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Città più verde. Nasce il parco degli Erzelli

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Città più verde. Nasce il parco degli Erzelli
Città più verde. Nasce il parco degli Erzelli
Circa 220 mila metri quadrati di superfici erbose e spazi per giochi ed eventi culturali. Alto il contenuto tecnologico con connessione wifi ad alta velocità, panchine con prese di ricarica USB.  Filodiffusione e totem informativi interattivi, luci a led con sistemi di massimo controllo del risparmio energetico. Entro la fine del 2017 i primi 30.000 mq attrezzati
Circa 220 mila metri quadrati di superfici erbose e spazi per giochi ed eventi culturali. Alto il contenuto tecnologico con connessione wifi ad alta velocità, panchine con prese di ricarica USB.  Filodiffusione e totem informativi interattivi, luci a led con sistemi di massimo controllo del risparmio energetico. Entro la fine del 2017 i primi 30.000 mq attrezzati
I genovesi hanno un polmone verde in più. Nascerà nell'area degli Erzelli, precedentemente asfaltata e utilizzata come deposito di container. Lo ha deciso la Giunta questa mattina, approvando il progetto definitivo per la realizzazione del GREAT Campus, che mette a disposizione dei cittadini 220 mila metri quadrati di superficie aperti al pubblico e trasformati in spazi attrezzati per il gioco, lo sport e per eventi culturali e spettacoli.

Due gli step del progetto. Entro la fine dell'anno, su una superficie di circa 30.000 mq, verranno realizzati  superfici erbose e alberature, ma anche percorsi ginnici con strutture di servizio (bagni e docce a disposizione della cittadinanza), un’area attrezzata destinata al gioco dei bimbi e zone di sosta con sedute. Successivamente, inizierà la valorizzazione della zona a nord (area di Monte Guano) e la rinaturalizzazione della porzione a sud (la spianata e le aree di cornice a est e ovest). Costo complessivo 2 milioni e 800 mila euro.

Per arricchire ulteriormente il parco, particolare attenzione è stata dedicata al tema della connettività: accesso libero ad internet con connessione wifi ad alta velocità stabile, panchine dotate di prese di ricarica USB per i dispositivi portatili degli utenti, sistema di filodiffusione e totem informativi interattivi, luci a led con sistemi di massimo controllo del risparmio energetico..
Nuovo parco erzelli
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Smau e Anci per Smart City La via italiana per le città del futuro

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Smau e Anci per Smart City
La via italiana per le città del futuro
Smau e Anci per Smart City
La via italiana per le città del futuro
L’edizione 2011 dell'evento fieristico milanese dedicato all’informatica e alle nuove tecnologie, ospita quest’anno due giorni di lavoratori e convegni dedicati interamente al progetto: aziende e amministrazioni insieme per il futuro delle nostre Città
L’edizione 2011 dell'evento fieristico milanese dedicato all’informatica e alle nuove tecnologie, ospita quest’anno due giorni di lavoratori e convegni dedicati interamente al progetto: aziende e amministrazioni insieme per il futuro delle nostre Città
L’edizione 2011 di SMAU, evento fieristico milanese dedicato all’informatica e alle nuove tecnologie, ospita quest’anno due giorni di lavoratori e convegni dedicati interamente al progetto Smart City: esposizioni delle moderne tecnologie e possibilità di confrontarsi su quanto fatto e su quanto ancora c’è da fare.

Le tematiche sotto i riflettori sono quelle strutturali all’idea della città intelligente del futuro: efficienza energetica, edilizia sostenibile, mobilità, sicurezza, turismo, valorizzazione dei beni culturali e la ricerca dei finanziamenti necessari per l’avvio dei progetti.

I lavori sono stati avviati con una tavola rotonda a cui hanno partecipato tra gli altri, il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, Michele Emiliano, primo cittadino di Bari, Flavio Zanonato, sindaco di Padova, Nicola Ciniero, Pietro Scott Jovane e David Bevilacqua, amministratori delegati rispettivamente di IBM, Microsoft Italia e CISCO.

Introduce Giancarlo Capitani, professore di Digital Cities del Politecnico di Milano: «Le città sono, e saranno sempre di più, il motore dell’economia mondiale: il 70% della popolazione vive nei centri urbani e quindi il futuro nasce qua; il nostro sogno deve essere quello di riuscire a mettere in rete le città italiane. Genova è stata la prima, l’apripista». Oggi a ruota altre città stanno seguendo questa via, e l’osservatorio Anci – SMAU è dimostrazione tangibile di una macchina che ha iniziato a macinare strada. «Gli obbiettivi sono chiari – sottolinea il professore – ma esistono degli elementi necessari che le città devono assicurarsi: un piano strategico aggiornato, una governante efficiente e attenta, il dialogo e la condivisione con i cittadini, strategie per trovare i fondi necessari e per creare un marketing istituzionale che crei la domanda per i servizi smart».

Segue l’intervento del sindaco di Genova, Marta Vincenzi: «L’esperienza Smart City sta già portando i primi segnali di rete: Genova e Torino  hanno incominciato un percorso comune, ed è il primo caso in Italia. Non sarà facile: bisogna assolutamente superare i vincoli burocratici per sbloccare i progetti, e questi devono assolutamente coinvolgere le competenze dei giovani, vero patrimonio per il futuro dei nostri insediamenti urbani». Questo progetto,però, in qualche modo deve essere sostenuto su larga scala: «Il governo potrebbe inserire Smart City nel decreto sviluppo – sottolinea la Vincenzi – riconoscendo la priorità di questa iniziativa».

La portualità  e la sua rivalutazione sono al centro dell’intervento di Michele Emiliano, che sa quale sono le potenzialità dei porti del sud d’Italia. Chiude i contributi istituzionali Zanonato, che, sebbene vivendo e lavorando in una realtà urbana più piccola, mette in primo piano la centralità della mobilità dei cittadini.

I lavori dureranno per tutta la giornata di domani, 21 ottobre, e metteranno allo stesso tavolo le piccole e grandi aziende dei settori considerati “smart”, con le amministrazioni, nell’intento di trovare o rafforzare impulsi e suggestioni per continuare questo cammino. Durante tutta la durata della fiera, sarà allestito uno spazio dedicato a queste tematiche, per condividere i progressi tecnologici acquisiti, le esperienze aziendali e amministrative, creare nuovi spazi di dialogo e lavoro. I primi esempi, in fase di sperimentazione,  sono già realtà: il teleriscaldamento di Torino, i lampioni a luce variabile di Barletta, il robot-spazzino di Pisa, la connessione elettrica e al contempo internet di Brescia, le aree wi-fi e i QR-Code di Genova.

La strada è lunga, ma il cammino è già iniziato: l’integrazione con la vita dei singoli sarà fondamentale per capire e cambiare il tessuto urbano del futuro; la città sarà veramente “intelligente”, se i primi ad essere smart saranno i cittadini e gli stessi amministratori.
Milano
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Smart City: verso l'Europa sostenibile Uno sviluppo non solo tecnologico

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Smart City: verso l'Europa sostenibile
Uno sviluppo non solo tecnologico
Smart City: verso l'Europa sostenibile Uno sviluppo non solo tecnologico
La pianificazione intelligente a livello comunitario è il tema principale della seconda giornata di lavori nell’ambito della IX Biennale degli urbanisti. Barbieri: «Accantonare gli egoisimi statali»
La pianificazione intelligente a livello comunitario è il tema principale della seconda giornata di lavori nell’ambito della IX Biennale degli urbanisti. Barbieri: «Accantonare gli egoisimi statali»
Seconda giornata di lavori ai Magazzini del Cotone nell’ambito della IX Biennale delle città e degli urbanisti europei. Tema chiave della sessione la pianificazione smart in funzione di uno sviluppo sostenibile e condiviso dai territori della Comunità.

A introdurre la discussione, le parole di Carlo Alberto Barbieri (Inu) che hanno posto l’accento sull’impreparazione dell’Europa ad affrontare una crisi iniziata sul piano finanziario ed estesasi rapidamente a quello dell’economia reale e quindi alle sfere sociale e politica. «La crisi, che ha iniziato a mostrarsi in forma continua e mutevole fin dai primi passi del programma quadro europeo per il 2007-2013, sta ponendo agli stati dell’Unione una sfida dalla quale si potrà uscire soltanto con un cambio di passo che dovrà contraddistinguere le nuove linee guida della pianificazione comunitaria per il 2014-2020». Secondo Barbieri, in discussione sono gli stessi fondamenti dello sviluppo economico classico: «L’attuale congiuntura economica sta dimostrando una forte debolezza all’interno della Comunità europea. È arrivato il momento di accantonare gli egoismi dei singoli Stati e puntare su uno smart planning che non sia vittima di nuove forme di settorialismo e che sia orientata a una sistematicità di sviluppo».

Al termine della sessione plenaria, la discussione si è articolata in differenti workshop monotematici paralleli con lo scopo di analizzare gli elementi fondativi che devono contraddistinguere il cammino di tutte le città europee verso il ruolo di Smart Cities.
Il raggiungimento degli obiettivi degni di una città intelligente non può prescindere da un corretto utilizzo della tecnologia, che dovrà essere nel contempo avanzata e accessibile a tutti. Il tema è stato sviscerato nel corso del laboratorio dal titolo “Innovazione nelle città gateway: casi italiani emergenti”, dove, tra gli altri, è intervenuto Pino Rasero, presidente di Leonardo Technology, che ha illustrato il ruolo del futuro Parco scientifico tecnologico degli Erzelli: «Lo sviluppo tecnologico ci è necessario per sopravvivere. Basti pensare che gli Stati Uniti ogni dieci anni raddoppiano gli investimenti nella ricerca, la Cina ogni cinque, mentre l’Italia è ferma esattamente a dieci anni fa. Per questo i parchi scientifici e tecnologici sono fondamentali per recuperare la strada perduta».

Affollatissimo il workshop dedicato alla presentazione delle vie di sviluppo urbano sostenibile imboccate da alcune città europee sulla strada verso Smart Cities. Tra gli speaking coordinati dal professor Pietro Garau (Inu), da segnalare quello di Ina Homeier-Mendes, dipartimento Sviluppo urbano e pianificazione di Vienna: «Il nostro punto di forza è il tentativo di coinvolgere tutta la cittadinanza in questa sfida. Dobbiamo aver bene presente, però, che non si tratta solo di una questione tecnologica: Vienna è una città multietnica, diventa perciò fondamentale educare tutta la popolazione a comportamenti sostenibili, anche quella parte che non ha così dimestichezza con l’hi-tech».
Sul tema è intervenuto anche Marco Beltrami (IBM Global Business Services), che si è soffermato principalmente sul miglioramento dei servizi urbani grazie all’applicazione delle innovazioni tecnologiche: «Per fare ciò è necessaria una maggiore integrazione tra tutte le realtà che operano sul territorio. La città intelligente è quella che riesce a integrare i propri servizi e metterli in stretta comunicazione tra loro».  

Il confronto sulle città portuali e i loro collegamenti attraverso i corridoi paneuropei,  tavolo di discussione sulla città porto, si è concentrato sui di Marsiglia e La Spezia, realtà con le quali Genova deve necessariamente confrontarsi, analizzati rispettivamente da Régine Vinson e Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità Portuale spezzina. A chiudere il laboratorio, la relazione su Santander, tenuta da Flavio Tejada, direttore associato della sede Arup (nota società di ingegneria anglosassone) di Madrid: «Nonostante le sostanziali differenze geografiche tra Santander e Genova, a cominciare dalle dimensioni, non mancano i punti in comune. Basti pensare che oggi, mentre io raccontavo Santander alla Biennale di Genova, Renzo Piano era in Spagna impegnato in una visita della città basca, dove è in procinto di realizzare un grande centro culturale sul fronte del porto. Da tempo, ormai, guardiamo verso Genova con grande interesse». 

Video di Riccardo Molinari.
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Gli urbanisti attenti alle relazioni sulle Smart Cities
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Dall'ICT al web, gli obiettivi raggiuntidal Campus della “Città Digitale”

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Dall'ICT al web, gli obiettivi raggiunti
dal Campus della “Città Digitale”
Dall'ICT al web, gli obiettivi raggiunti
dal Campus della “Città Digitale”
Quattro anni fa il progetto è partito da un sogno di cambiamento, sostenuto da chi ha visto in questo la possibilità di aprire nuove prospettive per Genova. Con pochi soldi, molta passione e un gruppo di giovani siamo arrivati al wireless gratuito, alla multimedialità nelle attività di informazione del Comune, al concetto di rete nella costruzione del siti della PA. Ma il cammino non è finito
Quattro anni fa il progetto è partito da un sogno di cambiamento, sostenuto da chi ha visto in questo la possibilità di aprire nuove prospettive per Genova. Con pochi soldi, molta passione e un gruppo di giovani siamo arrivati al wireless gratuito, alla multimedialità nelle attività di informazione del Comune, al concetto di rete nella costruzione del siti della PA. Ma il cammino non è finito
«Noi abbiamo conquistato la realtà e perduto il sogno
Credo che questa citazione da “L'uomo senza qualità” di Robert Musil a cui ho aggiunto un essenziale punto interrogativo ben si adatti a descrivere il progetto di attuazione del programma della giunta guidata da Marta Vincenzi per quanto riguarda la Città Digitale.

Nella realizzazione di un programma politico-amministrativo ci si muove sempre tra “sogno” e “realtà”.

La Politica “Alta” più che “far sognare” dovrebbe essere in grado di “sognare” il cambiamento, l'evoluzione, il progetto e darsi gli strumenti tecnico-amministrativi atti a provare a realizzare tale “sogno” confrontandosi con la realtà: è questo il “compromesso” che la Politica deve realizzare nella quotidianità del suo agire.

Io credo che in questi anni, con la fatica che ogni progetto innovativo porta con sé in termini di ridisegno dell'organizzazione, di superamento delle naturali resistenze al cambiamento molto si è fatto per raggiungere i risultati previsti, pur con gli adattamenti inevitabili  e i rallentamenti comprensibili che il confronto con una realtà fatta di interessi anche legittimi, di norme e difficoltà economiche sempre più forti per gli Enti locali, ci ha costretto ad affrontare per raggiungere al meglio gli obiettivi che ci eravamo posti all'inizio di questo mandato amministrativo.

Io credo che l'apertura  a fine luglio del nuovo portale del Comune di Genova e la prossima inaugurazione ai primi di settembre del sistema wifi pubblico cittadino rappresentino la reificazione concreta e simbolica al tempo stesso del raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo dati nel momento in cui il Progetto “Genova Città Digitale” è partito.

Vediamo nel concreto quali erano gli obiettivi.

Creare una rete di connettività cittadina wireless moderna e volta anche a rappresentare un valore aggiunto per il marketing territoriale della città.
Risultato a distanza di quattro anni raggiunto: l'apertura a settembre di vaste aree della città e di molti edifici pubblici al wifi gratuito (val la pena ribadire ancora una volta, onde demolire spero per sempre una leggenda metropolitana, che non esiste connessione alla rete senza un costo pur piccolo, qualunque sia il mezzo usato, per raggiungere Internet, per cui anche la tecnologia wifi ha un costo in termini di impianti e connettività e qualcuno, in questo caso il Comune, questi costi li coprirà per offrire il servizio gratis, con gli ovvi limiti previsti, seguendo il modello del consorzio di Città a cui abbiamo aderito) rappresenta il primo significativo passo verso, speriamo, un sistema ancora più allargato e diffuso col progressivo ingresso nel network wireless, per altro previsto a livello di progetto, di soggetti privati come esercizi pubblici e alberghi per i quali la disponibilità di una connessione gratuita e collegata alla grande rete wireless cittadina, rappresenta un fattore importante di attrattività.

Creare uno strumento di governo e di produzione di contenuti di una comunicazione moderna e multimediale all'interno del Comune per la realizzazione di siti e applicazioni web al passo con l'evoluzione della rete.
Risultato a distanza di quattro anni raggiunto: il Campus della Città Digitale è ora non più un esperimento ma una struttura comunale inserita stabilmente nell'organigramma aziendale, rappresenta il fiore all'occhiello del Progetto per le eccellenze che ha saputo creare nel campo della comunicazione audiovisiva e dell'uso dei social network integrati con la realizzazione di siti web tradizionali come tipologia, non certo come progettualità, pur mantenendo le sue caratteristiche di luogo aperto alla sperimentazione e ai rapporti di collaborazione con l'Università che ne rappresentano un inestimabile valore aggiunto e un unicum in Italia nel campo delle PA, come unica è la composizione multidisciplinare di chi ci ha lavorato e ci lavora.

Missione compiuta allora?

Direi che abbiamo in questi anni messo basi solide per una rivoluzione non solo tecnologica del rapporto del Comune con l'innovazione e l'ICT che ha ancora molto cammino da fare per dirsi pienamente compiuta.

E' una rivoluzione che tocca non soltanto la tecnica ma i cuori e le menti delle persone coinvolte, in primis, la macchina comunale che dovrà non adattarsi ma essere pienamente coinvolta nel processo di rinnovamento della comunicazione comunale che i nuovi progetti e le nuove forme di connettività portano necessariamente con sé.

E' una rivoluzione che prevede una partecipazione forte dell'impresa privata che non veda più il Comune solo come un cliente ma come un Ente Amico che crea possibilità e facilitazioni nello sviluppo di nuove idee che possano avere come luogo di origine Genova e come teatro di uso il mondo, in questo senso è molto importante che si trovino sinergie con Enti e Istituzioni per favorire la nascita di start-up accompagnate e aiutate nei loro primi tradizionalmente difficili passi non con un criterio di assistenza a pioggia ma anche qui di facilitazione mirata e per merito e qualità.

Abbiamo perduto il sogno durante il cammino fatto nella realtà?

Con i pochi mezzi che le finanze straziate del Comune ci ha messo a disposizione, con un piccolo gruppo di giovani, preziosissimi giovani, alla cui passione non sempre è stato possibile purtroppo far corrispondere adeguate “collocazioni”, pur facendo salti mortali per trovare il modo di poter utilizzare ogni forma di finanziamento disponibile, abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere: cercare di dare risposte concrete, le migliori possibili (non le migliori in assoluto) agli obiettivi che ci eravamo posti alla partenza di questa avventura.

La Città Digitale continua a “sognare” il futuro di Genova nel campo sempre più strategico dell'Information Technology, speriamo che sempre più la città tutta sogni e operi di conseguenza e in sinergia con noi, in un confronto dialettico con al centro bisogni reali e strategie a largo respiro a vocazione naturalmente internazionale. E che i prossimi anni segnino, come da programmi il consolidamento e lo sviluppo definitivo del progetto.
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