Presentato stamattina presso l’auditorium del palazzo della Regione Liguria di piazza De Ferrari, il documento di analisi trimestrale redatto dalla Commissione di Concertazione regionale. Presenti l’assessore Vesco e il direttore Regionale dell’Inps, Fabrizio Ottavi, che hanno commentato e interpretato i dati del delicato mondo del lavoro ligure.
Dai numeri emerge un quadro di duplice lettura: se da un lato, infatti, alcuni indici parlano di un leggero miglioramento rispetto al 2010, altri dati confermano che la pesante congiuntura economica continua a presentare il conto ai lavoratori.
Partiamo dai dati positivi: nel secondo trimestre del 2011 i dati legati all’occupazione hanno registrato un lieve aumento, circa l’1,5%, rispetto alla flessione di mezzo punto percentuale registrata su base annuale nel 2010. Il tasso di disoccupazione, quindi, permanendo questi dati, potrebbe scendere rispetto al 6.5% dello scorso anno statistico.
Le notizie buone sono finite. Rimane l’altra faccia della medaglia, purtroppo prevedibile nei suoi contenuti: continuano a calare anche nel 2010 i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, mentre rimangono sostanzialmente invariati i dati per i contratti a tempo determinato e di apprendistato; in contro tendenza invece i contratti di lavoro flessibile, che grazie alla crescita di questi anni, hanno oramai raggiunto la stessa quota degli “indeterminati”.
Un altro dato decisamente preoccupante è quello legato alla spesa regionale per la cassa integrazione ordinaria e in deroga, soprattutto se confrontati con la relativa spesa per i sussidi alla mobilità. Come è noto la cassa integrazione garantisce un salario minimo al lavoratore, durante il periodo in cui l’azienda è in difficoltà: sulla carta, quindi, è un sussidio pubblico momentaneo per evitare licenziamenti e disoccupazione, in attesa di un rientro alla normalità. Quella in deroga è un ulteriore periodo di finanziamento, decretato in accordo con le parti in causa, ma sempre secondo una ratio contingentata. Il sussidio di mobilità, invece, interviene a lavoro perso, cioè in caso di reale termine dei contratti di lavoro. I dati di quest’anno parlano chiaro: le proiezioni per il 2011 dicono che la spesa per la cassa integrazione andrà a diminuire, mentre aumenterà quella per la mobilità: quest’ultima passerà da un 8% ad un 24% sul totale di spesa da parte dell’ente pubblico.
«La gravità di questi dati – spiega Vesco – sta nel fatto che evidenzia come dopo i periodi di cassa, sempre con più frequenza il posto di lavoro non viene recuperato. Questo colpisce soprattutto la fascia anagrafica che va dai 30 ai 50 anni: un dato allarmante».
Fabrizio Ottavi cerca di portare un po’ di ottimismo ai lavoratori liguri: «In questa regione dobbiamo però registrare un aumento delle iniziative degli enti pubblici, e una semplificazione delle pratiche burocratiche di accesso a determinati servizi di assistenza ai lavoratori. All’interno del sistema paese – spiega il direttore regionale Inps – in Liguria siamo primi per velocità e tipologie di offerta. I problemi rimangono, ma i lavoratori non sono soli».
Tutti i dati di questa ricerca si possono trovare sul sito della regione, in questa pagina.
Dai numeri emerge un quadro di duplice lettura: se da un lato, infatti, alcuni indici parlano di un leggero miglioramento rispetto al 2010, altri dati confermano che la pesante congiuntura economica continua a presentare il conto ai lavoratori.
Partiamo dai dati positivi: nel secondo trimestre del 2011 i dati legati all’occupazione hanno registrato un lieve aumento, circa l’1,5%, rispetto alla flessione di mezzo punto percentuale registrata su base annuale nel 2010. Il tasso di disoccupazione, quindi, permanendo questi dati, potrebbe scendere rispetto al 6.5% dello scorso anno statistico.
Le notizie buone sono finite. Rimane l’altra faccia della medaglia, purtroppo prevedibile nei suoi contenuti: continuano a calare anche nel 2010 i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, mentre rimangono sostanzialmente invariati i dati per i contratti a tempo determinato e di apprendistato; in contro tendenza invece i contratti di lavoro flessibile, che grazie alla crescita di questi anni, hanno oramai raggiunto la stessa quota degli “indeterminati”.
Un altro dato decisamente preoccupante è quello legato alla spesa regionale per la cassa integrazione ordinaria e in deroga, soprattutto se confrontati con la relativa spesa per i sussidi alla mobilità. Come è noto la cassa integrazione garantisce un salario minimo al lavoratore, durante il periodo in cui l’azienda è in difficoltà: sulla carta, quindi, è un sussidio pubblico momentaneo per evitare licenziamenti e disoccupazione, in attesa di un rientro alla normalità. Quella in deroga è un ulteriore periodo di finanziamento, decretato in accordo con le parti in causa, ma sempre secondo una ratio contingentata. Il sussidio di mobilità, invece, interviene a lavoro perso, cioè in caso di reale termine dei contratti di lavoro. I dati di quest’anno parlano chiaro: le proiezioni per il 2011 dicono che la spesa per la cassa integrazione andrà a diminuire, mentre aumenterà quella per la mobilità: quest’ultima passerà da un 8% ad un 24% sul totale di spesa da parte dell’ente pubblico.
«La gravità di questi dati – spiega Vesco – sta nel fatto che evidenzia come dopo i periodi di cassa, sempre con più frequenza il posto di lavoro non viene recuperato. Questo colpisce soprattutto la fascia anagrafica che va dai 30 ai 50 anni: un dato allarmante».
Fabrizio Ottavi cerca di portare un po’ di ottimismo ai lavoratori liguri: «In questa regione dobbiamo però registrare un aumento delle iniziative degli enti pubblici, e una semplificazione delle pratiche burocratiche di accesso a determinati servizi di assistenza ai lavoratori. All’interno del sistema paese – spiega il direttore regionale Inps – in Liguria siamo primi per velocità e tipologie di offerta. I problemi rimangono, ma i lavoratori non sono soli».
Tutti i dati di questa ricerca si possono trovare sul sito della regione, in questa pagina.