono i numeri delle manovre finanziarie del Governo per Genova

- Le manovre del Governo hanno tagliato i trasferimenti al Comune di Genova di 30 milioni di euro rispetto a quanto avuto nel 2010. Il taglio nel 2012 diventerà di 50 milioni di euro.
- Il meccanismo del rispetto del patto di stabilità, nel 2011, obbligava il Comune di Genova a non spendere risorse pari a 22 milioni di euro: per il 2012 dovrà lasciarne non spesi 100 milioni.


8. Cosa significa la protesta dei Comuni

- I Comuni riconsegnano al Prefetto e al Ministero dell’Interno le deleghe in materia di anagrafe e stato civile, funzioni dello Stato esercitate gratis da tutti i Sindaci d’Italia.
- Ogni Comune apre alla cittadinanza gli uffici comunali per “mettere in piazza” i conti dei Comuni e verificare la gestione dell’ente locale.
- I Consigli Comunali si riuniscono in seduta aperta per approvare un ordine del giorno contro la manovra del Governo.


9. Perché la protesta si estende contro i vincoli alle assunzioni e privatizzazioni?

- I Comuni chiedono che siano eliminati i vincoli relativi alle assunzioni nei Comuni che impediscono di garantire il mantenimento di servizi essenziali nei confronti della popolazione, nonché di potenziare e sviluppare nuove opportunità, quale, ad esempio, la lotta all’evasione.
- La richiesta più urgente concerne la soppressione della norma che limita le nuove assunzioni al rispetto del 40% del rapporto tra spesa di personale e spesa corrente, imponendo di considerare nel calcolo anche la spesa di personale delle società partecipate.
- I Comuni e la società civile sono mobilitati per chiedere il rispetto della volontà degli elettori del referendum del 12 e 13 giugno 2011 che si sono espressi contro la norma che imponeva la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali, oltre al servizio idrico.
- L’ultima manovra del Governo di agosto introduce nuovamente l’obbligo, per gli enti locali, di privatizzare i servizi pubblici locali, tranne il servizio idrico, in tempi stretti.
- I Comuni non si oppongono al principio della liberalizzazione dei servizi pubblici, quanto al tenore delle norme introdotte che impongono, in tempi brevi e nella difficile situazione della congiuntura economica, la cessione obbligatoria di assets pubblici, con il rischio di vere e proprie svendite e ricadute pesanti a livello occupazionale, senza contare gli effetti imprevedibili sulla qualità del servizio.


10. Cosa faranno concretamente i Comuni per cambiare le manovre finanziarie?

- L’ANCI ha già proposto alla Camera dei Deputati alcune proposte di emendamenti volte a ribadire pienamente l’autonomia degli Enti Locali, garantita dalla Costituzione. Le proposte mirano ad annullare i tagli ai Comuni, ridurre i vincoli del patto di stabilità, rafforzare il sistema delle entrate dei Comuni, sospendere il federalismo fiscale fino alla stabilizzazione delle risorse comunali, evitare la svendita e la privatizzazione forzata di aziende a partecipazione pubblica, limitare i vincoli sulle assunzioni di personale al fine di potenziare e garantire i servizi fondamentali alla collettività.
- I Comuni saranno impegnati in una mobilitazione permanente nel Paese, insieme alle Regioni e alle Province.
- L’ANCI ha già annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro le norme che riguardano le privatizzazioni forzate a carico dei Comuni, in palese violazione dei risultati del referendum di giugno 2011, nonché contro la riorganizzazione istituzionale dei piccoli Comuni.
Genova, 15 settembre 2011
Ultimo aggiornamento: 15/09/2011
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