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Vent'anni di nuova Genova Il commenti di Andrea Ranieri

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Vent'anni di nuova Genova
Il commenti di Andrea Ranieri
Vent'anni di nuova Genova
Il commenti di Andrea Ranieri
Vent'anni fa il capoluogo ligure riscopriva tre luoghi chiave del suo tessuto urbano: Palazzo Ducale, Porto Antico e Carlo Felice. Da quel momento Genova ha intrapreso la via della cultura e dell'arte. Il commento di Andrea Ranieri, assessore alla Cultura del Comune di Genova
Vent'anni fa il capoluogo ligure riscopriva tre luoghi chiave del suo tessuto urbano: Palazzo Ducale, Porto Antico e Carlo Felice. Da quel momento Genova ha intrapreso la via della cultura e dell'arte. Il commento di Andrea Ranieri, assessore alla Cultura del Comune di Genova
Genova
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Vincenzi: «La moschea si farà, il prossimo sindaco deciderà dove»

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Vincenzi: «La moschea si farà,
il prossimo sindaco deciderà dove»



Vincenzi: «La moschea si farà,
il prossimo sindaco deciderà dove»
Al Consiglio Comunale l’ultima parola sul luogo di culto islamico. Un Ordine del Giorno affida la decisione ai cittadini di Oregina e impegna la nuova Giunta a trovare una località alternativa in caso tramontasse l'ipotesi Lagaccio
Al Consiglio Comunale l’ultima parola sul luogo di culto islamico. Un Ordine del Giorno affida la decisione ai cittadini di Oregina e impegna la nuova Giunta a trovare una località alternativa in caso tramontasse l'ipotesi Lagaccio
Nessuna retromarcia sulla moschea. Il luogo di culto islamico a Genova si farà, ma il quando e il dove saranno i cittadini con il nuovo sindaco a deciderlo. Se il percorso partecipato darà esito positivo, la prima moschea di Genova sarà costruita al Lagaccio, come scritto sulla convenzione che verrà presentata domani in Consiglio Comunale, se invece avrà risultato negativo, un ordine del giorno propedeutico alla delibera impegnerà comunque la prossima giunta comunale a trovare un luogo alternativo per l'edificazione del luogo di culto. «Abbiamo deciso  - ha detto il sindaco Marta Vincenzi - di fare precedere alla delibera di approvazione della convenzione l’indicazione di un percorso che possa tener conto delle perplessità manifestate da una parte della Maggioranza».  In seno alla coalizione di centrosinistra ha vinto la posizione dell'Idv, favorevole alla costruzione della moschea ma contraria alla scelta del Lagaccio. «Oggi siamo arrivati a un compromesso – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri  -  con Idv,  con cui abbiamo la volontà comune e condivisa anche dal partito di Di Pietro di rendere chiarissimo e irreversibile che a Genova ci sarà una moschea, ma abbiamo deciso di fare precedere alla votazione della delibera l’indicazione di un percorso che tenga conto delle perplessità sul luogo scelto». Un “macramè” (merletto di origine araba tipico della Liguria) politico in grado di non “sbastire”, da una lato, i buoni rapporti con la Comunità islamica e, dall’altro, di “ricucire” l’intesa politica in seno alla Maggioranza. «Questa soluzione – riprende il sindaco –  non fa buttare via due anni di lavoro con la comunità islamica che oggi si riconosce parte integrante e si rivolge alla Civica Amministrazione da cittadino». L’atto di concessione che la convenzione prevede sarà quindi stipulato solo dopo un percorso partecipato, non sull’idea di moschea, ma sulla sua congruità rispetto ai processi di riqualificazione del quartiere: «Su questo abbiamo idee diverse con Idv – ha concluso Ranieri  – io sono convinto che con i cittadini del Lagaccio un dibattito sereno e senza pregiudiziali porterebbe un buon esito». Nel frattempo, le Commissioni Urbanistica, Aziende e Società Controllate, Infrastrutture, e Cultura, riunite oggi nella Sala Rossa, hanno deciso all’unanimità, tra le proteste del comitato anti-moschea, che della convenzione stipulata con la comunità islamica per costruire il luogo di culto per i mussulmani al Lagaccio se ne parlerà domani nell’ultimo Consiglio Comunale utile per la sua approvazione.
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MICHELE LUNA

Dibattito Pubblico sulle Grandi opere Genova, esempio per tutto il paese

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Dibattito Pubblico sulle Grandi opere
Genova, esempio per tutto il paese
Dibattito Pubblico sulle Grandi opere
Genova, esempio per tutto il paese
L’assessore Andrea Ranieri è intervenuto oggi a Roma al seminario per la prevenzione e gestione dei conflitti sulle grandi infrastrutture, presentando l’efficacia del dialogo e del metodo partecipativo scelto dalla nostra città
L’assessore Andrea Ranieri è intervenuto oggi a Roma al seminario per la prevenzione e gestione dei conflitti sulle grandi infrastrutture, presentando l’efficacia del dialogo e del metodo partecipativo scelto dalla nostra città
Genova al centro del seminario organizzato a Roma, presso la Camera dei Deputati, sala Mappamondo, dalla Fondazione Italiadecide (presieduta da Franco Bassanini e Luciano Violante), sul tema “Prevenzione e gestione dei conflitti nella realizzazione di grandi infrastrutture”. Il seminario si colloca all’interno del percorso svolto dal Tavolo “Infrastrutture e competitività”, iniziativa con la quale varie Fondazioni e soggetti operanti nel settore delle infrastrutture si propone di monitorare periodicamente le principali criticità del sistema-Paese in questo settore, decisivo per lo sviluppo e le prospettive di crescita.

Il seminario si proponeva di fare il punto su una delle criticità del sistema italiano: la debolezza degli istituti di partecipazione  riferiti alla realizzazione di infrastrutture a forte impatto ambientale e territoriale, e il possibile inquadramento normativo di tale materia. Il tema viene approfondito studiando alcune esperienze significative nelle quali  si è avviato un dialogo strutturato fra istituzioni e cittadini. Fra queste, il caso di Genova viene considerato esemplare per l’impostazione, le modalità di attuazione e i risultati conseguiti. A illustrare l’esperienza genovese è stato invitato l’assessore Andrea Ranieri, che ha seguito fin dall’inizio il dibattito pubblico, guidando il processo, e diventando in qualche modo protagonista del dialogo, insieme con la Sindaco.

«Il seminario – dice Andrea Ranieri – fa parte di un progetto di ricerca-intervento volto ad approfondire le cause della difficoltà, esistente in Italia, di pianificare grandi infrastrutture con il consenso e la partecipazione delle popolazioni e del territorio. Tale difficoltà discende dal fatto che chi fa i progetti (Autostrade, Ferrovie ecc.) tende a privilegiare efficienza ed economicità, scaricando i costi ambientali e sociali sul territorio, ed eventualmente ponendosi il problema di come risarcire in termini di pura compensazione. La percezione è che i progetti vengano calati dall’alto in modo indifferente, e che non si tenga conto delle ragioni del territorio, crea opposizione  al progetto stesso».

Servono quindi processi condivisi e capaci di coinvolgere e creare le condizioni per un dialogo, una condivisione – o almeno una comprensione – del progetto. Serve , in altre parole, un processo di partecipazione, che ha trovato una attuazione nel “dibattito pubblico”, in cui Genova è all’avanguardia a livello internazionale. Con l’obiettivo, portato avanti da Italiadecide,  di arrivare ad una legge che istituzionalizzi il dibattioto pubblico per tutte le grandi opere di interesse strategico.
Genova è stata assunta come esperimento pilota nella gestione e sviluppo di questo percorso.  «In effetti la nostra città – prosegue Ranieri – viene unanimemente riconosciuta come il più importate esempio di risposta positiva a queste esigenze, sia  dal punto di vista del metodo, sia da quello delle risposte. Il dibattito pubblico realizzato intorno alla Gronda autostradale di ponente  ha fatto sì che le esigenze del territorio siano state inserite, per la prima volta, nel progetto stesso, e non solo nella limitazione delle ricadute negative. Con il consenso e la collaborazione della Società Autostrade si è cambiato il modo di “pensare” il progetto, che ora costa di più ma tiene conto delle esigenze della popolazione. Rispetto ai costi che gravano sul territorio non è certo indifferente, ad esempio, limitare al massimo il numero delle case che dovranno essere abbattute”.  Altro esempio importante le modifiche previste per evitare danni alla Villa Galliera.

Un’altra scelta interessante, compiuta da Genova, è l’istituzione  dell’”Osservatorio per la Gronda di ponente”, presieduto dalla Sindaco, con la partecipazione dei Presidenti dei quattro Municipi interessati, tecnici e 10 cittadini eletti dai residenti. “L’osservatorio – dice Ranieri – accompagnerà i diversi stadi di avanzamento dei  lavori , dai cantieri alle ricadute sul territorio, cercando di prevenire i problemi, come ad esempio quello di Villa Galliera”.

Al seminario romano sono intervenuti , oltre all’assessore Ranieri, anche il responsabile del progetto Gronda della Società Autostrade, Alberto Selleri e il prof. Luigi Bobbio, dell’Università di Torino, che in qualità di esperto di politiche pubbliche ha presieduto al Commissione indipendente per il dibattito pubblico sulla Gronda.

Gli stessi temi verranno approfonditi mercoledì 1 febbraio alle ore 10 alla Loggia di Banchi, nel seminario “Istituti della partecipazione e cittadinanza attiva”, organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche in collaborazione con il Comune di Genova, con la partecipazione della Sindaco, di Andrea Ranieri, del prof. Bobbio e di altri esperti e professori universitari.
Roma
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La creatività giovanile in due progetti per la città

andrea ranieri
La creatività giovanile
in due progetti per la città
La creatività giovanile
in due progetti per la città
L’introduzione ai volumi “Sottopassi & Dintorni” e “GiovanixGiovani” firmata dagli assessori Andrea Ranieri e Pasquale Ottonello. “Un atto d’amore per Genova, con lo stesso spirito dimostrato dagli angeli del fango”
L’introduzione ai volumi “Sottopassi & Dintorni” e “GiovanixGiovani” firmata dagli assessori Andrea Ranieri e Pasquale Ottonello. “Un atto d’amore per Genova, con lo stesso spirito dimostrato dagli angeli del fango”
La Creatività artistica, espressiva, sociale è stata al centro delle politiche che questa amministrazione ha dedicato ai giovani e alla cultura.

L’apertura dello spazio Dogana al Ducale – uno spazio per giovani artisti nel palazzo più prestigioso e nobile della città - l’affidare a giovani artisti il riempimento a rotazione dei piedistalli della facciata di Piazza Matteotti orfane delle statue dei Doria, sono la più evidente manifestazione di questa scelta, che corrisponde poi alla consapevolezza che il patrimonio culturale storico vive, ha valore, se stimola la produzione di nuovo, in un rapporto costante tra passato e futuro,tra storia e progettazione del nuovo, che è un modo per vincere la tirannia del presente, dell’individualismo massificato dal consumismo e di gran parte dei media.

Ma conquistato il centro storico, la creatività giovanile ha bisogno di espandersi nella città. Di provare a ridare vita e significato ai luoghi della vita e del lavoro quotidiano di migliaia di persone. Nei municipi della città, per contrastare la tendenza a considerarli e a considerarsi “periferie”. Distribuire sul territorio i segni dell’innovazione e della creatività è uno dei modi fondamentali per battere questa tendenza, per rivitalizzare i tanti centri che compongono questa città.

Questo è il senso dei due progetti che vi presentiamo, che hanno visto la partecipazione di giovani creativi singoli e associati, delle scuole d’arte, dell’Università, dell’Accademia, ma accomunati dalla volontà di fare della creatività un modo per costruire relazioni, per rendere più vivibile, più bella, più sostenibile socialmente e ambientalmente la propria città. Le proprie piazze, le proprie strade, i propri sottopassi.

I progetti sono soprattutto un atto d’amore per la propria città. Quell’amore che i giovani angeli del fango hanno dimostrato con la loro azione per rimettere in piedi la città dopo l’alluvione. Artisti anche loro, se scopo dell’arte e quello di restituire dignità, bellezza umanità quando questa viene messa a repentaglio. Dalla natura certo, ma anche dalle tante scelte degli uomini, che incapaci di guardare oltre il proprio naso, quella bellezza hanno messo a repentaglio cementificando, consumando acqua, aria, terra, senza pensiero alcuno per il mondo che offriranno alle nuove generazioni. Quelle che ci hanno liberato dal fango, quelle che provano a inserire segni di bellezza e di intelligenza nel tessuto urbano con queste opere, quelle su cui si basa la speranza di avere un futuro.

Andrea Ranieri
Assessore alla Cultura

Pasquale Ottonello
Assessore allo Sviluppo delle Manutenzioni articolate sul territorio e alla Riqualificazione ambientale
Genova
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Ponte Parodi: il “polo” si avvicina La giunta propone un nuovo accordo

andrea ranieri
Ponte Parodi: il “polo” si avvicina
La giunta propone un nuovo accordo
Ponte Parodi: il “polo” si avvicina
La giunta propone un nuovo accordo
Dopo l’uscita di scena dell’Università, il Comune rilancia il progetto con nuove funzioni private e spazi pubblici per il centro multifunzionale che nascerà nell’ex silos Hennebique. Presto la convocazione della conferenza dei servizi
Dopo l’uscita di scena dell’Università, il Comune rilancia il progetto con nuove funzioni private e spazi pubblici per il centro multifunzionale che nascerà nell’ex silos Hennebique. Presto la convocazione della conferenza dei servizi

Un deciso colpo di acceleratore è stato impresso questa mattina dalla giunta comunale alla realizzazione del polo multifunzionale di Ponte Parodi, nell’area che divide il Porto Antico da Ponte dei Mille. A due mesi dalla vetrina internazionale del salone del Mapic (International Market for retail real) di Cannes, nel corso del quale è stato accolto con grande interesse il progetto elaborato dallo studio olandese Ben Van Berkel & Caroline Pos, si rendeva necessaria la definizione delle condizioni per l’approvazione della ristrutturazione e le nuove destinazione del silos Hennebique.

Significative le correzioni di rotta. A parte la modifica delle procedure di tipo amministrativo e burocratico, che recepiscono la variante urbanistica, è stata cambiata, a seguito del forfait dato dall’Università, la destinazione d’uso dell’ex silos Hennebique. «Si tratta di un serio impegno della giunta – ha commentato l’assessore alla cultura Andrea Ranieri – per il rilancio degli edifici a mare non più utilizzati per attività industriali o commerciali. Verrà realizzato un centro polifunzionale con grande equilibrio tra funzioni pubbliche e spazi privati, in cui le aree commerciali e alberghiere non potranno superare il 10 per cento dell’intera superficie, confermando una linea di indirizzo che era già stata presa nel 2007».

L’assessore si riferisce all’accordo di programma approvato a suo tempo in Consiglio Comunale e che oggi non è più attuale dal momento che l’Università si è ritirata dal progetto di trasferire alcune facoltà nell’edifico Hennebique. Si è dovuto quindi, da parte del Comune di Genova, riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato, gettando sul piatto della bilancia funzioni e attività pubbliche che prima non rientravano nel progetto. Cambiamenti che devono avvenire sulla base degli indirizzi di natura urbanistica dettati da grande cautela, soprattutto per un immobile di valore storico che ricopre una posizione così particolare nell’ambito portuale. Si tratta, in definitiva, di creare i presupposti per trovare un privato che finanzi l’opera, in assenza di risorse pubbliche, salvaguardando nel contempo gli interessi generali.

Se sui costi nessuno si può ancora sbilanciare, circa i tempi di realizzazione del Centro Polifunzionale dell’Hennebique esiste un cronoprogramma che fissa in quattro anni, dal momento in cui verrà rilasciato il provvedimento edilizio, la durata dei lavori. Nell’immediato l’iter prevede l’approvazione della variante presentata oggi in Consiglio Comunale, a cui seguirà una nuova convocazione dei soggetti e degli enti interessati all’approvazione dell’accordo, i quali potranno presentare ulteriori modifiche che dovranno essere discusse in sede di conferenza di servizi. Come prevede la legge gli atti dovranno essere resi pubblici per consentire a tutti coloro che ne abbiano interesse di proporre eventuali modifiche.
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Carlo Felice: approvate le cessioni Ranieri: «Un soluzione per il futuro»

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Carlo Felice: approvate le cessioni
Ranieri: «Un soluzione per il futuro»
Consiglio Comunale: approvate le cessioni immobiliari per il Carlo Felice
Il Consiglio Comunale con una larga maggioranza dice sì al piano di rafforzamento patrimoniale per il teatro genovese: nuovi spazi per spettacoli e nuovi magazzini per risparmiare
Il Consiglio Comunale con una larga maggioranza dice sì al piano di rafforzamento patrimoniale per il teatro genovese: nuovi spazi per spettacoli e nuovi magazzini per risparmiare
Diventa realtà, quindi, l’allargamento patrimoniale della Fondazione Carlo Felice, dopo la formalizzazione odierna della cessione di un magazzino in Salita Noce e della palazzina di Villa Gruber: su 43 votanti 26 i si, 3 contrari e 14 astenuti.

Con questa operazione, a costo zero per le casse comunali, si trasferiscono due proprietà immobiliari non solo in un’ottica di “salvataggio” nell’immediato futuro, ma che potrebbero generare risparmi e nuove possibilità artistiche e di spettacolo per uno dei teatri più importanti del paese.
Il nuovo magazzino, situato in Salita Noce, secondo il calcolo del sovrintendente Pacor, farebbe risparmiare 400 mila euro all’anno: attualmente tutte le scenografie e i vari materiali di scena sono stoccati a Savignone, con conseguente costo notevele per il trasporto. La palazzina di Villa Gruber, progettata e realizzata in un delicato stile liberty, invece garantirà nuovi spazi per una nuova dimensione del teatro e della sua fruibilità. Proprio questo edificio è stato, però, fonte di confronto in Sala Rossa: l’incertezza di molti consiglieri deriva dal fatto che la gestioni di questi spazi possa essere un boomerang, vista la loro preziosità e la loro delicata gestione. Alle critiche ha risposto l’assessore Ranieri: «Comprensibili nel merito, ma devo ricordare che il Consiglio Comunale sarà chiamato a controllare la gestione futura della fondazione Carlo Felice. Gli incarichi di dirigenza della fondazione, come sono conferiti, possono essere tolti».

Una giornata storica, quindi, per il teatro dei genovesi, che da oggi potrà sperare in un futuro più solido, anche se pur sempre difficile, visti i tempi così duramente culturicidi.
Genova
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Tre cortei contro la manovra In piazza 15 mila dicono “basta"

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Tre cortei contro la manovra
In piazza 15 mila dicono “basta"
Forte adesione allo sciopero Cgil. Marta Vincenzi: «Quando si levano ai Comuni le risorse per i diritti essenziali dei cittadini si calpesta la società democratica»
Forte adesione allo sciopero Cgil. Marta Vincenzi: «Quando si levano ai Comuni le risorse per i diritti essenziali dei cittadini si calpesta la società democratica»
Più di 15 mila persone sono scese in piazza contro la manovra finanziaria del governo.  Almeno questa è la valutazione delle forze dell’ordine, che di solito viene considerata al ribasso. E quella degli organizzatori? «Non ne facciamo più – dice la Cgil - ognuno faccia i suoi conti. Anche 15 mila persone sono un successo per noi, e l’adesione allo sciopero, in tutti i settori, soprattutto nel pubblico impiego, va oltre la nostra rappresentanza, quindi non possiamo che essere assolutamente soddisfatti».

La manifestazione, indetta dal sindacato, si è articolata in due cortei principali, partiti alle 9 dal Terminal Traghetti (con sosta davanti alla Prefettura per la deposizione di una gigantografia con le date degli eccidi nazifascisti e le tappe della Liberazione), e da Brignole (con sosta sotto il ponte Monumentale per la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti). Un terzo corteo, organizzato dai Cobas si è mosso alla stessa ora dalla Prefettura sfilando fino a piazza Matteotti a testimonianza di come i provvedimenti del “famigerato” decreto legge 138 vadano a toccare tutte le categorie economiche.

Convergenza dei manifestanti in piazza De Ferrari, intorno alle 11, con il discorso della segretaria nazionale confederale Cgil Vera Lamonica che ha definito fra l’altro il governo «impresentabile» e «responsabile di star affossando il presente e il futuro del Paese». Quindi un corteo guidato dalla Fiom ha lasciato la piazza e ha raggiunto la Prefettura dove una delegazione composta da Vera Lamonica, dal segretario generale Cgil di Genova Ivano Bosco e dai segretari confederali di categoria ha incontrato il Prefetto per discutere della manovra. Intanto, un sit-in ha bloccato tutti gli accessi a piazza Corvetto impedendo la viabilità per circa un’ora e mezza.

Tra la gente, tante facce note, a partire dal presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) Massimo D’Alema: «Questa manovra è percepita come ingiusta – ha dichiarato l’esponente Pd – perché scarica ancora una volta tutti i maggiori costi sui più deboli e non prevede  nulla per il lavoro, lo sviluppo e la crescita del Paese».

Anche l’ex segretario Cgil Sergio Cofferati, ora europarlamentare Pd, era in corteo: «Si tratta di una manovra pessima, iniqua che addirittura modifica lo Statuto dei Lavoratori. È importante esserci per cercare di cambiare lo stato delle cose: sarei stato presente anche se il Pd avesse deciso di non partecipare».

Parole dure sulla finanziaria dal presidente della Regione Claudio Burlando: «Un vero disastro, grava sulle fasce più deboli e non aiuta la crescita economica del Paese. Siccome abbiamo visto che dall’alto i cambiamenti non arrivano, è bene che partano dal basso, dalla gente».  

In prima fila il sindaco Marta Vincenzi, che si è unita al corteo all’inizio di via XX Settembre, per poi assistere alla deposizione di una corona di fiori da parte del presidente dell’Anpi Sestri Levante Valerio Ezio, sotto la targa del CLN del Ponte Monumentale. Omaggio voluto dal sindacato e dai partigiani. 

«La mia presenza qui – ha esordito il primo cittadino - ha un significato importante, per me, per quello in cui credo, per la disperazione che mi assale nel vedere come sta andando questo Paese e per la necessità di urlare come Genova e i genovesi, che hanno avuto un ruolo fondamentale in alcuni momenti cruciali della nostra storia politica (chiaro il riferimento al governo Tambroni, ndr), debbano trovare il modo anche questa volta di tenere alte le parole della democrazia e della solidarietà. Questa non è una manifestazione contro la crisi - sarebbe uno sciopero alquanto stupido se mosso da questi motivi - ma rappresenta un momento in cui tutti insieme si riesce a dire che le modalità con cui si pensa in Italia di risolvere il problema della crisi sono inique e mettono in forse alcuni diritti ineludibili che sono il frutto di una grande mobilitazione di massa. Quando si tolgono ai Comuni le risorse e i mezzi per poter garantire il diritto allo studio e al mantenimento di una qualità della vita decorosa per i più deboli, quando si prova a scalzare l’idea che il diritto al lavoro sia qualcosa da cui non si può prescindere approvando una manovra che picchia su questi diritti, si mette in forse la sostanza vera di una società che noi abbiamo fortemente voluto».

«Giusto scendere in piazza – ha commentato l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri, uno dei tanti rappresentanti della Giunta che erano in piazza – ed è un bene che ci sia qualcuno che ci scenda: ben venga la Cgil, perché la mia paura, fino alla settimana scorsa era che la rabbia e l’insoddisfazione della gente non trovasse un’adeguata sponda politica, con rischi gravi per il nostro Paese. Basti pensare a ciò che è accaduto in Grecia, in Inghilterra. I mercati finanziari internazionali vogliono farci credere che dalla crisi si possa uscire solo se i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri: questi ultimi, però, stanno alzando la testa».
Manifestazione Cgil contro la manovra - Foto di Eugenio Ruocco
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EUGENIO RUOCCO

Ranieri: «La manovra è un trasferimentodi poteri dal basso verso l’alto»

andrea ranieri
Ranieri: «La manovra è un trasferimento
di poteri dal basso verso l’alto»
Andrea Ranieri: i comuni e la manovra finanziaria
L'assessore alla Cultura del Comune di Genova mette in guardia sulle conseguenze della finanziaria: i tagli dissennati e sproporzionati agli enti locali rischiano di sbarrare le porte alla stessa possibilità di progettare il futuro
L'assessore alla Cultura del Comune di Genova mette in guardia sulle conseguenze della finanziaria: i tagli dissennati e sproporzionati agli enti locali rischiano di sbarrare le porte alla stessa possibilità di progettare il futuro
La manifestazione dell’Anci di oggi a Milano mette con chiarezza in luce i caratteri più inquietanti e politicamente pericolosi della manovra. La cui essenza è uno straordinario trasferimento dei sacrifici dall’alto verso il basso, e dei poteri dal basso verso l’alto.

I sacrifici. È chiaro per ora chi non vuol proprio pagare, il grande capitale finanziario, quelli che hanno in pancia la maggior parte dei titoli, che giocano sui differenziali dei tassi di interesse del debito pubblico fra i diversi Paesi, che hanno fatto i miliardi sui disastri. ”Se ci tassate portiamo i soldi da un’altra parte” è il loro efficacissimo slogan. Che non è solo immorale, ma è destinato a perpetuare le ragioni per cui la crisi è esplosa, e per cui è destinata a continuare.

Lo spostarsi della maggior parte della ricchezza dal lavoro e dalla produzione alla grande finanza ha provocato il crescere delle diseguaglianze, e la necessità di interventi pubblici per arginare la disoccupazione, la marginalità sociale, le vecchie e le nuove povertà, ed è stata una delle cause dello stesso aumento del debito pubblico. Per lo meno di pari importanza degli sprechi, delle inefficienze, delle debolezze della politica. Inoltre questa ricchezza rifiuta ogni responsabilità sociale, rispetto ai Paesi e ai territori. È stato un grande finanziere, Warren Buffet, a spiegarci che paga di tasse meno della sua segretaria, e di tutti quelli che si procurano da vivere col lavoro, col commercio, con l’impresa. Ma il suo appello ai grandi ricchi a pagare le tasse, non ha sollevato grandi entusiasmi fra i ricchi medesimi, soprattutto in Italia.

Gli Stati nazionali sembrano impotenti a invertire questa deriva, e scaricano - su questo l’Italia di Berlusconi è all’avanguardia - gran parte dei tagli sugli Enti Locali. Che saranno chiamati a decidere se aumentare la tassazione che è nelle loro disponibilità, o a tagliare i servizi rivolti alla parte più debole ed esposta alla crisi della popolazione. Molto probabilmente a dover fare tutte e due le cose insieme.

Il potere. Si sta dislocando in maniera inversamente proporzionale alle possibilità dei cittadini di controllare e di far sentire la propria voce. In particolare sono lasciati senza risorse finanziarie e decisionali i comuni grandi e piccoli, che sono i luoghi più vicini ai cittadini, più in grado di differenziare i propri interventi sulla base dei bisogni e dei meriti. E questo è un guaio non solo perché rischia di lasciare senza risposte i più colpiti dalla crisi, ma di rendere impossibile anche la  possibilità di riavviare un nuovo sviluppo sostenibile.

La promozione delle innovazione tecnologica e organizzativa, l’economia verde e il risparmio energetico, la cultura del riuso e della manutenzione che devono sostituire lo sciagurato”usa e getta” degli anni che ci stanno alle spalle, la salvaguardia dei beni pubblici naturali e del nostro straordinario patrimonio culturale, si praticano nelle città e nei territori, e nei territori è possibile promuovere la creatività e la coesione sociale- e forse anche quella sindacale- necessarie a integrarli in una nuova idea di sviluppo. Cosa che oggi non pare proprio alla portata della politica nazionale. I tagli dissennati e sproporzionati agli Enti Locali rischiano di sbarrare le porte alla stessa possibilità di progettare il futuro.
Genova
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Contemporart a Villa Piaggiocontro il disagio psichico

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Contemporart a Villa Piaggio
contro il disagio psichico
Arte contro il disagio psichico. Ranieri: «Genova città che "include"»
La decisione della giunta di dare una nuova collocazione all’associazione culturale che senza fini di lucro cura  attraverso l’arte i pazienti psichiatrici è, per l’assessore Andrea Ranieri, la continuazione della tradizione «di una città che in questo campo vanta un’esperienza straordinaria»
La decisione della giunta di dare una nuova collocazione all’associazione culturale che senza fini di lucro cura  attraverso l’arte i pazienti psichiatrici è, per l’assessore Andrea Ranieri, la continuazione della tradizione «di una città che in questo campo vanta un’esperienza straordinaria»
Con l’approvazione in Giunta degli indirizzi in ordine alla collocazione  della sede di Contemporart presso l’area in disuso di Villa Piaggio, in corso Firenze, si compie un ulteriore passo avanti nel campo dell’integrazione delle persone affette da disagio psichico.

Contemporart è un’associazione culturale senza  fine di lucro che nasce a Genova, nell’autunno del 2005, per la promozione di eventi culturali nel campo delle arti visive e della musica contemporanea e che si propone come osservatorio critico delle problematiche sempre attuali del rapporto tra arte e sofferenza psichica, dando rilievo ad analisi filosofiche, letterarie, poetiche, sulla psicopatologia della creazione artistica.

Negli spazi dismessi di Villa Piaggio, che l’associazione ristrutturerà a proprie spese, verrà istituito un laboratorio dove i pazienti psichiatrici, aiutati da collaboratori dei servizi sociali e da artisti, potranno esprimere la propria creatività: «Genova  in questo senso è forte di una lunga tradizione  - spiega Andrea Ranieri, assessore alla Cultura - sorta dopo la legge Basaglia sulla spinta del compianto professor Antonio Slavich, illustre psichiatra che all’ospedale di Quarto sperimentò, in collaborazione con il pittore Claudio Costa, una nuova forma di terapia psichica basata sull’arte. I risultati di questa straordinaria esperienza sono ancora impressi nelle tele e nelle sculture dei pazienti al Museoattivo Claudio Costa contenuto nell’ex-manicomio».

Una città dall’illustre passato e, ricorda Ranieri, dal roseo presente, fatto di iniziative che mirano ad “includere” nella società chi ne ha vissuto ai margini: «Attualmente molte attività a sostegno di coloro che sono affetti da disagio psichico sono promosse dall’Alfapp (Associazione Ligure Famiglie Pazienti Psichiatrici): è il caso della rassegna di teatro comico “Ridirighi”, o del Festival dell’Acquedotto dove è andato in scena, a cura della compagnia del Teatro dell’Ortica, lo spettacolo “Quando le cose si dimenticano, riaccadono”, basato sui testi di Armando Misuri, ex-paziente. A giugno inoltre è andato in scena al Politeama “Viaggi Sospesi”, dove su 37 attori 16 erano reduci da cure psichiatriche». 
Genova
Villa Piaggio - fonte immagine fosca.unige.it
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