Una struttura socio-sanitaria-solidale su due fasce, in cui la componente pubblica provvede all’offerta sanitaria e all’accoglienza, ossia Asl 3 e Comune di Genova, e la parte privata a porre le basi per la società multiculturale del futuro. Nasce nel “Ghetto” perché qui vive una vasta comunità di cittadini stranieri, il 22,4% di immigrati rispetto alla media cittadina del 7,5%.
L'ambulatorio, in vico Croce Bianca 24 rosso, è un progetto sanitario pubblico-privato frutto della collaborazione tra Asl 3, Comune di Genova, Regione Liguria, Afet Aquilone onlus e cooperativa Mater Domina. «E' importante aprire un nuovo presidio sanitario nel centro storico di Genova, una zona difficile della città», sottolinea il vicesindaco Stefano Bernini.
«L'ambulatorio drenerà gli accessi dai pronto soccorso cittadini", aggiunge l'assessore alla Sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo. Il centro offrirà servizi sanitari agli abitanti del quartiere senza distinzione di genere, lingua, religione, nazionalità, servizi di infermieristica, infettivologia, psicologia, psichiatria, uno sportello multilingue e uno per la mediazione culturale. Iniziati da aprile gli accessi alle prestazioni sanitarie sono già stati 126. Il progetto per l'inclusione socio-sanitaria finanziato dal Ministero dell'Interno attivo da ottobre 2011 ha registrato più di 1.000 accessi.
«Questo ambulatorio è un contributo del sistema sanitario non solo alla cura dei residenti, ma anche al processo di risanamento del centro storico», ha detto Montaldo. «Sono 20 anni che l'Europa parla del principio della sussidiarietà - ha spiegato l'assessore - e questo ambulatorio è un esempio che va in tale direzione. A dimostrazione che si può fare con le forze vive della società, senza dover ricorrere necessariamente a finanziamenti pubblici, a parte quelli per pagare il personale della Asl che presta servizio»
L'ambulatorio, in vico Croce Bianca 24 rosso, è un progetto sanitario pubblico-privato frutto della collaborazione tra Asl 3, Comune di Genova, Regione Liguria, Afet Aquilone onlus e cooperativa Mater Domina. «E' importante aprire un nuovo presidio sanitario nel centro storico di Genova, una zona difficile della città», sottolinea il vicesindaco Stefano Bernini.
«L'ambulatorio drenerà gli accessi dai pronto soccorso cittadini", aggiunge l'assessore alla Sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo. Il centro offrirà servizi sanitari agli abitanti del quartiere senza distinzione di genere, lingua, religione, nazionalità, servizi di infermieristica, infettivologia, psicologia, psichiatria, uno sportello multilingue e uno per la mediazione culturale. Iniziati da aprile gli accessi alle prestazioni sanitarie sono già stati 126. Il progetto per l'inclusione socio-sanitaria finanziato dal Ministero dell'Interno attivo da ottobre 2011 ha registrato più di 1.000 accessi.
«Questo ambulatorio è un contributo del sistema sanitario non solo alla cura dei residenti, ma anche al processo di risanamento del centro storico», ha detto Montaldo. «Sono 20 anni che l'Europa parla del principio della sussidiarietà - ha spiegato l'assessore - e questo ambulatorio è un esempio che va in tale direzione. A dimostrazione che si può fare con le forze vive della società, senza dover ricorrere necessariamente a finanziamenti pubblici, a parte quelli per pagare il personale della Asl che presta servizio»