La storia è ambientata nello studio dell’armatore Giovanni Bevilacqua. Mesi prima, il protagonista, alla guida di una delle sue navi, riceve al petto un colpo di timone e sentendo ancora dolore, nonostante sia passato del tempo, decide di farsi fare una radiografia.
Facendola vedere al professor Brunelli, riceve la notizia che gli rimangono solo tre mesi di vita. Decide, quindi, di vivere il tempo che gli rimane liberandosi dai limiti che si era imposto, non volendo più sopportare l’egoismo e la corruzione delle persone che lo circondano a cominciare dai dirigenti della Provveditoria Ligure e soprattutto prendendosela con l’amministratore delegato, il Commendator Felice Precordi.
Rivelazioni e divertenti equivoci concludono questa commedia. Jurij Ferrini interpreta Giovanni Bevilacqua. L’attore ha dato una sua personale interpretazione della fisicità, dell’intonazione e degli ammiccamenti di Gilberto Govi riuscendo a non farne una piatta imitazione. Grande presenza scenica, estremamente credibile e convincente ha dato nuova forma e nuova vita al personaggio “goviano”. Meno convincente Ilenia Maccarrone, che interpreta Paola, la segretaria di Giovanni Bevilacqua. I gesti trattenuti e l’uso di un linguaggio troppo “accademico” fanno perdere molto a questo personaggio che, tuttavia, riesce ad acquistare più naturalezza e scioltezza nella seconda parte della commedia.
Bravo anche il resto del cast. Notevole soprattutto il personaggio di Pietro, il fattorino, convincente ed esilarante. Lo spettacolo mantiene la struttura dell’originale, al quale sono state tagliate alcune parti non fondamentali per la riuscita della commedia. Rappresentato senza intervalli, con alcuni intermezzi musicali, diverte e fa riflettere con ironia sino alla fine.
La scenografia riprende la concezione del salotto borghese ma in maniera più stilizzata lasciando spazio di creazione all’immaginazione dello spettatore. Opera non superficiale che scava ed analizza i rapporti sociali ed umani nel protagonista e nell’ambiente che lo circonda, mettendo in luce costumi corrotti ed ipocriti e tacite accettazioni. Auspichiamo che questo sia stato il primo passo per una riscoperta dell’opera di Govi, non più da considerare solo una forma teatrale dialettale di nicchia.
Facendola vedere al professor Brunelli, riceve la notizia che gli rimangono solo tre mesi di vita. Decide, quindi, di vivere il tempo che gli rimane liberandosi dai limiti che si era imposto, non volendo più sopportare l’egoismo e la corruzione delle persone che lo circondano a cominciare dai dirigenti della Provveditoria Ligure e soprattutto prendendosela con l’amministratore delegato, il Commendator Felice Precordi.
Rivelazioni e divertenti equivoci concludono questa commedia. Jurij Ferrini interpreta Giovanni Bevilacqua. L’attore ha dato una sua personale interpretazione della fisicità, dell’intonazione e degli ammiccamenti di Gilberto Govi riuscendo a non farne una piatta imitazione. Grande presenza scenica, estremamente credibile e convincente ha dato nuova forma e nuova vita al personaggio “goviano”. Meno convincente Ilenia Maccarrone, che interpreta Paola, la segretaria di Giovanni Bevilacqua. I gesti trattenuti e l’uso di un linguaggio troppo “accademico” fanno perdere molto a questo personaggio che, tuttavia, riesce ad acquistare più naturalezza e scioltezza nella seconda parte della commedia.
Bravo anche il resto del cast. Notevole soprattutto il personaggio di Pietro, il fattorino, convincente ed esilarante. Lo spettacolo mantiene la struttura dell’originale, al quale sono state tagliate alcune parti non fondamentali per la riuscita della commedia. Rappresentato senza intervalli, con alcuni intermezzi musicali, diverte e fa riflettere con ironia sino alla fine.
La scenografia riprende la concezione del salotto borghese ma in maniera più stilizzata lasciando spazio di creazione all’immaginazione dello spettatore. Opera non superficiale che scava ed analizza i rapporti sociali ed umani nel protagonista e nell’ambiente che lo circonda, mettendo in luce costumi corrotti ed ipocriti e tacite accettazioni. Auspichiamo che questo sia stato il primo passo per una riscoperta dell’opera di Govi, non più da considerare solo una forma teatrale dialettale di nicchia.