Nel pomeriggio di oggi, rievocando l’antica tradizione in cui l’Abate del popolo era accolto a Palazzo (il Paxo) dal Doge, il presidente dell’associazione A Compagna Franco Bampi ha guidato il corteo fino a porgere il ramo d’alloro al Sindaco Marco Doria.
Secondo tradizione anche lo scambio dei saluti “ben trovou Messé ro Duxe” e la risposta del sindaco “ben vegnùo Messé l’Abbou”. Nella sala del Maggior Consiglio, dopo la coreografia suggestiva dei gruppi di tradizione folcloristica e l’esibizione del coro del Monte Bianco, il presidente Bampi ha dato il via agli immancabili mugugni, dedicati al lamento per la pulizia delle strade, malgrado l’impegno riconosciuto degli operatori Amiu, e alla necessità di rilanciare la figura storica e musicale di Niccolò Paganini. Gustosi e ironici come sempre i mugugni di Maria Viets, seguendo un immaginario colloquio con Andrea Doria sulle condizioni della città attuale.
Il sindaco Doria ha potuto replicare con soddisfazione al mugugno su Paganini annunciando la ripresa del premio internazionale a partire dal 2015 e l’impegno, come direttore artistico, del Maestro genovese di fama internazionale Fabio Luisi.
Doria ha ripercorso i momenti storici di grandezza della città sottolineando la necessità che, accanto agli immancabili mugugni, Genova sappia riprendere la “voglia di fare” che l’ha contraddistinta nel passato. In particolare, il Sindaco ha sottolineato che Genova è oggi visitata da numerosi turisti, una novità impensabile qualche tempo fa. Al contempo non dobbiamo accettare che venga meno il nostro apparato produttivo e di ricerca. A questo proposito Doria ha richiamato simbolicamente due nomi storici dell’industria genovese, Piaggio e Ansaldo, e un altro, Erzelli, che augura possa affermarsi compiutamente nel futuro. Il Sindaco ha concluso il suo saluto alla città facendo appello all’impegno di tutti, a chi si trova ad assolvere in questo momento il compito di amministratore, così come a tutti i cittadini, per una comunità coesa nella sua identità e nella sua cultura, ma anche nella capacità di aprirsi al mondo, che è quanto di meglio ha espresso nel passato e può esprimere oggi.
Le musiche paganiniane al violino di Elena Aiello e José Scanu hanno conluso la parte musicale della manifestazione che ha compreso il gruppo folclorico Città di Genova e i canti genovesi di Guido Dellepiane e Giovanni Savoldelli. Allo scambio dei doni, ecco il "tondo di Natale", piatto di ceramica artistica ligure di Elena Pongiglione, donato dall'Abate e il biglietto "cartolario" consegnato al Sindaco dal gran cancelliere di A Compagna, Maurizio Daccà per conto di Carige, riprendendo un'antica consuetudine del banco di San Giorgio. Tra i doni anche due bandiere di Genova, croce rossa su campo bianco, offerte al Sindaco dalla ditta Canepa&Campi e subito consegnate dall'assessore Carla Sibilla all'Associazione Porta Soprana, che le farà sventolare sulle celebi torri.
Intonato il canto di Ma se ghe pensu, i partecipanti al Confeugo sono scesi in piazza De Ferrari dove il Sindaco e il Presidente de A Compagna hanno dato fuoco al tronco di alloro nel tradizionale rito augurale. Tutto questo prima che il cielo della città fosse rischiarato a festa dallo spettacolo pirotecnico.
Secondo tradizione anche lo scambio dei saluti “ben trovou Messé ro Duxe” e la risposta del sindaco “ben vegnùo Messé l’Abbou”. Nella sala del Maggior Consiglio, dopo la coreografia suggestiva dei gruppi di tradizione folcloristica e l’esibizione del coro del Monte Bianco, il presidente Bampi ha dato il via agli immancabili mugugni, dedicati al lamento per la pulizia delle strade, malgrado l’impegno riconosciuto degli operatori Amiu, e alla necessità di rilanciare la figura storica e musicale di Niccolò Paganini. Gustosi e ironici come sempre i mugugni di Maria Viets, seguendo un immaginario colloquio con Andrea Doria sulle condizioni della città attuale.
Il sindaco Doria ha potuto replicare con soddisfazione al mugugno su Paganini annunciando la ripresa del premio internazionale a partire dal 2015 e l’impegno, come direttore artistico, del Maestro genovese di fama internazionale Fabio Luisi.
Doria ha ripercorso i momenti storici di grandezza della città sottolineando la necessità che, accanto agli immancabili mugugni, Genova sappia riprendere la “voglia di fare” che l’ha contraddistinta nel passato. In particolare, il Sindaco ha sottolineato che Genova è oggi visitata da numerosi turisti, una novità impensabile qualche tempo fa. Al contempo non dobbiamo accettare che venga meno il nostro apparato produttivo e di ricerca. A questo proposito Doria ha richiamato simbolicamente due nomi storici dell’industria genovese, Piaggio e Ansaldo, e un altro, Erzelli, che augura possa affermarsi compiutamente nel futuro. Il Sindaco ha concluso il suo saluto alla città facendo appello all’impegno di tutti, a chi si trova ad assolvere in questo momento il compito di amministratore, così come a tutti i cittadini, per una comunità coesa nella sua identità e nella sua cultura, ma anche nella capacità di aprirsi al mondo, che è quanto di meglio ha espresso nel passato e può esprimere oggi.
Le musiche paganiniane al violino di Elena Aiello e José Scanu hanno conluso la parte musicale della manifestazione che ha compreso il gruppo folclorico Città di Genova e i canti genovesi di Guido Dellepiane e Giovanni Savoldelli. Allo scambio dei doni, ecco il "tondo di Natale", piatto di ceramica artistica ligure di Elena Pongiglione, donato dall'Abate e il biglietto "cartolario" consegnato al Sindaco dal gran cancelliere di A Compagna, Maurizio Daccà per conto di Carige, riprendendo un'antica consuetudine del banco di San Giorgio. Tra i doni anche due bandiere di Genova, croce rossa su campo bianco, offerte al Sindaco dalla ditta Canepa&Campi e subito consegnate dall'assessore Carla Sibilla all'Associazione Porta Soprana, che le farà sventolare sulle celebi torri.
Intonato il canto di Ma se ghe pensu, i partecipanti al Confeugo sono scesi in piazza De Ferrari dove il Sindaco e il Presidente de A Compagna hanno dato fuoco al tronco di alloro nel tradizionale rito augurale. Tutto questo prima che il cielo della città fosse rischiarato a festa dallo spettacolo pirotecnico.