Sabato 15 marzo ricordate le vittime della Val Varenna ai Tre Ponti

Una memoria, in parte dispersa, riemerge grazie all'impegno del Comitato della Val Varenna, a numerose associazioni pegliesi e del Varenna, al municipio Ponente, al giornale Il Ponentino con il contributo delle scuole pubbliche e private di Pegli. Affollata e toccante la cerimonia di questa mattina ai Tre Ponti di Varenna per ricordare le sedici vittime del bombardamento che colpì la località dell'entroterra pegliese l'11 marzo 1944

Testo Alternativo
Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Genova, Marco Doria, il presidente della Regione Claudio Burlando, il cardinale arcivescovo Angelo Bagnasco e il presidente del municipio Ponente Avvenente.

Nel suo intervento il sindaco Marco Doria ha proposto tre motivi di riflessione.

Genova fu bombardata immediatamente dopo l'entrata in guerra dell'Italia imposta dal regime fascista. Quello del Varenna fu uno dei tragici bombardamenti che si abbatterono sulla città. La popolazione era stata lasciata completamente esposta alle bombe. Ci fu una distanza drammatica tra i roboanti proclami di un regime e di un dittatore che avevano fatto della guerra una ideologia e la estrema vulnerabilità in cui venne invece abbandonato il Paese.

Il secondo motivo di riflessione riguarda le guerre del Novecento, a partire dal secondo conflitto mondiale fino alle più recenti in Serbia, Bosnia, Iraq, Afghanistan.
In tutti questi conflitti a pagare il prezzo più pesante di vite umane é stata ed è la popolazione civile. Nella terribile spirale di violenza della seconda guerra mondiale nessuno si sottrasse ad una logica di distruzione, neppure gli Alleati che contribuirono alla liberazione dal nazismo. Oggi - ha osservato il sindaco - si usano addirittura termini ipocriti per coprire realtà di terribile violenza: si parla di missili intelligenti e di effetti collaterali per le stragi di civili.

Altro motivo di riflessione riguarda il presente: può esserci casualità nel fatto che una bomba esploda oppure rimanga inesplosa, ma non è casualità scegliere la guerra e sganciare quella bomba. Si tratta di una scelta e la scelta di oggi deve essere quella di attenersi al dettato fondamentale fissato nella nostra Costituzione che recita "l'Italia ripudia la guerra".

La strage di civili della Varenna, in tutti questi anni, non era stata ricordata con cerimonie ufficiali: sopravvive solo nella memoria di qualche anziano testimone o dei figli di uno dei due sopravvissuti.

La Valle Varenna, da sempre caratterizzata da uno spiccato spirito di comunità, l'ha fatta riemergere in una giornata di riflessione comune, sincera, con il vigore e l'emozione dei fatti nuovi e più sentiti. Gli allievi delle scuole di Pegli hanno, poi, letto le testimonianze di chi c'era o ripercorso i colori dell'arcobaleno della pace attraverso brani recitati.
Una memoria riemersa, come ha sottolineato il presidente della Regione, a dimostrazione che il ricordo di fatti può, non solo essere custodito, ma perfino riaffiorare da un apparente abbandono.

Ed essere così monito per il futuro aiutando la comunità a ritrovare la voglia e la speranza di futuro, pur nelle attuali condizioni che certo sono difficili ma non più difficili di quelle del dopoguerra, come ha sottolineato nel suo intervento il cardinale Bagnasco.

A conclusione della cerimonia gli alunni hanno scoperto la targa che intitola il ponte sul Varenna alle vittime dell'11 marzo 1944 e quella, a cura del Municipio Ponente, con i nomi dei caduti, in grande parte bambini, uno di appena un anno.
15 marzo 2014
Ultimo aggiornamento: 17/03/2014
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