Fare il punto sulle vertenze Piaggio Areo ed Esaote, confrontare le due emergenze occupazionali e decidere il da farsi. Questo lo scopo della commissione sviluppo economico che questa mattina si è riunita a Palazzo Tursi per ascoltare le organizzazioni sindacali e discutere il destino delle due aziende di Sestri Ponente.
Nei giorni scorsi, le organizzazione sindacali hanno raggiunto un accordo, con il management di Piaggio Areo, poi approvato dai lavoratori con un referendum, che prevede la conferma di 250 operai impiegati nel service, manutenzione degli aerei, il trasferimento di 60 tecnici nel nuovo stabilimento di Villanova d’Albenga e un periodo di due anni di cassa integrazione per i rimanenti lavoratori.
Una conclusione della vertenza, viste le minacce di chiusura definitiva dell’impianto di produzione di Sestri, tutto sommato positiva, ha detto l’assessore alle attività produttive Francesco Oddone, raggiunta anche grazie alla fermezza dimostrata dall’Amministrazione, che ha confermato la destinazione ad uso industriale delle aree occupate dallo stabilimento. Diverso il caso di Esaote, il gruppo genovese specializzato in apparecchiature biomedicali la cui vertenza è solo all’inizio e che presuppone altri confronti. Si parla, a partire dal primo luglio, di 73 esuberi e 120 lavoratori in cassa integrazione.
Hanno poi preso la parola le organizzazioni sindacali rappresentate da Isgrò Vito, Carbonaro Fabio, Spallarossa Vittorio, Manzo Francesco, Ronconi Tiziano, Mortola Ivano, Baucia Andrea e Caminito Antonio. Quest’ultimo ha sottolineato che il mondo globalizzato è sempre alla ricerca di nuove collocazioni industriali. Non certo per creare lavoro, ma per ottenere maggiori vantaggi. Si innesca così una feroce competizione tra le nazioni e i territori. L’accordo raggiunto a Roma su Piaggio Areo, ha proseguito, non è un buon accordo, avremmo voluto portare a casa molto di più, ma abbiamo dovuto fronteggiare una lobby potente, intenzionata a delocalizzare la produzione di aerei in Slovacchia e di droni, velivoli senza pilota, in Arabia.
Per quanto riguarda Esaote ,invece, ha continuato Caminito, il problema è tutto italiano e nasce dalla scarsa attenzione per investimenti e mercati esteri, assimilati erroneamente al mercato recessivo di casa nostra. La proposta di spacchettare per poi vendere i singoli rami produttivi risanati è folle, è preferibile cedere l’intero pacchetto a colossi industriali come Samsung e Siemens, che si sono dimostrati interessati all’acquisto. Sindacato e lavoratori, conclude Caminito, chiedono all’Amministrazione di tornare sull’accordo di programma sottoscritto con Esaote che, per fare cassa, voleva trasformare in un supermercato la vecchia sede di via Siffredi, cogliendo l’aiuto offerto dal Comune, disponibile a cambiare la destinazione d’uso di quelle aree da industriale a commerciale.
Nel passato, ha detto l’assessore Oddone, le destinazioni d’uso delle aree venivano trasformate sempre a scapito dell’industria e a favore della grande distribuzione commerciale. Con la vicenda della Centrale del latte abbiamo dimostrato che non è più così. L’Amministrazione tutela la produzione industriale tutta, a maggior ragione quella ad alto contenuto tecnologico. Siamo di fronte ad un accordo di tipo urbanistico che va fatto rientrare, a mio avviso, dopo l'annuncio di Esaote, in un’ottica negoziale, con tutti gli approfondimenti del caso.
Clizia Nicolella (Lista Doria) ha detto che l’accordo di Piaggio Areo , seppure l’unico possibile, ha portato alla dissipazione del tessuto industriale della nostra città; le prospettive di Genova stanno naufragando e mi chiedo come è possibile costruire agli Erzelli un nuovo polo industriale quando non si è in grado di mantenere in vita l’esistente.
Musso Enrico (Lista Musso): siamo di fronte all’ennesimo caso di incapacità manageriale, alla politica cittadina che non è in grado di fare squadra e ad un’Amministrazione che sembra non conoscere le esigenze delle imprese. Vanno cercate a fondo le vere ragioni alla base di talune incapacità manageriali, che altrimenti potrebbero apparire veramente troppo grandi.
Campora Matteo (Pdl) la mia impressione, ha detto, è che Genova conta sempre meno, mentre continua il saccheggio degli stranieri alle nostre imprese. Manca un governo della politica industriale locale e nazionale. Il Comune di Genova dovrebbe fare da registra o, al limite, controllare il rispetto degli accordi di programma.
Putti Paolo (M5S): l’accordo di programma del 2008 è stato salutato con grande enfasi, ma la realtà è che aumenteranno le ore di cassa integrazione e le persone con una vita più difficile. Con la perdita di Piaggio Areo stiamo consegnando questa città al “nulla progettuale”. L’unica soluzione è andare a Roma e chiedere al Governo cosa ha intenzione di fare di questa città.
Vassallo Giovanni (Pd): su Piaggio Areo l’Amministrazione non disponeva oggettivamente di strumenti in grado di incidere nella vertenza. E’ anche vero però che il problema è stato sottovalutato. In pratica abbiamo perso senza neppure combattere. Errori che non dobbiamo ripetere con Esaote, che disattende un accordo di programma, in cui la modifica della destinazione d’uso da industriale a commerciale della vecchia sede di via Siffredi, era funzionale non al ridimensionamento, come sta avvenendo, ma al rilancio dell’azienda a partire dal trasferimento agli Erzelli. Un cambio di strategia che ci deve portare a ridiscutere la scelta dell’uso commerciale di quell’area.
Sono inoltre intervenuti i consiglieri: Grillo (pdl), Pastorino (Sel), Lodi (Pd), Lauro (Pdl) e Villa (pd). La commissione sviluppo economico è presieduta dal consigliere Giampaolo Malatesta.
Nei giorni scorsi, le organizzazione sindacali hanno raggiunto un accordo, con il management di Piaggio Areo, poi approvato dai lavoratori con un referendum, che prevede la conferma di 250 operai impiegati nel service, manutenzione degli aerei, il trasferimento di 60 tecnici nel nuovo stabilimento di Villanova d’Albenga e un periodo di due anni di cassa integrazione per i rimanenti lavoratori.
Una conclusione della vertenza, viste le minacce di chiusura definitiva dell’impianto di produzione di Sestri, tutto sommato positiva, ha detto l’assessore alle attività produttive Francesco Oddone, raggiunta anche grazie alla fermezza dimostrata dall’Amministrazione, che ha confermato la destinazione ad uso industriale delle aree occupate dallo stabilimento. Diverso il caso di Esaote, il gruppo genovese specializzato in apparecchiature biomedicali la cui vertenza è solo all’inizio e che presuppone altri confronti. Si parla, a partire dal primo luglio, di 73 esuberi e 120 lavoratori in cassa integrazione.
Hanno poi preso la parola le organizzazioni sindacali rappresentate da Isgrò Vito, Carbonaro Fabio, Spallarossa Vittorio, Manzo Francesco, Ronconi Tiziano, Mortola Ivano, Baucia Andrea e Caminito Antonio. Quest’ultimo ha sottolineato che il mondo globalizzato è sempre alla ricerca di nuove collocazioni industriali. Non certo per creare lavoro, ma per ottenere maggiori vantaggi. Si innesca così una feroce competizione tra le nazioni e i territori. L’accordo raggiunto a Roma su Piaggio Areo, ha proseguito, non è un buon accordo, avremmo voluto portare a casa molto di più, ma abbiamo dovuto fronteggiare una lobby potente, intenzionata a delocalizzare la produzione di aerei in Slovacchia e di droni, velivoli senza pilota, in Arabia.
Per quanto riguarda Esaote ,invece, ha continuato Caminito, il problema è tutto italiano e nasce dalla scarsa attenzione per investimenti e mercati esteri, assimilati erroneamente al mercato recessivo di casa nostra. La proposta di spacchettare per poi vendere i singoli rami produttivi risanati è folle, è preferibile cedere l’intero pacchetto a colossi industriali come Samsung e Siemens, che si sono dimostrati interessati all’acquisto. Sindacato e lavoratori, conclude Caminito, chiedono all’Amministrazione di tornare sull’accordo di programma sottoscritto con Esaote che, per fare cassa, voleva trasformare in un supermercato la vecchia sede di via Siffredi, cogliendo l’aiuto offerto dal Comune, disponibile a cambiare la destinazione d’uso di quelle aree da industriale a commerciale.
Nel passato, ha detto l’assessore Oddone, le destinazioni d’uso delle aree venivano trasformate sempre a scapito dell’industria e a favore della grande distribuzione commerciale. Con la vicenda della Centrale del latte abbiamo dimostrato che non è più così. L’Amministrazione tutela la produzione industriale tutta, a maggior ragione quella ad alto contenuto tecnologico. Siamo di fronte ad un accordo di tipo urbanistico che va fatto rientrare, a mio avviso, dopo l'annuncio di Esaote, in un’ottica negoziale, con tutti gli approfondimenti del caso.
Clizia Nicolella (Lista Doria) ha detto che l’accordo di Piaggio Areo , seppure l’unico possibile, ha portato alla dissipazione del tessuto industriale della nostra città; le prospettive di Genova stanno naufragando e mi chiedo come è possibile costruire agli Erzelli un nuovo polo industriale quando non si è in grado di mantenere in vita l’esistente.
Musso Enrico (Lista Musso): siamo di fronte all’ennesimo caso di incapacità manageriale, alla politica cittadina che non è in grado di fare squadra e ad un’Amministrazione che sembra non conoscere le esigenze delle imprese. Vanno cercate a fondo le vere ragioni alla base di talune incapacità manageriali, che altrimenti potrebbero apparire veramente troppo grandi.
Campora Matteo (Pdl) la mia impressione, ha detto, è che Genova conta sempre meno, mentre continua il saccheggio degli stranieri alle nostre imprese. Manca un governo della politica industriale locale e nazionale. Il Comune di Genova dovrebbe fare da registra o, al limite, controllare il rispetto degli accordi di programma.
Putti Paolo (M5S): l’accordo di programma del 2008 è stato salutato con grande enfasi, ma la realtà è che aumenteranno le ore di cassa integrazione e le persone con una vita più difficile. Con la perdita di Piaggio Areo stiamo consegnando questa città al “nulla progettuale”. L’unica soluzione è andare a Roma e chiedere al Governo cosa ha intenzione di fare di questa città.
Vassallo Giovanni (Pd): su Piaggio Areo l’Amministrazione non disponeva oggettivamente di strumenti in grado di incidere nella vertenza. E’ anche vero però che il problema è stato sottovalutato. In pratica abbiamo perso senza neppure combattere. Errori che non dobbiamo ripetere con Esaote, che disattende un accordo di programma, in cui la modifica della destinazione d’uso da industriale a commerciale della vecchia sede di via Siffredi, era funzionale non al ridimensionamento, come sta avvenendo, ma al rilancio dell’azienda a partire dal trasferimento agli Erzelli. Un cambio di strategia che ci deve portare a ridiscutere la scelta dell’uso commerciale di quell’area.
Sono inoltre intervenuti i consiglieri: Grillo (pdl), Pastorino (Sel), Lodi (Pd), Lauro (Pdl) e Villa (pd). La commissione sviluppo economico è presieduta dal consigliere Giampaolo Malatesta.