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Ponte del 1° maggio: dove parcheggiare e come muoversi in città

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Ponte del 1° maggio: dove parcheggiare e come muoversi in città
Ponte del 1° maggio: dove parcheggiare e come muoversi in città
Per i cittadini genovesi e i tanti turisti, italiani e stranieri, attesi a Genova per il ponte del 1° maggio il Comune di Genova, Porto Antico di Genova e Costa Edutainment hanno organizzato, da sabato 29 aprile a lunedì 1° maggio, uno speciale servizio di navetta e parcheggio gratuiti utilizzando gli spazi di piazzale Kennedy
Per i cittadini genovesi e i  tanti turisti, italiani e stranieri, attesi a Genova per il ponte del 1° maggio il Comune di Genova, Porto Antico di Genova e Costa Edutainment hanno organizzato, da sabato 29 aprile a lunedì 1° maggio, uno speciale servizio di navetta e parcheggio gratuiti utilizzando gli spazi di piazzale Kennedy
Genova si prepara ad accogliere i tanti turisti, italiani e stranieri, che hanno scelto di trascorrere il ponte del 1° maggio nella nostra città.
Rimarranno aperti i musei civici e le mostre di Palazzo Ducale, si potrà visitare la mostra  “Cinepassioni” alla Loggia di Banchi e vedere le vetrine che raccontano la storia del cinema in via Conservatori del Mare, nel centro storico.
Senza dimenticare di fare un salto al Porto Antico: l’Acquario, la Città dei Bambini, la mostra su Star Wars, e per avere un primo assaggio della città si può andare all’ufficio accoglienza turistica e vedere la città con i visori per la realtà aumentata.
Ma dove lasciare l’auto per godersi appieno il bello del centro cittadino?
Oltre ai parcheggi a pagamento dell’Acquario di Genova e del Porto Antico, il Comune di Genova, Porto Antico e Costa edutaiment hanno organizzato uno speciale servizio di navetta e parcheggio gratuiti, utilizzando gli spazi di piazzale Kennedy.
Da sabato 29 aprile a lunedì 1° maggio – dalle 10 alle 18, ogni 20 minuti una navetta collegherà il parcheggio di piazzale Kennedy al Porto Antico.

ALTRE AREE DEDICATE ALLA SOSTA DI INTERSCAMBIO
Lascia l’auto e prendi il bus è possibile, pagando il parcheggio nel quale è compreso un biglietto per tutto il giorno per una persona su tutta la rete urbana di Amt, nei seguenti parcheggi, aperti tutti i giorni dalle 0 alle 24:

Park Di Negro in Via Bruno Buozzi (135 stalli) – raggiungibile dall’uscita autostradale Genova Ovest, seguendo le indicazioni “Di Negro Interscambio”. Interscambio con Bus o metro stazione Di Negro.
Park Piazzale Marassi (133 stalli) – raggiungibile dall’uscita autostradale Genova Est. Interscambio con bus e metro stazione Brignole.
Park Molo Archetti (132 stalli) – raggiungibile dall’uscita autostradale Genova Voltri o Genova Pegli. Interscambio con il servizio Navebus, un collegamento via mare tra Genova-Pegli (Molo Archetti) ed il Porto Antico in meno di 30 minuti.

I COSTI
Presso i parcometri, allestiti con una banda arancione, è possibile richiedere un titolo integrato sosta – trasporto pubblico alla tariffa di  6,00 euro che comprende la sosta dell’auto nel park di interscambio dall’ora di ingresso alle ore 24 del giorno stesso, e un biglietto valido per una persona, per tutte le modalità di trasporto pubblico (escluso volabus) sulla rete Amt dal momento di emissione alle ore 24 del giorno stesso;
Ma se non si vuole usufruire del bus, si può pagare la sola sosta e si dovranno usare i parcometri blu, senza la banda arancione.
Le tariffe sono differenziate:

dalle ore 00,00 alle ore 06,00: euro 0,50/ora
dalle ore 06,00 alle ore 20,00: euro1,50 €/ora per ParkDi Negro e Marassi
                                                 euro 1,00 €/ora per Molo Archetti
dalle ore 20,00 alle ore 24,00: euro 0,50/ora

Per ulteriori indicazioni su come utilizzare i nuovi parcheggi di interscambio: http://genovaparcheggi.com/parcheggi-di-interscambio/

Altra possibilità sono i parcheggi in struttura (la mappa completa è su http://www.mobilitypoint.it/home.aspx).
Per quanto riguarda la sosta su strada, la  regolamentazione è quasi interamente quella della “Blu Area”, le informazioni e le tariffe su www.genovaparcheggi.it
È disponibile anche l’area di sosta di piazza della Vittoria: http://www.apcoa.it/parcheggio-in/genova/vittoria.html.

MOBILITA' SOSTENIBILE
Per gli appassionati delle due ruote è possibile muoversi in città utilizzando il servizio di bike sharing.
Le stazioni si trovano: al Matitone in via Di Francia, in Piazza Principe, davanti a Palazzo San Giorgio, in piazza Caricamento, in piazza De Ferrari, in piazza Verdi - stazione Brignole, in piazza Vittorio Veneto, in largo della Zecca e via Diaz.
Per l’uso occasionale del servizio è possibile utilizzare l’app per smartphone iOS e Android BICINCITTA’ per registrarsi e pagare l’uso delle bici. Il costo del servizio è di 6 euro per tutta la giornata e di 10 euro per tre giorni

Il servizio è attivo tutti i giorni dalle 7 alle 24. Per ulteriori iinformazioni, vai alla sezione “Bike Sharing” del sito www.genovaparcheggi.it
auto parcheggiate
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A Genova più veloci online grazie ai nuovi "pali intelligenti"

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A Genova più veloci online
grazie ai nuovi "pali intelligenti"
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Attivati i primi "pali intelligenti" per la trasmissione dati della telefonia mobile a Principe, sul piazzale della metro in zona Darsena e presso la fermata metro di De Ferrari. Sindaco Doria: «L’Amministrazione comunale impegnata a sostenere lo sviluppo di una rete ‘intelligente’ che utilizzi i sistemi tecnologici e gli impianti esistenti per diffondere e integrare diverse funzioni in una logica di smart city»
Attivati i primi "pali intelligenti" per la trasmissione dati della telefonia mobile a Principe, sul piazzale della metro in zona Darsena e presso la fermata metro di De Ferrari. Sindaco Doria: «L’Amministrazione comunale impegnata a sostenere lo sviluppo di una rete ‘intelligente’ che utilizzi i sistemi tecnologici e gli impianti esistenti per diffondere e integrare diverse funzioni in una logica di smart city»
Genova sempre più smart. Da oggi connettersi a internet sarà ancora più veloce. Sono stati installati tre apparati microcellulari multi operatore – sul piazzale della metropolitana  a Principe, in zona Darsena e alla fermata della metro in piazza De Ferrari –  che miglioreranno l’accesso alla rete degli operatori telefonici.

Sono cablate dalla fibra ottica Metroweb e ospiteranno, da subito,  la trasmissione dati tramite telefonia mobile, come avviene già all’interno della linea della metropolitana Amt.

Gli impianti sviluppati sono già predisposti per lo sviluppo dello Iot - Internet of things.

E’ l’avvio concreto di una rete che valorizza e utilizza gli impianti e gli asset tecnologici esistenti e diffusi nel territorio della città.

Con questo progetto, che si affianca alla realizzazione del cablaggio e dei primi collegamenti in fibra ottica nell’area delle riparazioni navali del Porto, Comune di Genova e Metroweb realizzano gli obiettivi dell’accordo sottoscritto il 15 ottobre 2014 dal sindaco Marco Doria e dal presidente di Metroweb Italia, Franco Bassanini.

«Questa è una ulteriore iniziativa portata avanti con Metroweb dall’amministrazione comunale. E’ in sistema di diffusione più capillare, non utilizza le antenne di ripetizione posizionate sui condomini che hanno spesso provocato proteste. Quella con Metroweb è un efficace esempio di collaborazione tra pubblico e privato, che non si ferma qui».

Conferma che è arrivata anche dall’amministratore di Metroweb, Guido Garrone: «questo tipo di infrastruttura ha un livello di inquinamento elettromagnetico molto debole, pari a quello di un wi-fi domestico. Grazie all’accordo del 2014, la nostra società ha sviluppato in due anni progetti che allineano Genova alle principali realtà italiane ed europee in termini di diffusione della banda ultra larga. L’avvio del progetto FTTH rappresenta un ulteriore passaggio per il Gruppo e la Città, che sarà così dotata di una piattaforma in banda ultra larga capillare e a prova di futuro».

Il programma di cablaggio della città continuerà, nei prossimi anni, con la realizzazione di una rete FTTH- Fiber to the home - che porterà la fibra ottica direttamente nelle case dei cittadini permettendo di fruire collegamenti a banda ultralarga fino a 1 Gbit/s, valore decisamente superiore agli obiettivi dell’Agenda digitale europea 2020.

Gli interventi si avvalgono di una significativa collaborazione pubblico-privato che ha già coinvolto le società partecipate Aster e Amt, il partner tecnologico Commscon - Gruppo Cellnex e Metroweb Genova, valorizzando le competenze dei tecnici delle quattro aziende.

«Per il cablaggio di Genova l’impegno di importanti aziende di tecnologia avanzata è fondamentale - commenta Marco Doria -  Per questo il Comune intende garantire un quadro generale che renda possibili sinergie e collaborazioni per coordinare gli interventi e accrescerne l’efficacia, ridurre i disagi nelle infrastrutture e aumentare i benefici pubblici. Mi fa piacere che queste esperienze mettano anche in evidenzia e valorizzino la professionalità delle nostre aziende partecipate».

Il progetto rientra negli obiettivi del Pon Metro della città di Genova: sono 7,5 i milioni di euro previsti per servizi digitali ad alto valore aggiunto.
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Patto per Genova: 110 milioni per lo sviluppo della città

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Patto per Genova: 110 milioni
per lo sviluppo della città
Patto per Genova: 110 milioni
per lo sviluppo della città
Firmata sabato 26 novembre dal presidente del consiglio Matteo Renzi e dal sindaco Marco Doria, un’intesa tra Governo e Comune di Genova con impegni e finanziamenti: messa in sicurezza Chiaravagna e torrenti del levante, polo di Erzelli e Blueprint,  trasporti, ferrovie, viabilità metropolitana, Forti, ex Gavoglio, impianti sportivi e musei. Doria:”il patto è frutto di un lungo lavoro e si inserisce in un’azione da tempo intrapresa per riqualificare Genova e corrisponde alla visione strategica che abbiamo della città e dell'area metropolitana”. Video dell'intervento integrale del sindaco

Firmata sabato 26 novembre dal presidente del consiglio Matteo Renzi e dal sindaco Marco Doria, un’intesa tra Governo e Comune di Genova con impegni e finanziamenti: messa in sicurezza Chiaravagna e torrenti del levante, polo di Erzelli e Blueprint,  trasporti, ferrovie, viabilità metropolitana, Forti, ex Gavoglio, impianti sportivi e musei. Doria:”il patto è frutto di un lungo lavoro e si inserisce in un’azione da tempo intrapresa per riqualificare Genova e corrisponde alla visione strategica che abbiamo della città e dell'area metropolitana”. Video dell'intervento integrale del sindaco

Genova con i conti in ordine, Genova che malgrado le difficoltà riduce progressivamente l’indebitamento del Comune, Genova che non si tira indietro di fronte al dovere di accoglienza  e a quello di salvaguardare i servizi sociali.

Credo che le amministrazioni virtuose vadano riconosciute e premiate dalla politiche nazionali”.

E’ il primo aspetto sottolineato dal sindaco Marco Doria presentando il “Patto per Genova che, questa mattina, ha firmato a palazzo Tursi insieme al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi

“Il patto – ha spiegato – si compone di impegni politici e finanziamenti e gli assi forti sono la messa in sicurezza del territorio, un’idea di sviluppo e la qualità urbana”.

Le dodici pagine dell’intesa tra Governo e Comune di Genova riassumono in una tabella gli investimenti per 110 milioni complessivi che si aggiungono a quelli già stanziati con risorse comunali o grazie ad  altre linee di finanziamento nazionale, primi tra tutti i lavori per la messa in sicurezza sostenuti dal progetto Italia Sicura.

Il secondo  aspetto essenziale richiamato dal sindaco è l’impegno che la città ha dimostrato per lo sviluppo e la riqualificazione urbana. “Il patto – ha detto Doria – è frutto di un lungo lavoro, non è nato adesso” e si inserisce in un’azione  già in corso. 

Nel suo intervento il presidente del consiglio Matteo Renzi - che è stato accolto al suo arrivo dal sindaco, dalla ministra Roberta Pinotti, dal presidente della Regione Giovanni Toti e dalla prefetto Fiamma Spena - ha messo in evidenza che la scelta del governo di siglare patti con le realtà locali è un modo per riconoscere i progetti delle città e coordinare l’attività del governo stesso con le istituzioni del territorio.

Diverse importanti opere contro il dissesto e i rischi alluvionali – come detto –  sono già in cantiere. Con il Patto saranno finanziati anche i restanti interventi necessari sul Chiaravagna e quelli per il rio Vernazza e lo Sturla. Si tratta, in questo caso,  di uno stanziamento ulteriore di 23,5 milioni. A ciò si aggiunge l’impegno a utilizzare per  interventi  sullo stesso bacino del Bisagno i ribassi d’asta ottenuti  sui lavori già in corso. Undici milioni andranno, inoltre, alla viabilità dell’area metropolitana per interventi diffusi sul territorio dell’ex provincia.

Il secondo asse di intervento, quello dello sviluppo, poggia innanzitutto sulla necessità condivisa dal Governo di realizzare il collegamento ferroviario rapido con Milano, di recuperare i ritardi per il nodo ferroviario di Genova, di prevedere nel bilancio di Rfi la realizzazione della stazione aeroporto, di favorire l’intesa con le ferrovie per il prolungamento della metropolitana a Martinez e Terralba.
La cura del ferro – ha sottolineato il sindaco – è la scelta fondamentale per un sistema di trasporti che guardi al XXI secolo”.

Uno stanziamento di dieci milioni riguarda il rinnovamento del parco mezzi urbano ed extraurbano (cinque milioni ciascuno).
Inoltre, il patto interviene a favore di due poli di trasformazione essenziali  per lo sviluppo di Genova: il polo tecnologico degli Erzelli e la realizzazione del progetto Blueprint.

Oltre a un ulteriore stanziamento di 30 milioni per Erzelli, destinati a sostenere la realizzazione del parco scientifico e universitario, il patto impegna il governo alla nomina di un commissario, che come auspicato da Comune e Regione, ne coordini la regia.

Per quanto riguarda il Blueprint, ai 15 milioni già stanziati dal governo, si aggiunge un finanziamento di 13,5 milioni.
Il patto prevede un’azione coordinata tra governo e istituzioni locali per l’utilizzo produttivo e per l’occupazione nelle aree Ilva e Piaggio.

Il terzo asse è quello della qualità urbana. Una scelta strategica dell’amministrazione riguarda la valorizzazione dei beni  e degli spazi pubblici recentemente acquisiti dal demanio e delle proprietà confiscate alla mafia.

Il patto prevede lo stanziamento di  8,5 milioni per primi interventi nella ex caserma Gavoglio, per i Forti, per gli appartamenti del centro storico sequestrati alla malavita organizzata.
Inoltre il governo si impegna alla sdemanializzazione non onerosa della fascia di rispetto di Prà e di aree litoranee di Voltri.

A questo punto il sindaco ha ricordato che Genova è riuscita a proporsi e ad affermarsi come città d’arte e cultura, ottenendo un’importante crescita del turismo.

Al capitolo cultura, salute e benessere, il patto prevede 13,5 milioni di finanziamento peri interventi sui musei  (6.100.000) e sull’impiantistica sportiva (7.400.000)
Marco Doria, Matteo Renzi. Foto T.Barchielli - Presidenza del Consiglio dei Mini
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Heritage in the city, valorizzare il patrimonio culturale con creatività

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Heritage in the city, valorizzare il patrimonio culturale con creatività
Heritage in the city, valorizzare il patrimonio culturale con creatività
A Genova, martedì 15 e mercoledì 16 novembre, due giorni di dibattiti, testimonianze e confronto europeo sul tema delle nuove modalità di sviluppo e miglioramento del patrimonio storico culturale, in collaborazione tra soggetti pubblici, privati e cittadini
A Genova, martedì 15 e mercoledì 16 novembre, due giorni di dibattiti, testimonianze e confronto europeo sul tema delle nuove modalità di sviluppo e miglioramento del patrimonio storico culturale, in collaborazione tra soggetti pubblici, privati e cittadini
Affrontare il tema del patrimonio culturale con nuove riflessioni, che tengano insieme le problematiche connesse alla sua conservazione e quelle della sua sostenibilità è diventato sempre più urgente, anche alla luce della crisi economica che sta attraversando l’Europa nell’ultimo decennio.

Grazie al progetto europeo “Forget Heritage: nuovi modelli di gestione del patrimonio storico-culturale”, di cui Genova è capofila, e alla ricorrenza nel 2016 del decimo anniversario del riconoscimento UNESCO de “Le  Strade nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli” come Patrimonio dell’Umanità, con il convegno “Heritage in the city”, che si è tenuto a Genova il 15 e 16 novembre, la nostra città si è resa protagonista del dibattito internazionale.

Organizzazioni locali, nazionali ed europee hanno condiviso riflessioni, esperienze e strategie su valorizzazione del patrimonio, modelli di business e percorsi di cittadinanza attiva, nella consapevolezza della «necessità - come ha sottolineato Carla Sibilla, assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Genova -  di un coinvolgimento di partner privati nei processi di valorizzazione del patrimonio culturale delle città».

Forget Heritage, come rete pensante di città europee può quindi «candidarsi – afferma Emanuele Piazza, assessore allo Sviluppo Economico e ai Progetti europei – a  porsi come elemento centrale su cui rifondare un’idea di nuova Europa in tempi di crisi manifesta dell’Unione europea».

Gli interventi dei relatori -  Roberto Tognetti - Riusiamo l’Italia/IperPIANO, Elisabetta Airaghi – KEA European Affairs, Michele Bee – Trans Europe Halles/Università di Losanna, Luca Dal Pozzolo – Fondazione Fitzcarraldo -  hanno  cercato di stabilire quali siano le condizioni in grado di innescare un circuito virtuoso di recupero di spazi urbani dismessi, nell’ambito di complessive strategie di promozione delle città in termini di branding e marketing territoriale in grado di attrarre investimenti ma anche di incentivare socializzazione e senso di appartenenza delle comunità che vi risiedono. 

E questo  senza negare le difficoltà presentate da un tempo in  cui le risorse finanziarie delle amministrazioni pubbliche risultano  particolarmente scarse.

I modelli individuati, anche con riferimento alle migliori pratiche già implementate in altre città europee, dovranno avere il requisito della replicabilità in nuove aree urbane.

Alle amministrazioni pubbliche è affidato il compito di formare il personale che lavora in questo ambito, in modo da aiutare le associazioni, artisti, operatori culturali e privati cittadini che si mettono spesso in gioco  autonomamente,  anche a prescindere dall’emissione di bandi ad hoc da parte delle amministrazioni.

Il progetto europeo Forget Heritage, ammesso al finanziamento comunitario tra oltre 600 proposte presentate all’Unione Europea, Programma Interreg Central Europe, prevede la partecipazione di 10 partner, provenienti da 7 paesi diversi - ovvero due di Lubiana (SI), Norimberga (DE), Varsavia e Bydgoszcz (PL), Rijeka (HR), Usti Nad Labem (CZ), Pécs (HU) e Regione Lombardia, coordinati dalla Direzione Cultura del Comune di Genova - nell’identificazione di modalità di management, in partenariato tra soggetti pubblici e privati, per la riqualificazione di spazi o edifici urbani sottoutilizzati grazie all’insediamento di attività culturali o creative.

Attraverso le attività del progetto verranno attivate nuove sinergie, dove il fenomeno della creatività, capace di stringere connessioni tra i differenti attori sociali, emerga in modo deciso.

Il confronto e l'approfondimento è proseguito nella giornata di mercoledì 16 novembre a Palazzo Tursi, con la conferenza "Patrimonio Unesco, Università, città: palazzi dei Rolli ed esperienze a confronto"

Sono intervenuti Paolo Comanducci  - rettore, Carla Sibilla – assessore alla Cultura, Laura Stagno - UNIGE DIRAAS, Alessandro Somma – UNITOWN, Paolo Ceccarelli – Coordinamento Cattedre UNESCO, Clara Almeida Santos – Università di Coimbra, Emmanuele Curti – Università della Basilicata, Stefano F. Musso - UNIGE – Architettura, Lauro Magnani - UNIGE DIRAAS, che hanno affrontato il tema del ruolo delle università nella gestione dei beni culturali.

Nel pomeriggio, sempre a Palazzo Tursi, si è tenuta una tavola rotonda finale, per un dibattito con le istituzioni sulle tematiche e sulle domande emerse nel corso del convegno.

Hanno partecipato Marco Doria – Sindaco di Genova, Paolo Ceccarelli – Università di Ferrara, Francesca Campora – Fondazione Garrone, Roberto Timossi – Compagnia di San Paolo, Maurizio Caviglia – Camera di Commercio, Serena Bertolucci – Palazzo Reale.



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Comune, Municipio e Amiu annunciano la demolizione dell'ex inceneritore di Volpara

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Comune, Municipio e Amiu annunciano la demolizione dell'ex inceneritore di Volpara
Comune, Municipio e Amiu annunciano la demolizione dell'ex inceneritore di Volpara
Il 4 ottobre il consiglio di amministrazione di Amiu ufficializzerà una decisione attesa da anni dagli abitanti della Valbisagno e che segnerà un vero e proprio cambio di paradigma della politica dell’azienda: il conferimento dell'incarico a Sviluppo Genova di progettare l’intervento di demolizione del corpo principale dell’ex inceneritore di Volpara. L’obiettivo è di effettuare nel più breve tempo possibile le procedure di gara, in modo da avviare i lavori nella primavera del 2017.
Il 4 ottobre il consiglio di amministrazione di Amiu ufficializzerà una decisione attesa da anni dagli abitanti della Valbisagno e che segnerà un vero e proprio cambio di paradigma della politica dell’azienda: il conferimento dell'incarico a Sviluppo Genova di progettare l’intervento di demolizione del corpo principale dell’ex inceneritore di Volpara. L’obiettivo è di effettuare nel più breve tempo possibile le procedure di gara, in modo da avviare i lavori nella primavera del 2017.
Si tratta di un lavoro importante, atteso dagli abitanti della Valbisagno da anni. La demolizione riguarderà un volume complessivo di oltre 27mila metri cubi, per una spesa complessiva stimata di circa 600mila euro, totalmente finanziata da Amiu, con i fondi destinati alla strategia impiantistica dell’azienda.

«Sono contento di annunciare oggi, 23 settembre, la demolizione dell’inceneritore di Volpara perché questa è una giornata importante per l’ambiente – sottolinea l’assessore all’Ambiente Italo Porcile – questa mattina ha preso il via nel Parco delle Mura “Puliamo il mondo”, l’iniziativa che vede il coinvolgimento attivo dei cittadini nella pulizia di uno dei polmoni verdi di Genova, e ora, la comunicazione dell’avvio del procedimento per la demolizione dell’ex inceneritore alla Volpara, è anche un segnale simbolico importante: rappresenta un nuovo modo di intendere la gestione dei rifiuti da parte di questa Amministrazione, rispetto alle passate gestioni amministrative».

Come ricorda il presidente del Municipio Agostino Gianelli «per la Valbisagno si concludono quarant’anni di attesa di una soluzione ai problemi causati dalla presenza dell’inceneritore. Con questa Giunta c’è stato un vero e proprio cambio di passo: Comune e Amiu si sono dimostrati sensibili ai bisogni espressi dai cittadini, sono state ascoltate e tenute in considerazione le lamentele delle persone, come nel caso della percezione degli odori, anche quando le misurazioni olfattive tecniche davano risultati indicanti una situazione nella norma».

Per risolvere questo problema, Amiu ha  presentato, a inizio settembre, alla Città Metropolitana un progetto di mitigazione degli odori tramite la realizzazione di un “tunnel” di raccordo in aspirazione all’imbocco del silos. Tale soluzione verrà adottata nonostante i risultati della campagna di misurazione degli odori, eseguita nel luglio scorso dal Laboratorio di Olfattometria Dinamica spin off dell’Università di Udine, abbiano evidenziato che le concentrazioni di odore, rilevate in cinque punti della zona, erano al di sotto dei limiti normali.

«Anche se abbiamo dati tecnici che ci confortano – afferma Marco Castagna, presidente Amiu – per noi sono state importanti anche le sensazioni di disagio che gli abitanti ci riferivano di vivere. Costruiremo un tunnel di raccordo che incapsulerà il camion nella fase di scarico, in modo da non far fuoriuscire odori. Ma se questo non dovesse bastare, abbiamo già previsto, e verrà messa nel preliminare del progetto, la copertura completa del piazzale. Un rapporto corretto e di ascolto con i cittadini è, per noi, una priorità».

Questi lavori libereranno spazio all’interno dell’impianto, circa 900 mq, in cui potranno essere collocati i mezzi Amiu  attualmente parcheggiati nella zona delle Gavette: ci saranno 40 parcheggi in più, di cui gli abitanti della zona potranno usufruire.

Un ulteriore spazio per i mezzi Amiu dell’Unità Territoriale Valbisagno sarà ricavato, anche, nella zona dell’ex campo nomadi di via Adamoli, «sgomberato in maniera civile» come ha ricordato il presidente del Municipio.

Con questa demolizione Amiu dà un segnale importante di cambiamento nella gestione del ciclo dei rifiuti: si passa dall’inceneritore all’economia circolare: non più rifiuti, ma riciclo, riutilizzo, riuso.

«Il destino di Volpara è di essere sempre più depotenziata – spiega il presidente dll’Amiu – e questo avverrà quanto prima se tutti i cittadini si faranno parte diligente nella raccolta differenziata. Prima arriviamo al 50 per cento, come già accade nelle città europee e in tante città italiane, prima il centro della Valbisagno non servirà più».

Una giornata importante, un traguardo a lungo perseguito anche per Giordano Bruschi, anima e memoria storica dei comitati di lotta della Valbisagno.

«Il primo corteo l’abbiamo fatto il 22 febbraio 1992 – ricorda Bruschi – ci siamo ribellati all’inceneritore, alla diossina nella nostra vallata. Oggi finalmente vediamo il risultato di tante riunioni, assemblee cittadine, manifestazioni. Oggi diciamo grazie a questa Amministrazione, e al Municipio anche per le opere di messa in sicurezza del territorio che stanno attuando. Il sogno è, come dice Renzo Piano, di cambiare missione al territorio: lavoro e sicurezza».

Ma il rapporto con i cittadini non finisce qui: a fine ottobre verrà avviato un tavolo partecipato sul futuro di Volpara. Sono previsti tre incontri aperti pubblico per raccogliere il contributo della cittadinanza sul futuro dell’area.
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Un regolamento per "l'amministrazione condivisa": riappropriarsi del senso di comunità

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Un regolamento per "l'amministrazione condivisa": riappropriarsi del senso di comunità
Un regolamento per "l'amministrazione condivisa": riappropriarsi del senso di comunità
Gregorio Arena, presidente dell’associazione Labsus,“Laboratorio per la sussidiarietà”, impegnato da anni sul tema della amministrazione condivisa dei beni comuni nelle amministrazioni locali, ha incontrato giovedì 21 luglio il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali che hanno proposto una delibera consiliare per un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini ed istituzioni per la cura, la gestione e la rigenerazione in forma condivisa dei beni comuni urbani”
Gregorio Arena, presidente dell’associazione Labsus,“Laboratorio per la sussidiarietà”, impegnato da anni sul tema della amministrazione condivisa dei beni comuni nelle amministrazioni locali, ha incontrato giovedì 21 luglio il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali che hanno proposto una delibera consiliare per un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini ed istituzioni per la cura, la gestione e la rigenerazione in forma condivisa dei beni comuni urbani”
Prendersi cura dei beni comuni – ad esempio piazze, giardini, scuole, sentieri, beni culturali – come se fossero cose proprie. Perché, se ci pensiamo bene, le cose di tutti sono anche nostre.

Questo è il pensiero forte che sta alla base dell’azione di tante persone, di tutte le età, che, in tutta Italia e anche a Genova, hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo libero alla cura di qualcosa che non è di loro esclusiva proprietà, ma è di tutti.

Questa è “l’amministrazione condivisa”, un modo nuovo di intendere la convivenza civile, di vedere la cura della cosa pubblica anche come un momento di crescita del senso di coesione sociale.

Giovedì 21 luglio Gregorio Arena, presidente dell’associazione Labsus, “Laboratorio per la sussidiarietà”, impegnato da anni sul tema della amministrazione condivisa dei beni comuni nelle amministrazioni locali, è stato ospite del Comune di Genova.

Nel corso della mattina ha incontrato il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali - Monica Russo, Nadia Canepa, Barbara Comparini e Lucio Padovani – che hanno proposto una delibera di iniziativa consiliare per l’adozione di un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini ed istituzioni per la cura, la gestione e la rigenerazione in forma condivisa dei beni comuni urbani”.

Questo provvedimento, i cui contenuti sono ora sottoposti al parere dei Municipi, delle commissioni consiliari e saranno poi portati al vaglio del Consiglio comunale, riconosce ai cittadini una capacità autonoma di azione per l’interesse generale e dispone che le istituzioni ne sostengano gli sforzi.

La norma mette a disposizione dei cittadini attivi e degli uffici comunali e municipali i cosiddetti “patti di collaborazione”, strumento principale di condivisione degli obiettivi e delle modalità per le azioni previste.

«Il regolamento per l’amministrazione condivisa – spiega Gregorio Arena, professore di Diritto Amministrativo all’Università di Trento e dell’associazione Labsus,–  rappresenta un nuovo modo per amministrare. Consente ai cittadini che vogliono partecipare attivamente alla cura del bene comune di poterlo fare in sicurezza. E’ uno strumento che tutela sia loro sia i dirigenti comunali: toglie responsabilità ai funzionari e libera energie».

Questo non vuol dire che le istituzioni sono esonerate dai loro compiti di cura e tutela, ma che si lavora insieme, su piani paralleli.

«Il punto fondamentale – sottolinea Arena – non è tanto la manutenzione, quanto come il lavorare insieme per un obiettivo comune aiuti a (ri)costruire il senso di comunità. E’ un modo formidabile per uscire dalla solitudine in cui spesso si vive in città, ci si dà fiducia. Ecco, questa è la sfida da vincere: recuperare il senso di fiducia nel futuro, senza il quale la crisi economica avrà vinto e noi saremo stati sconfitti».

Il regolamento ha solo 26 articoli, ma «incrocia un fenomeno straordinario che abbiamo incontrato in tutta Italia e anche a Genova: nostri concittadni che vogliono essere parte attiva nella vita della città, che vogliono prendersi cura delle cose comuni come se fossero proprie. Questo è un cambiamento di paradigma straordinario. Spero che il prossimo anno ci si possa incontrare per fare un primo bilancio e renderci conto di quante energie questo regolamento è stato in grado di liberare».

Nel pomeriggio, Arena ha visitato la Casa di Quartiere del Lagaccio, inaugurata recentemente nell’ex caserma Gavoglio. Uno spazio restituito recentemente al quartiere e alla città. Il percorso seguito in questa occasione costituisce un esempio concreto dei principi di amministrazione condivisa: cittadinanza attiva, riuso temporaneo degli spazi pubblici, condivisione nella cura e rigenerazione del quartiere da parte di una comunità, ruolo di facilitazione da parte delle istituzioni.

Proprio questa importante esperienza è la migliore testimonianza di come «i cittadini possono diventare soggetti attivi in rapporto con il Comune superando il ruolo di amministrati - osserva il sindaco di Genova Marco Doria - le esperienze in corso, come questa della ex Gavoglio, dimostrano che anche a Genova esistono le risorse per realizzare l’obiettivo. Per far funzionare questo modello di gestione della cosa pubblica occorre che i cittadini si assumano una parte di responsabilità su temi di interesse generale e che i dipendenti comunali siano adeguatamente formati e motivati».

A questo proposito, dopo l'incontro con gli amministratori comunali, Arena ha tenuto un seminario informativo rivolto a dirigenti e funzionari del Comune.
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