Il Teatro della Tosse porta in scena il paradosso di Gospodin.

Venerdì 5 Dicembre ha debuttato al Teatro della Tosse “Gospodin” per la regia di Giorgio Barberio Corsetti, con Claudio Santamaria, Valentina Picello e Marcello Prayer.

Il testo, “Gennant Gospodin”, dell’autore tedesco Philipp Lhole, racconta le vicende del protagonista, Gospodin per l’appunto, che cerca “Una forma di vita anticapitalistica in una società capitalistica”.

Ritenendo che “I soldi non devono essere necessari” comincia a condurre un’esistenza alternativa, ai margini della società, in cui si procura da mangiare con il baratto, rifiutando di lavorare e scontrandosi con la fidanzata e gli amici che non capiscono queste sue idee ed esigenze e cercano in qualche modo di approfittarsene. Alla fine dell’opera Gospodin riuscirà a trovare la dimensione da lui tanto agognata, in prigione, dove si sentirà libero perché la “Libertà è non dover prendere decisioni”. Con questo paradosso, sentirsi libero dietro a delle sbarre, si conclude lo spettacolo. Claudio Santamaria è Gospodin.

Idealista, sognatore, combattivo ed a tratti ingenuo è reso con efficacia dall’attore che riesce ad emozionare mostrando il suo lato più umano e fragile e strappa qualche risata amara attraverso un’ironia pungente. In costante movimento, interagisce molto bene con lo spazio e coinvolge lo spettatore nelle vicende narrate. Bravissimi Valentina Picello e Marcello Prayer. Interpreti dei vari personaggi che ruotano intorno al protagonista, resi con rapidi cambi d’abito e molteplici variazioni del timbro di voce, a lato del palcoscenico, con un microfono, diventano anche voce narrante dei sentimenti e dei pensieri di Gospodin. Riusciti e credibili tutti i ruoli da loro interpretati. Lo spettacolo è rapido e dinamico.

Molti sono i passaggi di scena dall’esterno all’interno dell’appartamento del protagonista. I dialoghi sono brevi e si alternano a racconti lirici ai quali viene affidata la funzione di snodare il racconto. La scenografia è costituita da pannelli sui quali vengono proiettate, di volta in volta, diverse immagini e che all’occorrenza vengono rovesciati per rappresentare oggetti e spazi differenti.

Le immagini proiettate creano sia l’interno dell’appartamento di Gospodin, sempre più spoglio, sia una città, molto stilizzata, che restituisce l’idea di un luogo freddo ed inospitale. Le proiezioni della scena, che negli esterni sono in movimento, accentuano notevolmente la dinamicità dello spettacolo. La rappresentazione è un’accusa, estremizzata ed ironica, alla società capitalistica che fa riflettere e sorridere con i suoi paradossi.

30 dicembre 2014
Ultimo aggiornamento: 30/12/2014
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