Dopo una prima preselezione effettuata dagli organizzatori (rappresentanti del Comune di Genova – Direzione Cultura e direttori artistici del teatro Akropolis, La Chascona e Officine Papage ) sei compagnie si sono confrontate il 20 e 21 novembre 2015 negli spazi del teatro Akropolis.
I gruppi, giunti in finale, sono stati valutati dalle sensibilità e preparazione della studiosa e critica Maria Dolores Pesce, vicedirettore di Dramma.it; dal regista Stefano Tè, direttore artistico del festival Trasparenze di Modena; dalla regista Roberta Nicolai direttrice artistica del festival Teatri di Vetro di Roma; dal regista Renato Cuocolo, autore della compagnia Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre e da Amedeo Romeo, direttore artistico del teatro della Tosse di Genova.
Proprio con quest’ultimo, dopo la premiazione, abbiamo scambiato alcune osservazioni ed opinioni, per comprendere la funzionalità della formula Intransito:
«E’ molto importante, in un momento come questo, dare spazio a nuove compagnie offrendo diverse possibilità e apertura a nuovi linguaggi. Ovviamente, dato il limite di età fissato a 35 anni, abbiamo assistito a spettacoli di persone strutturate, tenuto conto che chi frequenta la scuola di teatro si diploma intorno ai 23- 24 anni, avevano, a grandi linee, una decina d’anni di esperienze teatrali e non stiamo parlando di artisti alle prime armi, per cui credo sia molto importante fare un salto di pensiero per chiunque si occupi di cultura, sia noi che la programmiamo sia le istituzioni che meritevolmente la seguono, lasciando molto spazio a queste generazioni, altrimenti si rischia di creare un distacco tra il linguaggio di chi il teatro lo fa e di chi potenzialmente il teatro potrebbe seguirlo».
La seconda edizione della rassegna, che si è svolta in due giornate, ha registrato il tutto esaurito ad ogni spettacolo (tre spettacoli ad ingresso libero per ogni sera):
«Queste iniziative sono lodevoli principalmente per aver dato lo spazio necessario a gruppi che in realtà hanno già le potenzialità dal punto di vista artistico e sanno essere molto efficaci, ma hanno difficoltà ad essere presenti nei cartelloni, uno sforzo per il quale il teatro della Tosse, di cui curo la direzione artistica, è fra i più impegnati a livello nazionale».
Come il pubblico, anche la giuria non conosceva gli spettacoli o le ultime variazioni alla drammaturgia, non possiamo nascondere la soddisfazione e l’entusiasmo da parte di tutti gli spettatori:
«L’impressione sui lavori che ho visto è stata di una grande professionalità, dato che gli spettacoli erano tutti finiti e strutturati, da un punto di vista formale non avrei avuto nessuna difficoltà a vederli in una stagione teatrale».
Fra i parametri stabiliti per la valutazione degli spettacoli anche l’innovazione e i nuovi linguaggi:
«Un aspetto che mi è mancato è stato il coraggio dell’innovazione, tra queste rappresentazioni non sono riuscito individuare qualcosa che mi facesse pensare al linguaggio di domani, ho avuto la sensazione che comunque gli spettacoli fossero legati a un qualcosa di convenzionale e questa è un’impressione condivisa anche dagli altri giurati, per cui alla fine abbiamo scelto di premiare lo spettacolo della compagnia “Nanirossi” fortemente legato ad una tradizione del teatro circense, di strada e della giocoleria; uno spettacolo non innovativo ma con una grossa forza nella qualità del lavoro e nella professionalità dei due artisti che pur dovendo ancora crescere nella struttura drammaturgica, aveva però una notevole efficacia nella relazione con il pubblico».
Si è percepita anche una piacevole sinergia fra i giurati che potrebbe portare a nuove e interessanti collaborazioni:
«È stato molto interessante, si è verificata una composizione varia tra le diverse personalità: Da un lato Renato Cuocolo, fra i registi più rappresentativi dal punto di vista dei linguaggi e dell’innovazione per il teatro europeo e italiano, con un suo modo di lavorare nei luoghi non convenzionali, nelle case, negli alberghi, quindi spazi molto intimi nella relazione con il pubblico, un regista il cui sguardo molto particolare non è quello di chi lavora con il palcoscenico, offrendo un punto di vista artistico secondo un’ottica estremamente innovativa. Dall’altra parte c’era Dolores Pesce, critica teatrale, pertanto uno sguardo di natura scientifica da studiosa del teatro, e poi, oltre a me, c’erano altri due direttori artistici per offrire una terza prospettiva, ovvero di chi si pone il problema della possibilità di programmare gli spettacoli nella stagione artistica e che non può limitarsi a scelte esclusivamente artistiche ma anche di risorse, di pubblico e di contesto; questi tre punti di vista diversi hanno reso il lavoro della commissione molto ricco con un giudizio articolato. e ci siamo trovati molto bene tra di noi».
Intransito è un bando a livello nazionale che porta il nome di Genova e della sua cultura in tutta Italia. Giustamente l’Amministrazione pensa a come migliorare la rassegna ed è quindi aperta a nuovi consigli e migliorie:
«Consiglio sicuramente di continuare a proporre questa iniziativa. Dal punto di vista organizzativo non ho osservazioni da fare perché è stato dato tutto lo spazio necessario alle compagnie, si potrebbe solamente aggiungere uno scambio fra artisti e giurati per confrontarsi non solo sullo spettacolo, ma su quello che è il progetto, sulle difficoltà incontrate ed eventualmente sulle intenzioni mancate. Da ultimo consiglierei di non innalzare il limite d’età, (penso che oltre i 35 anni sia giusto essere responsabili di ciò che si è fatto)».
Abbiamo parlato delle compagnie dei vincitori e della qualità ma non dei 1500 euro di premio:
«Penso sia un importo equo, in quanto parliamo di spettacoli già finiti, non sarebbe sufficiente se fosse un contributo alla produzione, ecco, secondo me bisognerebbe stabilire un criterio sul numero di rappresentazioni dello spettacolo già effettuate precedentemente alla rassegna».
Chi ha assistito agli spettacoli ha sicuramente avvertito la forte predominanza dell’attualità spesso data dai media:
«Il fatto che il punto di vista sia stato sempre sociale, è stato un aspetto su cui ci siamo molto confrontati fra giurati, è mancato infatti uno sguardo sul “fattore personale”, uno sguardo sul sé che non sia esclusivamente autoreferenziale, ma che sia capace di mettere in campo anche un qualcosa di profondamente intimo cosa che spesso gli artisti fanno, Invece in queste drammaturgie il soggetto era unicamente VOI, mi è mancato il soggetto IO, si dice che gli unici due soggetti possibili nell’arte sono l’amore e la morte, qui erano poco presenti lo era più il tema della società, anche se “Amami baciami, amami sposami” parlava di amore e “Ommiodio” parlava di morte».
Come abbiamo detto, ha vinto lo spettacolo “Sogni in scatola” e “Amami baciami, amami sposami “ha avuto una menzione speciale ma il pubblico ha applaudito molto anche gli altri spettacoli:
«Sicuramente, per la professionalità avrei dato una menzione speciale agli attori di “The quirinal”, mentre dal punto di vista della regia, una maggiore visionarietà l’ho trovata nello spettacolo “L’ultimo Kaligola”, “Amami Baciami, amami sposami” è stato lo spettacolo con la drammaturgia più convincente. Tutte comunque produzioni di qualità».
Genova da tempo offre molte iniziative culturali e numerose proposte teatrali, sia per la diversificazione della tipologia sia per la qualità:
«Sono contento che Genova sia una città con una grande offerta teatrale, a differenza di altre città l’offerta che propone è variegata, la programmazione dei teatri è molto diversa, con un gusto e un interesse per il teatro differente e questo è un buon segno; se noi riusciremo a lavorare in sinergia, anche attorno a quello che prevedono il progetto Genovateatro, la settimana del teatro e a tutte le iniziative che vengono dal Comune, la ritengo una cosa importante, e il mantenere varietà e ricchezza come quelle attuali, assieme all’ottimo lavoro dell’amministrazione comunale può aiutare i teatri e la città anche nell’ambito turistico.
Salutato Amedeo Romeo incontriamo i componenti della compagnia “Nanirossi”, Matteo Mazzei e Elena Fresch, che con “Sogni in scatola” hanno vinto la seconda edizione di Intransito.
Elena e Matteo vi aspettavate di vincere?:
“Assolutamente no!”
Perché avete deciso di partecipare a Intransito?:
“E’ un’iniziativa molto interessante, in particolare per promuovere i giovani artisti e dare loro la possibilità
di entrare nei circuiti teatrali”
Come avete trovato Genova?:
“Avevamo già lavorato a Genova nell’ambito di alcune iniziative del centro storico e attraverso le attività di
“Circumnavigando”, è una città con un grosso potenziale turistico non ancora esploso ma sta migliorando”,
tra le altre cose Matteo è nato a Genova.
Come nasce l’idea di lavorare con le scatole e i materiali da imballaggio?:
“L’idea di lavorare con materiali da imballaggio scatole nastro ecc… è stata casuale, volevamo fare uno
spettacolo su due livelli di altezza per migliorare la parte acrobatica, quindi abbiamo fatto realizzare una
struttura sopraelevata, ma una volta realizzata ci siamo resi conto che era veramente brutta allora abbiamo
pensato a come migliorarla, prima abbiamo fatto un frontale a forma di casa, una situazione che ci
impediva di realizzare alcuni movimenti e quindi ci è venuta l’idea di utilizzare delle scatole, una situazione
che ha portato allo spettacolo che abbiamo presentato ad Intransito”.
Siete soddisfatti della vostra performance e dell’organizzazione della rassegna nazionale Intransito?:
“Il lavoro deve essere ancora migliorato, quella di Intransito è una tappa oltre a una grande gratificazione,
ma il riconoscimento maggiore deve essere dato principalmente dal pubblico che rappresenta sempre la
scommessa per ogni nuova produzione, una realtà che cambia da regione a regione. A Genova esiste un
buon pubblico attento e partecipe, ricordiamo che quando partecipammo a Circumnavigando era il 28
dicembre 2014 e c’era una temperatura e un vento impossibile, pensavamo che non venisse nessuno,
invece con nostro stupore la struttura si riempì e questa è una cosa importante per chi si occupa di teatro e
ancora di più nel caso di quello circense o di strada; un linguaggio o espressione che in Italia negli ultimi
dieci anni sta recuperando il tempo perso rispetto agli spettacoli tradizionali e alle scuole di circo straniere”.
Siamo rimasti sorpresi dall’inaspettata vittoria e della rassegna – continuano i “Nanirossi” - “Vogliamo ringraziare la giuria e lo staff tecnico per aver creduto nello spettacolo che rappresenta una ulteriore tappa che per migliorare ha bisogno del pubblico”.
I gruppi, giunti in finale, sono stati valutati dalle sensibilità e preparazione della studiosa e critica Maria Dolores Pesce, vicedirettore di Dramma.it; dal regista Stefano Tè, direttore artistico del festival Trasparenze di Modena; dalla regista Roberta Nicolai direttrice artistica del festival Teatri di Vetro di Roma; dal regista Renato Cuocolo, autore della compagnia Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre e da Amedeo Romeo, direttore artistico del teatro della Tosse di Genova.
Proprio con quest’ultimo, dopo la premiazione, abbiamo scambiato alcune osservazioni ed opinioni, per comprendere la funzionalità della formula Intransito:
«E’ molto importante, in un momento come questo, dare spazio a nuove compagnie offrendo diverse possibilità e apertura a nuovi linguaggi. Ovviamente, dato il limite di età fissato a 35 anni, abbiamo assistito a spettacoli di persone strutturate, tenuto conto che chi frequenta la scuola di teatro si diploma intorno ai 23- 24 anni, avevano, a grandi linee, una decina d’anni di esperienze teatrali e non stiamo parlando di artisti alle prime armi, per cui credo sia molto importante fare un salto di pensiero per chiunque si occupi di cultura, sia noi che la programmiamo sia le istituzioni che meritevolmente la seguono, lasciando molto spazio a queste generazioni, altrimenti si rischia di creare un distacco tra il linguaggio di chi il teatro lo fa e di chi potenzialmente il teatro potrebbe seguirlo».
La seconda edizione della rassegna, che si è svolta in due giornate, ha registrato il tutto esaurito ad ogni spettacolo (tre spettacoli ad ingresso libero per ogni sera):
«Queste iniziative sono lodevoli principalmente per aver dato lo spazio necessario a gruppi che in realtà hanno già le potenzialità dal punto di vista artistico e sanno essere molto efficaci, ma hanno difficoltà ad essere presenti nei cartelloni, uno sforzo per il quale il teatro della Tosse, di cui curo la direzione artistica, è fra i più impegnati a livello nazionale».
Come il pubblico, anche la giuria non conosceva gli spettacoli o le ultime variazioni alla drammaturgia, non possiamo nascondere la soddisfazione e l’entusiasmo da parte di tutti gli spettatori:
«L’impressione sui lavori che ho visto è stata di una grande professionalità, dato che gli spettacoli erano tutti finiti e strutturati, da un punto di vista formale non avrei avuto nessuna difficoltà a vederli in una stagione teatrale».
Fra i parametri stabiliti per la valutazione degli spettacoli anche l’innovazione e i nuovi linguaggi:
«Un aspetto che mi è mancato è stato il coraggio dell’innovazione, tra queste rappresentazioni non sono riuscito individuare qualcosa che mi facesse pensare al linguaggio di domani, ho avuto la sensazione che comunque gli spettacoli fossero legati a un qualcosa di convenzionale e questa è un’impressione condivisa anche dagli altri giurati, per cui alla fine abbiamo scelto di premiare lo spettacolo della compagnia “Nanirossi” fortemente legato ad una tradizione del teatro circense, di strada e della giocoleria; uno spettacolo non innovativo ma con una grossa forza nella qualità del lavoro e nella professionalità dei due artisti che pur dovendo ancora crescere nella struttura drammaturgica, aveva però una notevole efficacia nella relazione con il pubblico».
Si è percepita anche una piacevole sinergia fra i giurati che potrebbe portare a nuove e interessanti collaborazioni:
«È stato molto interessante, si è verificata una composizione varia tra le diverse personalità: Da un lato Renato Cuocolo, fra i registi più rappresentativi dal punto di vista dei linguaggi e dell’innovazione per il teatro europeo e italiano, con un suo modo di lavorare nei luoghi non convenzionali, nelle case, negli alberghi, quindi spazi molto intimi nella relazione con il pubblico, un regista il cui sguardo molto particolare non è quello di chi lavora con il palcoscenico, offrendo un punto di vista artistico secondo un’ottica estremamente innovativa. Dall’altra parte c’era Dolores Pesce, critica teatrale, pertanto uno sguardo di natura scientifica da studiosa del teatro, e poi, oltre a me, c’erano altri due direttori artistici per offrire una terza prospettiva, ovvero di chi si pone il problema della possibilità di programmare gli spettacoli nella stagione artistica e che non può limitarsi a scelte esclusivamente artistiche ma anche di risorse, di pubblico e di contesto; questi tre punti di vista diversi hanno reso il lavoro della commissione molto ricco con un giudizio articolato. e ci siamo trovati molto bene tra di noi».
Intransito è un bando a livello nazionale che porta il nome di Genova e della sua cultura in tutta Italia. Giustamente l’Amministrazione pensa a come migliorare la rassegna ed è quindi aperta a nuovi consigli e migliorie:
«Consiglio sicuramente di continuare a proporre questa iniziativa. Dal punto di vista organizzativo non ho osservazioni da fare perché è stato dato tutto lo spazio necessario alle compagnie, si potrebbe solamente aggiungere uno scambio fra artisti e giurati per confrontarsi non solo sullo spettacolo, ma su quello che è il progetto, sulle difficoltà incontrate ed eventualmente sulle intenzioni mancate. Da ultimo consiglierei di non innalzare il limite d’età, (penso che oltre i 35 anni sia giusto essere responsabili di ciò che si è fatto)».
Abbiamo parlato delle compagnie dei vincitori e della qualità ma non dei 1500 euro di premio:
«Penso sia un importo equo, in quanto parliamo di spettacoli già finiti, non sarebbe sufficiente se fosse un contributo alla produzione, ecco, secondo me bisognerebbe stabilire un criterio sul numero di rappresentazioni dello spettacolo già effettuate precedentemente alla rassegna».
Chi ha assistito agli spettacoli ha sicuramente avvertito la forte predominanza dell’attualità spesso data dai media:
«Il fatto che il punto di vista sia stato sempre sociale, è stato un aspetto su cui ci siamo molto confrontati fra giurati, è mancato infatti uno sguardo sul “fattore personale”, uno sguardo sul sé che non sia esclusivamente autoreferenziale, ma che sia capace di mettere in campo anche un qualcosa di profondamente intimo cosa che spesso gli artisti fanno, Invece in queste drammaturgie il soggetto era unicamente VOI, mi è mancato il soggetto IO, si dice che gli unici due soggetti possibili nell’arte sono l’amore e la morte, qui erano poco presenti lo era più il tema della società, anche se “Amami baciami, amami sposami” parlava di amore e “Ommiodio” parlava di morte».
Come abbiamo detto, ha vinto lo spettacolo “Sogni in scatola” e “Amami baciami, amami sposami “ha avuto una menzione speciale ma il pubblico ha applaudito molto anche gli altri spettacoli:
«Sicuramente, per la professionalità avrei dato una menzione speciale agli attori di “The quirinal”, mentre dal punto di vista della regia, una maggiore visionarietà l’ho trovata nello spettacolo “L’ultimo Kaligola”, “Amami Baciami, amami sposami” è stato lo spettacolo con la drammaturgia più convincente. Tutte comunque produzioni di qualità».
Genova da tempo offre molte iniziative culturali e numerose proposte teatrali, sia per la diversificazione della tipologia sia per la qualità:
«Sono contento che Genova sia una città con una grande offerta teatrale, a differenza di altre città l’offerta che propone è variegata, la programmazione dei teatri è molto diversa, con un gusto e un interesse per il teatro differente e questo è un buon segno; se noi riusciremo a lavorare in sinergia, anche attorno a quello che prevedono il progetto Genovateatro, la settimana del teatro e a tutte le iniziative che vengono dal Comune, la ritengo una cosa importante, e il mantenere varietà e ricchezza come quelle attuali, assieme all’ottimo lavoro dell’amministrazione comunale può aiutare i teatri e la città anche nell’ambito turistico.
Salutato Amedeo Romeo incontriamo i componenti della compagnia “Nanirossi”, Matteo Mazzei e Elena Fresch, che con “Sogni in scatola” hanno vinto la seconda edizione di Intransito.
Elena e Matteo vi aspettavate di vincere?:
“Assolutamente no!”
Perché avete deciso di partecipare a Intransito?:
“E’ un’iniziativa molto interessante, in particolare per promuovere i giovani artisti e dare loro la possibilità
di entrare nei circuiti teatrali”
Come avete trovato Genova?:
“Avevamo già lavorato a Genova nell’ambito di alcune iniziative del centro storico e attraverso le attività di
“Circumnavigando”, è una città con un grosso potenziale turistico non ancora esploso ma sta migliorando”,
tra le altre cose Matteo è nato a Genova.
Come nasce l’idea di lavorare con le scatole e i materiali da imballaggio?:
“L’idea di lavorare con materiali da imballaggio scatole nastro ecc… è stata casuale, volevamo fare uno
spettacolo su due livelli di altezza per migliorare la parte acrobatica, quindi abbiamo fatto realizzare una
struttura sopraelevata, ma una volta realizzata ci siamo resi conto che era veramente brutta allora abbiamo
pensato a come migliorarla, prima abbiamo fatto un frontale a forma di casa, una situazione che ci
impediva di realizzare alcuni movimenti e quindi ci è venuta l’idea di utilizzare delle scatole, una situazione
che ha portato allo spettacolo che abbiamo presentato ad Intransito”.
Siete soddisfatti della vostra performance e dell’organizzazione della rassegna nazionale Intransito?:
“Il lavoro deve essere ancora migliorato, quella di Intransito è una tappa oltre a una grande gratificazione,
ma il riconoscimento maggiore deve essere dato principalmente dal pubblico che rappresenta sempre la
scommessa per ogni nuova produzione, una realtà che cambia da regione a regione. A Genova esiste un
buon pubblico attento e partecipe, ricordiamo che quando partecipammo a Circumnavigando era il 28
dicembre 2014 e c’era una temperatura e un vento impossibile, pensavamo che non venisse nessuno,
invece con nostro stupore la struttura si riempì e questa è una cosa importante per chi si occupa di teatro e
ancora di più nel caso di quello circense o di strada; un linguaggio o espressione che in Italia negli ultimi
dieci anni sta recuperando il tempo perso rispetto agli spettacoli tradizionali e alle scuole di circo straniere”.
Siamo rimasti sorpresi dall’inaspettata vittoria e della rassegna – continuano i “Nanirossi” - “Vogliamo ringraziare la giuria e lo staff tecnico per aver creduto nello spettacolo che rappresenta una ulteriore tappa che per migliorare ha bisogno del pubblico”.