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Marco Doria riceve la fascia da sindaco

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Marco Doria riceve la fascia da sindaco
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Adinolfi: lunedì Finmeccanica ferma due ore Giovedì Genova sciopera contro il terrorismo

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Adinolfi: lunedì Finmeccanica ferma due ore
Giovedì Genova sciopera contro il terrorismo
Adinolfi: lunedì Finmeccanica ferma due ore
Giovedì Genova sciopera contro il terrorismo
La solidarietà del Comune con i lavoratori liguri, che usciranno dai cancelli Ansaldo di Genova. Attendibile la pista anarchica internazionale Fai/Fri. Vertice in prefettura per un punto della situazione e un piano di protezione dei possibili dirigenti in pericolo.
La solidarietà del Comune con i lavoratori liguri, che usciranno dai cancelli Ansaldo di Genova. Attendibile la pista anarchica internazionale Fai/Fri. Vertice in prefettura per un punto della situazione e un piano di protezione dei possibili dirigenti in pericolo.
Contro il terrorismo e ogni forma di violenza. Dopo l’attentato all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, dimesso ieri dall’ospedale proprio mentre alla redazione del Corriere della Sera di Milano giungeva per posta la rivendicazione della gambizzazione avvenuta a Genova da parte della “Federazione anarchica informale – Nucleo Olga”, ritenuto dagli inquirenti forse il gruppo più pericoloso nella galassia dell’anarchia internazionale, lunedì 14 maggio è il momento della risposta democratica organizzata dei lavoratori e della città. E giovedì, per iniziativa del presidente della regione, che ha chiamato a raccolta istituzionim categorie economiche e sindacati, si fermerà la città con manifestazione a De Ferrari, con modalità ancora da concordare.
Dopo gli attestati di solidarietà giunti ad Adinolfi, alla sua azienda e ai suoi colleghi, i lavoratori di Ansaldo Energia ed Ansaldo Nucleare di Genova, lunedì si fermeranno per due ore, e forse usciranno dai cancelli per dare maggiore visibilità a quella che vuole essere una decisa opposizione a qualunque forma di terrorismo ma anche una dimostrazione di solidarietà al dirigente ferito, definito nel volantino di rivendicazione – spedito da Genova il 7 maggio, come si evince da timbro postale, giorno stesso dell’attentato - «uno dei tanti stregoni dell’atomo dall’anima candida e dalla coscienza pulita».
La data dello sciopero – spiega la Rsu della fiom-Cgil Ansaldo, è stata decisa per lunedì perché la notizia della rivendicazione è giunta in ritardo, altrimenti ci saremmo fermati subito. Volevamo sapere, capire di più sulla matrice di questo attentato.
Secondo quanto ha precisato il segretario della Fiom Cigl Franco Grondona, lo sciopero sarà di due ore e interesserà tutti i lavoratori del Gruppo Finmeccanica della Liguria, perché «la violenza va contrastata immediatamente».
In un comunicato unitario, Cgil, Cisl e Uil «invitano le lavoratrici e i lavoratori genovesi a tenere alta la guardia contro ogni atto contrario ai principi democratici fondanti la nostra società e rinnovano l'impegno del sindacato contro ogni forma di violenza, anche con forme di mobilitazione nei confronti di azioni criminali che la città e il Paese hanno già conosciuto in passato».
Adesione allo sciopero anche da parte del Pd («Il Partito Democratico, insieme a tutte le forze impegnate a cambiare la nostra società nel rispetto delle regole, saprà reagire con determinazione, forte del consenso di migliaia di cittadini che credono alla democrazia. Siamo pronti ad aderire alle manifestazioni che esprimano solidarietà ad Adinolfi e ad Ansaldo Nucleare e si propongano di combattere pacificamente questo inquietante risveglio del terrorismo»).
Decisa la posizione del sindaco uscente di Genova, Marta Vincenzi, che ha ribadito la solidarietà al dirigente ferito e ha detto che il Comune è come sempre accanto ai lavoratori e in special modo in questa occasione in cui bisogna non dimostrare alcuna incertezza schierandosi contro il terrorismo, e contro qualunque di tipo di violenza, come è già avvenuto già in passato. Il Comune è impegnato a difenderle queste fabbriche, in una fase in cui provoca solo indignazione chi in qualunque modo le colpisce mentre i lavoratori lottano per il lavoro e il loro futuro. E il mondo del lavoro è, per sua tradizione, per i metodi democratici.
Sempre lunedì, a Genova si terrà un vertice in Prefettura per fare un punto della situazione e durante il quale sarà probabilmente deciso un piano di protezione per i dirigenti industriali che si ritiene siano più esposti alla luce dell’interpretazione dei disegni terroristici del fronte Fai/Fri che ha dichiarato di non voler creare consenso attorno a sé ma “complicità”. Quasi una chiamata alle armi.
La matrice dell’attentato sembra chiara e gli inquirenti prendono per buona la rivendicazione di FAI e FRI (Fronte rivoluzionario internazionale), già conosciuti in Italia e soprattutto in Grecia, Spagna, Svizzera. Olga, secondo gli esperti del’antiterrorismo, sarebbe Olga Ikonomidou, appartenente alle Cellule di fuoco, un gruppo anarchico greco responsabile di diversi attentati nel biennio 2009-2010 e attualmente in carcere proprio in Grecia. Come, gli inquirenti, non sottovalutano le minacce di nuovi attacchi in Italia annunciate nel volantino di rivendicazione, lungo 3 pagine e mezzo e sormontato da un simbolo, già visto, formato da un semicerchio da cui partono cinque frecce convergenti e, in cima a destra una stella a cinque punte con dentro una A (anarchia).
Genova
volantino anarchici
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G. SAN.

In albergo i libri di Sanguineti Presto alla biblioteca dell'ex Colombia

marta vincenzi
In albergo i libri di Sanguineti
Presto alla biblioteca dell'ex Colombia
In albergo i libri di Sanguineti
Presto alla biblioteca dell'ex Colombia
La raccolta libraria d'arte del poeta affidata ieri  alla Biblioteca Universitaria di Genova. Ventiquattromila volumi a disposizione del pubblico nella splendida sede dell'ex Hotel Colombia, a Principe
La raccolta libraria d'arte del poeta affidata ieri  alla Biblioteca Universitaria di Genova. Ventiquattromila volumi a disposizione del pubblico nella splendida sede dell'ex Hotel Colombia, a Principe
In quello che fu uno splendido albergo a cinque stelle, recentemente restaurato e restituito alla città, in cima a Via Balbi, affacciato su Piazza Acquaverde, è stato firmato ieri il protocollo d'intesa tra il Comune di Genova, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Biblioteca Universitaria per l'affidamento in comodato d'uso dell'immensa raccolta di volumi di Edoardo Sanguineti, di cui la città di Genova ha acquisito la proprietà in seguito alla donazione da parte degli eredi.
La firma, presenti il sindaco Marta Vincenzi, la moglie e la figlia del poeta, Luciana Garabello e Giulia, di Guido Gandino, direttore per il Comune della Valorizzazione del patrimonio culturale e dei rapporti con l'Università, di Maurizio Galletti, direttore regionale per la Liguria del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Maria Concetta Petrollo, direttrice della biblioteca, diviene l'occasione per ricordare non solo un grande poeta , narratore e critico, ma un intellettuale del mondo e italiano, un artista completo che si è occupato di cinema come di pittura, di musica, di politica, di letteratura classica come di ludolinguistica.

«Il sogno di mio marito era vivere in albergo – ricorda sorridendo la signora Luciana – dare i libri alla biblioteca, poi vivere in albergo». Questa sistemazione, nel prestigioso hotel che ospitò personaggi famosi, sembra perciò la più adeguata per una raccolta di volumi che è grande parte della vita di un intellettuale genovese, italiano e internazionale.
Tra i pregi del vecchio Colombia ci sono anche gli ampi spazi, sufficienti per le esigenze della biblioteca dell'università, ma anche per ospitare l'immensa raccolta e per offrirla, con le adeguate misure di sicurezza e di controllo come previsto dagli accordi sottoscritti ieri, alla città, all'Italia, alla cultura del mondo intero.
Adesso, compiuto questo atto formale, è possibile procedere alla sistemazione dei libri. Lavoro complesso, ovviamente, che richiede un progetto adeguato e l'acquisto di arredi.

Questa collocazione è ideale, sottolinea il Sindaco, non solo perché è centrale rispetto ai percorsi della cultura e dell'arte nella città di Genova, ma perché è centrale, e lo diventerà sempre di più con l'evoluzione del sistema dei trasporti, con la ferrovia metropolitana, anche nei percorsi dei genovesi, dei turisti, dei viaggiatori. «Percorsi non solo culturali, ma anche fisici. Sarà facile, tra qualche anno, per giovani che vengano per esempio da Voltri, arrivare in pochi minuti qua e trovare la cultura, l'università, la biblioteca, Edoardo Sanguineti»

Per una migliore gestione del patrimonio, di cui si occupano attualmente studiosi italiani  nell'attesa della costituzione di un comitato scientifico internazionale, è prevista, ricorda la figlia Giulia, la nascita di un centro studi intitolato al poeta. Alla presenza del rappresentante del ministero, ringraziando tutti gli enti e le persone che hanno portato al traguardo di oggi, chiede al governo di non dimenticarsene.
Genova
Guido Gandino, Marta Vincenzi, Luciana Sanguineti. Foto R. Verner
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RUGGERO VERNER

Come cent’anni fa: restaurato l’ascensore Castelletto Levante

marta vincenzi
Come cent’anni fa: restaurato
l’ascensore Castelletto Levante
Come cent’anni fa: restaurato
l’ascensore Castelletto Levante
Nel 2009 la revisione delle macchine; un anno di lavori per il restauro dello storico impianto che da Portello porta alla Spianata. Ripristinati i decori interni ed esterni, gli intonaci e gli arredi. Importanti interventi di consolidamento della struttura
Nel 2009 la revisione delle macchine; un anno di lavori per il restauro dello storico impianto che da Portello porta alla Spianata. Ripristinati i decori interni ed esterni, gli intonaci e gli arredi. Importanti interventi di consolidamento della struttura
Giorgio Caproni, grande innamorato di Genova, progettava di usarlo per andare in paradiso; Emanuele Luzzati lo dipinse e ne parlava e citava quel poeta livornese. È giustamente celebre, negli ambienti artistici, l’ascensore di Castelletto. Per le caratteristiche e per il dislivello coperto, 57 metri, paragonabile a pochi altri nel mondo, tra cui quello di Santa Justa a Lisbona, che ha pochi anni di più ed è alto circa la metà del nostro.
Questa mattina alle 11.45 il sindaco Marta Vincenzi, il vice sindaco Paolo Pissarello, l’assessore ai trasporti della Regione Enrico Vesco e Paolo Cervetti, amministratore delegato Amt, hanno presentato alla stampa e ai genovesi il risultato del restauro.

I materiali e i colori degli intonaci, le decorazioni in rilievo, le vetrate, i serramenti in ferro, la recinzione del terrazzo, gli arredi, le maioliche, che ovviamente non sono più in produzione e sono state riprodotte a mano a partire dalla costruzione dello stampo: tutto è stato rifatto nel modo più fedele, rispettando i vincoli storici e artistici. Ognuno dei 438 “vetri cattedrale”, riquadri colorati appositamente prodotti da una ditta di Milano, è composto, per essere a norma e contemporaneamente conforme al progetto originale, da due lastre sovrapposte e da una pellicola adesiva interposta, in grado questa di trattenere i frammenti in caso di rottura.

Ma l’intervento non è stato solo sull’estetica. Il tempo infatti, si pensi a un secolo di usura e di assestamenti del terreno, iniziava a compromettere la stabilità della torre liberty, che con l’ultima guerra aveva perso le vetrate lungo il percorso che permettevano ai passeggeri di guardare il panorama anche durante la salita e la discesa, ma aveva mantenuto il fascino dell’anzianità, dell’unicità e della sorpresa del panorama di Genova dalla spianata, mai uguale a se stesso.
È stato necessario perciò un intervento di consolidamento della struttura portante, realizzato con la sistemazione di 20 pali da 16 centimetri di diametro fino a una profondità di oltre 7 metri, connessi con 32 barre orizzontali in acciaio al titanio, e con la ricostruzione dei contrafforti, le strutture esterne di sostegno, e di parte della muratura, con l’impiego di novemila mattoni, al fine di una migliore distribuzione dei pesi.

In collaborazione con la Consulta Handicap si è provveduto all'abbattimento delle barriere architettoniche, con la modifica dell'apertura delle porte di accesso della stazione inferiore e all'interno della galleria per agevolare il passaggio delle persone in carrozzella e con l'installazione di percorsi in rilievo e di mappe tattili, con segnalazione dei punti significativi, come l'emettitrice dei biglietti e la timbratrice, per favorire gli spostamenti autonomi dei ciechi e degli ipovedenti.

L’opera, del costo di 400 mila euro, è inserita nel piano di riqualificazione della Maddalena e ha perciò goduto di finanziamenti europei. L’ascensore infatti è ritenuto indispensabile nell’economia dell’antico quartiere perché lo collega, con un percorso straordinariamente rapido, con Castelletto. Era tradizione che dalla città alta si scendesse con quel mezzo per fare acquisti; l’auspicio di Comune, Regione e Amt, che hanno collaborato all'opera, è che quel movimento riprenda, intensificandosi sempre di più.
D’altra parte già oggi l’ascensore di Caproni e Luzzati non è solo un affare per turisti e amanti del bello, se è vero che nell’arco di un anno, secondo l'azienda di trasporto, è utilizzato da un milione di passeggeri.
«Si può dire, con il restauro di oggi e con l’adeguamento dei motori, che per i prossimi trent’anni non avremo problemi, con questo ascensore come con gli altri impianti di risalita importanti a Genova – comunica Marta Vincenzi – perché li abbiamo messi a posto tutti. È prevista per venerdi l’ultima inaugurazione, quella della ferrovia a cremagliera di Granarolo».
Genova
La stazione di castelletto dell'ascensore, foto R. Verner
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RUGGERO VERNER

La Liberazione e i ragazzi Rivarolo: “Dalla memoria al futuro”

marta vincenzi
La Liberazione e i ragazzi
Rivarolo: “Dalla memoria al futuro”
La Liberazione e i ragazzi
Rivarolo: “Dalla memoria al futuro”
Manifestazione organizzata dalle sezioni Anpi Cabona, Fegino e Certosa, con la partecipazione delle scuole e della Banda Musicale di Rivarolo. Il Sindaco ai giovanissimi: la democrazia è nelle vostre mani
Manifestazione organizzata dalle sezioni Anpi Cabona, Fegino e Certosa, con la partecipazione delle scuole e della Banda Musicale di Rivarolo. Il Sindaco ai giovanissimi: la democrazia è nelle vostre mani
«Adesso tocca a voi». Nel cortile della scuola di Piazza Durazzo Pallavicini, davanti agli alunni delle scuole elementari e medie conclude così il suo intervento, breve ma ricco di contenuto, il Sindaco Marta Vincenzi, dopo aver ricordato l’impegno nella Guerra di Liberazione di ragazzi «poco più grandi di voi, che hanno imbracciato le armi, sono andati a combattere, sono andati in montagna». Impegno che ha portato Genova, unica grande città d’Europa, a liberarsi da sola il 24 aprile, con un giorno d'anticipo sulla liberazione delle altre città dell'Italia settentrionale, costringendo alla resa l’esercito nazista che la occupava.

«Ma non la guerra, per importante che sia, voglio ricordare oggi, bensì i valori che quella lotta voleva riaffermare e che i partiti, quei partiti che oggi sono in grave crisi, hanno tradotto nella nostra democrazia. I valori della democrazia, oggi, come allora, sono in pericolo perché è nuovamente in atto un conflitto, anche se non combattuto con le stesse armi.
Quelle di oggi sono la finanza, le banche… I giovani di allora combatterono e morirono per la democrazia, per la libertà di tutti. Per il futuro questi valori sono nelle vostre mani; vi invito a farvene carico».

Marta Vincenzi interviene verso le undici e mezza del mattino, al termine di un paio d’ore di celebrazioni in cui, dopo il saluto dell’assessore del Municipio Valpolcevera Giorgio Boaretto, i ragazzi hanno letto brani da scritti di partigiani, da Gramsci, da Calvino e da altri autori e infine la banda ha intonato l’inno nazionale, cantato da tutti i presenti.
Al termine dell’intervento di nuovo la banda, poi qualche scatto ricordo. Mentre le classi si stanno ormai allontanando insieme agli insegnanti, c’è il tempo ancora per qualche considerazione su uno strano 25 aprile che, finalmente, vedrà la presenza del governo alle celebrazioni. Dopo che l’esecutivo precedente aveva negato il valore della festa, negando così la base stessa della nostra democrazia.
Genova
Foto di Ruggero Verner
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Qualità dei servizi: Genova ha anticipato il decreto Monti

marta vincenzi
Qualità dei servizi: Genova
ha anticipato il decreto Monti
Qualità dei servizi: Genova
ha anticipato il decreto Monti
Presentata a Palazzo Tursi la relazione sul secondo anno di attività dell’Autorità Servizi Pubblici Locali. Marta Vincenzi: «Esperienza innovativa, che ispira la politica nazionale». Invito ai candidati sindaci: «Si impegnino perché l’Aspl continui il suo lavoro»
Presentata a Palazzo Tursi la relazione sul secondo anno di attività dell’Autorità Servizi Pubblici Locali. Marta Vincenzi: «Esperienza innovativa, che ispira la politica nazionale». Invito ai candidati sindaci: «Si impegnino perché l’Aspl continui il suo lavoro»
Questa mattina, come già in altre occasioni, il sindaco di Genova ha espresso il proprio orgoglio per il lavoro fatto, e per il coraggio della scelta scomoda, che segue gli esempi di Roma e di Torino, di avere in casa propria, nell’organizzazione del Comune, un controllore totalmente autonomo.

L’occasione è il seminario di presentazione della relazione sull’attività dell’anno 2010-2011 dell’Autorità servizi Pubblici Locali, dal titolo “Trasparenza e qualità nei servizi pubblici locali: l’esperienza dell’Aspl”, che si è svolto nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, presenti tra gli altri Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio comunale, e i componenti dell’Autorità, Marco Barilati, Lorenzo Cuocolo e il Presidente Alberto Maria Benedetti,

L’agenzia genovese ha sviluppato nella nostra città una modalità d’intervento particolare, in grado di influenzare anche la politica nazionale. Nel “modello Genova”, infatti, da oltre un anno le carte dei servizi prevedono le modalità di esercizio dei diritti del cittadino e quelle di risarcimento del danno eventualmente arrecato dalla pubblica amministrazione. Questa norma è entrata nel decreto Monti sulle liberalizzazioni, dimostrando «la sensibilità del legislatore verso la protezione degli utenti dei pubblici servizi», come affermato da Benedetti, che mette in risalto l’utilità della difficile scelta del Comune, peraltro prevista dal suo Statuto, perché «un’autorità indipendente consente un controllo più efficace sul come i pubblici servizi vengono gestiti».

L’Aspl ha agito, in questi anni, sempre nei limiti del proprio mandato, su sollecitazione di cittadini, di organizzazioni dei consumatori e della stessa amministrazione comunale o anche di propria iniziativa. Non poteva intervenire su tutto: per esempio sulla questione delle “blu area” non doveva interferire sul lavoro della Magistratura. Ha sorvegliato, dopo la sentenza, che il Comune prendesse i provvedimenti necessari, come del resto ha fatto senza bisogno di sollecitazioni.
Ci sono poi i limiti, richiamati dai relatori, dovuti alla scarsità di mezzi, che comportano la necessità di intervenire non tanto sui casi singoli quanto sulle questioni generali, nella certezza che, anche in un periodo di crisi, dall’aumento della trasparenza possano venire solo vantaggi.

Il Sindaco ha concluso con l’auspicio che l’amministrazione futura non disperda il patrimonio di questo modello genovese di autorità di controllo. Chiede anzi ai candidati sindaco di inserire nel proprio programma «una valutazione del lavoro dell’Aspl e un progetto per la sua prosecuzione e per il futuro potenziamento».
Genova
Testo Alternativo
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RUGGERO VERNER

Ex Ilva: torre piezometrica addio Cade l’ultimo “pezzo” di un’epoca

marta vincenzi
Ex Ilva: torre piezometrica addio
Cade l’ultimo “pezzo” di un’epoca
Ex Ilva: torre piezometrica addio
Cade l’ultimo “pezzo” di un’epoca
Demolito il serbatoio dell’area di Cornigliano, con due escavatori che l’hanno buttato giù. Alto 52 metri e pesante 900 tonnellate poteva contenere un milione di litri d’acqua utilizzati per la lavorazione dell’acciaio, per la linea antincendio e per l’emergenza. Fra le autorità presenti, il sindaco Vincenzi.
Demolito il serbatoio dell’area di Cornigliano, con due escavatori che l’hanno buttato giù. Alto 52 metri e pesante 900 tonnellate poteva contenere un milione di litri d’acqua utilizzati per la lavorazione dell’acciaio, per la linea antincendio e per l’emergenza. Fra le autorità presenti, il sindaco Vincenzi.
L’ultimo “baluardo” industriale di quello che fu l’impianto siderurgico di Cornigliano, ovvero l’Ilva, e prima ancora l’Italsider, è caduto in una mattina di domenica davanti a un gruppo di operai, tecnici, qualche fotografo, cittadini e dirigenti industriali e autorità giunti quasi a rendere omaggio a un’epoca che scompare definitivamente per lasciare il posto a – come si dice – il futuro che avanza.

Il questo caso avanza sotto forma di due escavatori radiocomandati attrezzati, spiegano i tecnici, con “martellone oleodinamico”. Sono loro, e non le solite cariche esplosive che si usano in questi casi - evitati per la vicinanza della linea ferroviaria - a tirare giù la lunga torre piezometrica (il serbatoio pensile con la larga torre a scacchi bianchi e rossi che tutti i genovesi conoscevano e che quando era in funzione conteneva fino a quasi un milione di litri d’acqua che venivano utilizzati per la lavorazione dell’acciaio e in particolare come alimentazione della linea antincendio e come serbatoio d’emergenza).

La torre è stato l’ultimo manufatto a crollare da quando è iniziata la bonifica dell’area, iniziata nel marzo del 2006, grazie a 30 appalti per 50 milioni di euro.  Nel 2008, quando è stata registrata la massima attività nelle demolizioni, nell’area di Cornigliano sono stati prodotti circa 100 mila metri cubi di detriti, che sono stati interamente riutilizzati per riempimenti in loco, e alcune tonnellate di materiale ferroso.

A veder cadere l’ultimo testimone di quella di quella produzione siderurgia che ha fatto grande la Genova dell’industria pesante, il sindaco Marta Vincenzi, che è anche presidente della Società per Cornigliano, e il direttore della stessa società Enrico Da Molo; il presidente del Municipio VI Medio Ponente Sefano Bernini e i rappresentanti dei cittadini di Cornigliano che compongono il gruppo di lavoro per la riqualificazione del quartiere. L’intervento è stato eseguito dalla “Fratelli Baraldo Spa” di Modena, grazie a un appalto di circa 130 mila euro affidato da Sviluppo Genova.

Alta 52 metri, pesante circa 900 tonnellate, la torre piezometrica era stata costruita negli Anni Quaranta ed era comprensiva di due serbatoi: quello superiore (550 tonnellate di peso) con una capacità di 600 mila litri d’acqua e quello posto a quota più bassa, costruito negli Anni Cinquanta, per 400 mila litri, sostenuto da una propria struttura in pilastri e travi realizzati accanto al fusto che sostiene il serbatoio superiore, ma indipendenti; sotto il secondo serbatoio era stata costruita anche la nuova sala pompe: entrambi comunque erano già stati demoliti.
Per dare un’idea, i due serbatoi assieme contenevano tanta acqua quanto poco più della metà di una piscina olimpionica a 8 corsie (che ha una portata media di 1,6 milioni di litri).
Genova
torre cornigliano
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G. SAN.

"Via del Campo 29rosso" aperta la Casa dei cantautori

marta vincenzi
"Via del Campo 29rosso"
aperta la Casa dei cantautori
"Via del Campo 29rosso"
aperta la Casa dei cantautori
Inaugurato il nuovo emporio-museo che prende il posto del negozio “Musica Gianni Tassio”, acquistato due anni fa dal Comune e trasformato in uno spazio dedicato alla tradizione della scuola musicale genovese
Inaugurato il nuovo emporio-museo che prende il posto del negozio “Musica Gianni Tassio”, acquistato due anni fa dal Comune e trasformato in uno spazio dedicato alla tradizione della scuola musicale genovese
Un grande striscione all’inizio di via del Campo annuncia l’evento più atteso: “Entra nella nuova casa dei cantautori genovesi”. L’inaugurazione della “casa”, l’ex museo di Faber, è per le 17, la gente comincia ad affollare quello che fu il negozio “Musica Gianni Tassio” già nel primo pomeriggio. Una folla di gente di tutte le età, in cui si mischiano volti noti e gruppi emergenti della musica genovese (da Vittorio De Scalzi, a Cristiano Angelini, Max Manfredi, mentre non mancano Marisa Bindi e i nipoti di Luigi Tenco Patrizia e Giuseppe), della politica, della società civile. Una folla che invade la via resa celebre da Fabrizio De Andrè e le piazze limitrofe. Ed è una festa che vede l’esibizione di numerosi gruppi che rinnovano la tradizione della scuola della musica d’autore genovese: in piazza Fossatello i Sad Minstrel, la Cattiva Strada, i Palco Nudo, Marzio Angiolani e Andrea Podestà, in Piazzetta dei Fregoso gli Ostinati e Contrari, nel contesto della Chiesa di San Marcellino le quattro chitarre; per i poeti della stanza della Poesia, con le letture dei versi di De Andrè, l’atrio di palazzo Bartolomeo Invrea.

Per l’inauguarazione ufficiale, il sindaco Marta Vincenzi, l’assessore alla cultura Andrea Ranieri e don Andrea Gallo. Un evento atteso da migliaia di genovesi e non, che accolgono e festeggiano assieme a molti artisti e gruppi spontanei la riapertura del negozio-museo che da oggi si chiama “Via del Campo 29 rosso”.

La festa continua con l’Associazione Lilith, Valentina Amandolese, Cristina Nicoletta, Sabrina Napoleone, Andrea Facco, alla Casa della Musica (patner dell’emporio via del campo 29 rosso). Ma anche laboratori a S.Marcellino e all’auditorium GhettUp, oltre alla riapertura, con le autorità e gli studenti, del sottopasso dell’Annunziata. Operazione realizzata dagli studenti dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, nell’ambito del progetto “giovani e dintorni” del Comune di Genova.

Felice e commossa Daniela, la moglie di Gianni Tassio scomparso 8 anni fa, che ha creduto nella trasformazione del negozio in questo nuovo spazio dedicato alla musica e ai cantautori fin dal primo momento. «Non si è mai arresa – ha detto Marta Vincenzi, che ha ricordato come il Comune abbia acquistato il locale due anni fa per realizzare questo progetto aperto alla città – e oggi è grazie a tutti quelli che hanno risposto positivamente che Genova può ulteriormente valorizzare uno dei suoi punti di forza in campo cultuale, quella scuola dei cantautori per cui siamo conosciuti a livello internazionale».

Da Dori Ghezzi – moglie di Fabrizio de André e presidente della Fondazione a lui intitolata - assente a causa di un’influenza, è arrivata una lettera di saluto e di auguri, che è stata letta tra gli applausi. Parole piene di calore e di affetto sono venute anche da Ranieri e da don Gallo. Una serata memorabile, di musica, ricordi, poesia.
Genova
via del campo 29r
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M. G.

“Gli Angeli del Fango” al Quirinale Con Napolitano parlano di nuovi media

marta vincenzi
“Gli Angeli del Fango” al Quirinale
Con Napolitano parlano di nuovi media
“Gli Angeli del Fango” al Quirinale
Con Napolitano parlano di nuovi media
Con la delegazione dei volontari del post-alluvione il governatore Claudio Burlando, il sindaco Marta Vincenzi, il sen. Enrico Musso. Dal Presidente, che a marzo verrà a Genova, riflessioni su politica, partecipazione e un messaggio in diretta su Facebook
Con la delegazione dei volontari del post-alluvione il governatore Claudio Burlando, il sindaco Marta Vincenzi, il sen. Enrico Musso. Dal Presidente, che a marzo verrà a Genova, riflessioni su politica, partecipazione e un messaggio in diretta su Facebook
La rete, l'importanza delle nuove tecnologie nella comunicazione, la possibilità consentita da internet e dai social network di tenersi in contatto “in diretta” soprattutto nei momenti dell'emergenza. Su questo punto Giorgio Napolitano e gli “Angeli del Fango” che sono andati a trovarlo al Quirinale, si sono intesi subito. Al punto che i ragazzi gli hanno fatto vedere su un palmare i messaggi postati per lui sulla loro pagina Facebook  e lui ha voluto rispondere in diretta, in viva voce, con un messaggio - registrato da uno dei giovani, e subito postato - a una ragazza, Clea Tavelli, che gli aveva scritto: «Presidente, quello che abbiamo visto a Genova ci ha dimostrato che esistono due Italie distinte: quella di chi si rimbocca le maniche e a testa bassa collabora, mossa da valori nobili quali la solidarietà e la fratellanza, e quella distante, cinica e invischiata in logiche e dinamiche che non appartengono a quel popolo volenteroso che non aspetta nulla dall’alto. Come pensa sia possibile colmare questa distanza e dare ai cittadini di buona volontà una rappresentanza all’altezza delle loro aspettative? Come è possibile riunificare queste due Italie e ricreare fiducia nei confronti di chi non dovrebbe avere a cuore nient’altro se non l’interesse e il benessere della collettività?!» Il Capo dello Stato ha risposto: «Cara Clea, ho apprezzato molto il tuo messaggio. Lavoro da anni nello stesso spirito che tu suggerisci. Ovvero che ci si impegni per ridare coesione e futuro a questo Paese. Tanti auguri anche a te».

La “missione romana” dei nove volontari  estratti a sorte fra quelli che delle varie associazioni che hanno partecipato ai soccorsi del dopo-alluvione genovese del 4 novembre dello scorso anno, che si sono detti disponibili a rappresentare in un incontro con il Presidente della Repubblica tutti i giovani che si sono mobilitati per aiutare la città ferita, meglio non poteva andare. Arrivati in treno a Termini intorno alle 11, sono arrivati al Colle in tempo per l'incontro con Napolitano che li attendeva nel suo studio privato alle 12,30. Con loro anche alcuni rappresentanti delle istituzioni liguri: il presidente della giunta regionale Claudio Burlando, il sindaco Marta Vincenzi, il senatore Enrico Musso, accompagnati dai presidenti dei municipi Levante e Media Val Bisagno, Francesco Carleo e Agostino Gianelli, con i quali Napolitano ha dialogato cordialmente.

Erano giorni che gli Angeli del Fango – che hanno portato al Presidente la loro maglietta simbolo - si preparavano attraverso incontri, telefonate,  messaggi e post sui socialnetwork. E oggi hanno espresso tutta la loro carica, soprattutto di emozione,  raccontando l'esperienza su Facebook, grazie a i “cronisti” Dario Defilippi e Flavio Ciaranfi (gli stessi che hanno mostrato sull'iPhone i messaggi al Presidente raccogliendone il commento), e su Twitter. Dove, all'hashtag #angelialquirinale, si sono intrecciati i cinguettii non solo della delegazione ma anche di coloro che li hanno seguiti virtualmente.

L'incontro è durato circa un'ora, e Napolitano (che ha fatto distribuire ai ragazzi il suo discorso pronunciato  il 31 gennaio scorso a palazzo d'Accursio, sede del Comune di Bologna, nell'incontro con le istituzioni del territorio) ha sottolineato come le catastrofi naturali siano ormai eventi drammaticamente difficili da prevedere, si è soffermato sul rapporto tra politica e giovani e sulla necessità di trovare un rapporto di democrazia fondato sulla partecipazione attraverso i partiti tradizionali e anche i nuovi spazi che si aprono grazie all'innovazione e alle tecnologie, che consentono di comunicare in maniera veloce aprendo alla partecipazione. Inoltre ha anche annunciato che parteciperà a marzo, a Genova, a un'importante iniziativa sull'assetto idrogeologico del territorio organizzata dal ministero dell'Ambiente.
Genova
napolitano angeli fango
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GIANFRANCO SANSALONE
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