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Nella rete dell'accoglienza agli immigrati entrano 50 associazioni no-profit

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Nella rete dell'accoglienza agli immigrati entrano 50 associazioni no-profit
Nella rete dell'accoglienza agli immigrati entrano 50 associazioni no-profit
Nasce un organo pubblico in grado di coordinare le iniziative di solidarietà, le attività culturali e creare occasioni di sviluppo sul nostro territorio. Genova ai primi posti nell'accoglienza e nell'integrazione. Doria: "Le ragioni per cui le persone si muovono, come vengono accolte nei luoghi in cui arrivano, le soluzioni che si propongono, non riguardano solo il modo di gestire il fenomeno, ma l'idea stessa di comunità civile"
Nasce un organo pubblico in grado di coordinare le iniziative di solidarietà, le attività culturali e creare occasioni di sviluppo sul nostro territorio. Genova ai primi posti nell'accoglienza e nell'integrazione. Doria: "Le ragioni per cui le persone si muovono, come vengono accolte nei luoghi in cui arrivano, le soluzioni che si propongono, non riguardano solo il modo di gestire il fenomeno, ma l'idea stessa di comunità civile"
"Il Consiglio Cisa è uno spazio in cui le associazioni che si occupano sul territorio di accoglienza, solidarietà e integrazione, possono confrontare liberamente i loro progetti". A dirlo il sindaco di Genova, Marco Doria, questa mattina, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, nel corso della prima assemblea plenaria del Cisa, Consiglio per la Cooperazione Internazionale, Solidarietà e Accoglienza, la rete di associazioni che da anni operano sul territorio a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

Istituito nel settembre 2015 con delibera del Consiglio Comunale, il Consiglio Cisa riunisce quasi 50 associazioni di volontariato e onlus genovesi attive nel campo della cooperazione e della solidarietà: su questi temi ha compiti di informazione, consulenza e proposta verso il Comune e le istituzioni pubbliche presenti sul territorio.

"Questo consiglio - continua Doria - raccoglie tanti soggetti della società civile, volontariato, cooperative, gruppi, con l'obiettivo di fare diventare Genova una società sempre più accogliente e integrata. Rafforza, con la sua azione, la capacità dell’imprenditoria e dell’associazionismo sul territorio a relazionarsi con gli immigrati, le loro iniziative e le nazioni da cui provengono".

Nella maggior parte dei casi, l'accoglienza nel nostro Paese riguarda persone disperate che fuggono a bordo di imbarcazioni improvvisate da guerre e carestie, neppure in grado di raggiungere le nostre coste, il più delle volte portate in salvo dalla Marina Militare italiana. Dopo i primi soccorsi, scatta un programma di accoglienza con regole e sistemi che riguardano anche i comuni, ai quali lo Stato mette a disposizione risorse non sempre sufficienti.

"Siamo di fronte - ha concluso il sindaco - a una delle grandi questioni della nostra epoca. Non possiamo neppure immaginare che l'immigrazione si possa arginare innalzando dei muri, o che il problema non si ponga. Le ragioni per cui le persone si muovono, come vengono accolte nei luoghi in cui arrivano, le soluzioni che si propongono, non riguardano solo il modo di gestire il fenomeno, ma l'idea stessa di comunità civile".

Prima dell’ inizio dei lavori, Alberto Rizzerio, neo presidente del Consiglio Cisa, ha ringraziato il suo predecessore, Carlo Besana, per il lavoro fatto nelle fasi inziali dell'associazione. Un percorso che ha coinvolto quasi 50 organizzazioni che operano nel campo dell'assistenza, della cooperazione internazionale, solidarietà e accoglienza.

Un anno di lavoro in cui sono state tracciate le linee guida che verranno inserite nell'ambito dell'accoglienza cittadina.
"Il Consiglio Comunale - ha detto Rizzerio - ha voluto dare concretezza a una visione ampia, lontana dalla logica della gestione dell'emergenza, e dell'aiuto occasionale a progetto. Lo scopo è quello di costruire un'iniziativa permanente che da un lato possa sostenere chi opera e dall'altro creare le condizioni per creare occasioni di sviluppo el nostro territorio".

I componenti del Comitato Permanente sono quindici: Michele Acampora (Il Nodo sulla Ali del Mondo), Simona Barbieri (Ass. Ondjango), Simona Binello (Consorzio Agorà), Mamadou Bousso (Unione Immigrati Senegalesi), Franco Cirio (Cesvico UNICEF), Pippo Costella (Defence for Children), Rachid Khay (Arci Solidarietà), Alfredo Maiolese (European Muslims League) Lemba Mayzola (Mabota Speranza per l’Africa), Mario Moneta (Ass. Prom. Belle Arti), Piero Mura (Networl Management), Stefano Rebora (Music for Peace), Alberto Rizzerio (Januaforum), Barbara Comparini (Comune di Genova), Stefano De Pietro (Comune di Genova).

Gli incarichi, compresi quelli del presidente Alberto Rizzerio e del segretario Michele Acampora, durano tre anni e sono a titolo gratuito. Potranno, in futuro, entrare nel Cisa tutte le realtà della cooperazione allo sviluppo che abbiano sede nel Comune di Genova e siano attivi da almeno un anno nei settori della solidarietà.
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"Io accolgo, e tu?". Un convegno sull'accoglienza per chi fugge da fame e guerra

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"Io accolgo, e tu?". Un convegno sull'accoglienza per chi fugge da fame e guerra
"Io accolgo, e tu?". Un convegno sull'accoglienza per chi fugge da fame e guerra
Un'analisi approfondita di un fenomeno storico senza precedenti a partire dagli aspetti più urgenti e importanti. L'appuntamento fa parte dell'agenda della Commissione europea sulle politiche di integrazione dei 28 Paesi europei. In mattinata il contributo dell'assessore allo sviluppo economico Emanuele Piazza. Nel pomeriggio quelli del sindaco Marco Doria e dell'assessore alle politiche sociali Emanuela Fracassi (di seguito una breve sintesi dei loro interventi) 
Un'analisi approfondita di un fenomeno storico senza precedenti a partire dagli aspetti più urgenti e importanti. L'appuntamento fa parte dell'agenda della Commissione europea sulle politiche di integrazione dei 28 Paesi europei. In mattinata il contributo dell'assessore allo sviluppo economico Emanuele Piazza. Nel pomeriggio quelli del sindaco Marco Doria e dell'assessore alle politiche sociali Emanuela Fracassi (di seguito una breve sintesi dei loro interventi)
Si è svolto ieri, 16 maggio, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi una giornata di incontri sul tema dell'accoglienza dal titolo: “Io accolgo, e tu?”. Un'iniziativa promossa dal Centro d’Informazione Europe Direct del Comune di Genova. nel cosro della mattinata è intervenuto l'assessore Emanuele Piazza.

"Un appuntamento molto importante - ha detto l'assessore Piazza - per ragionare insieme su una questione fondamentale per il futuro della nostra città, del nostro Paese e dell'Europa. Un tema che ruota intorno a un sistema di diritti e doveri in cui vanno fissate delle regole in grado di affrontare questo fenomeno e dare delle risposte credibili senza alzare steccati. L'accoglienza è un tema complesso che, allo stesso tempo, può sprigionare il lato migliore o peggiore dell'uomo".

La giornata è stata voluta, oltre che dal Centro d’Informazione Europe Direct del Comune di Genova e dal Centro in Europa anche dalla Commissione europea che, tra le sue priorità di comunicazione, ha posto la stesura di una agenda europea dell'immigrazione e sulle politiche dell’accoglienza e dell'integrazione.

Pomeriggio dedicato agli Enti e alle Istituzioni “con l’idea di fondo – ha detto l’assessore alle politiche sociali Emanuela Fracassi – di dimostrare che l’accoglienza non rappresenta un problema insormontabile ma, anzi, si può risolvere in poche mosse, con l’impegno di tutti, abbattendo i pregiudizi. In particolare, nel corso dell’incontro - continua Fracassi – presenteremo  uno studio, realizzato dal Comune insieme a Ponti Migranti, una associazione di giovani, che contiene numeri e risposte alle domande più frequenti, per sfatare i luoghi comuni e spiegare quali sono i reali percorsi di integrazione dei rifugiati. C’è anche un resoconto – ha concluso l'assessore alle politiche sociali – su quanto costa accogliere i richiedenti asilo”.

La ricera sul sito del comune di Genova http://www.comune.genova.it/rifugiati.

“Un problema dei nostri tempi – ha detto il sindaco Marco Doria – che va affrontato innanzi tutto con la consapevolezza che chi emigra è innazittutto una persona, la cui dignità e i cui diritti dobbiamo rispettare, come ci ricorda spesso Papa Francesco . Per gestire questo fenomeno epocale, l’amministrazione comunale mette a disposizione delle prefetture e dello Sprar (sistema protezione richiedenti asilo rifugiati) delle strutture gestite da soggetti del Terzo settore. Non solo. Abbiamo avviato un progetto di cittadinanza attiva su base assolutamente volontaria, in cui le persone accolte possono svolgere lavori socialmente utili per restituire qualcosa alla comunità che li ha accolti. In ultimo, c’è un lavoro di fondo per sfatare i falsi stereotipi, che vengono diffusi per contrastare lo spirito di accoglienza, che è invece un valore a cui non intendiamo rinunciare”.

La mattinata, rivolta ai giovani, ha visto la presentazione dei lavori realizzati dai ragazzi delle scuole IC Staglieno, IC Lagaccio, IC Sturla, IC Foce, ISS Montale–nuovo IPC e CPIA Centro Levante, che hanno lavorato sul tema “La solidarietà verso chi fugge dalla guerra e dalla fame è un valore dell’Europa?”.

Gli studenti hanno rappresentato le loro idee utilizzando tecniche e vari strumenti, dal cartellone alla relazione, dal disegno a foto e canzoni. I loro lavori saranno esposti sino al 20 maggio nel cortile di Palazzo Tursi.

Tra i contributi,  la collaborazione con Film Commission Genova, che nel pomeriggio ha rivolto ai partecipanti la domanda “Io accolgo, e tu?”: le risposte serviranno a realizzare un breve filmato destinato a far partire da Genova un messaggio di solidarietà e responsabilità nei confronti di donne e uomini coinvolti nel dramma della migrazione.

E' stato proiettato il cortometraggio "Mer Rouge" del regista Alberto Gatto. In collaborazione con Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica.

Per info:

Centro Europe Direct del Comune di Genova
tel: +39 010 5574087
centroeuropedirect@comune.genova.it
http://www.comune.genova.it

Centro in Europa via dei Giustiniani 12/4
tel. +39 010 2091270
ineuropa@centroineuropa.it
www.centroineuropa.it
Convegno sull'accoglienza a palazzo Tursi
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Le competenze che non ti aspetti: parte il progetto "Rivaluta"

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Le competenze che non ti aspetti:
parte il progetto "Rivaluta"
Le competenze che non ti aspetti:
parte il progetto "Rivaluta"
Nasce a Genova un percorso di valorizzazione delle competenze delle persone immigrate. Il progetto ha ottenuto il finanziamento di 170 mila euro da parte del Ministero degli Interni. Allo straniero regolare viene offerta la possibilità di far valere il proprio talento certificato da un pool di aziende
Nasce a Genova un percorso di valorizzazione delle competenze delle persone immigrate. Il progetto ha ottenuto il finanziamento di 170 mila euro da parte del Ministero degli Interni. Allo straniero regolare viene offerta la possibilità di far valere il proprio talento certificato da un pool di aziende
Trasformare l'immigrazione in una risorsa. E' questo l'obiettivo del progetto “Rivaluta”, presentato alla stampa questa mattina nei locali del teatro "Altrove" della Maddalena, dagli assessori Francesco Oddone, allo sviluppo economico, Elena Fiorini, a diritti e legalità e Emanuela Fracassi, alle politiche sociali.

Nasce un laboratorio capace di sperimentare nuovi percorsi verso l'integrazione delle persone immigrate, finanziato dal ministero dell'interno, su fondi europei dedicati all'immigrazione, con la partnership di Arci Liguria, la cooperativa La Comunità, il Comune di Savona e con l’apporto tecnico della società a responsabilità limitata Job Centre, e la collaborazione di altre istituzioni, in primo luogo la Provincia di Genova, la Regione Liguria,  l’Università e la Scuola, il privato sociale, le agenzie formative, le parti sociali.

Si tratta di mettere in pratica, con effetti di lungo periodo, l’attuazione concreta della nuova normativa italiana sul riconoscimento delle competenze, partendo dalle persone immigrate. Per partecipare al progetto occorre avere i seguenti requisiti: cittadinanza non comunitaria e permesso o carta di soggiorno in vigore; buona conoscenza della lingua italiana; residenza in provincia di Genova o Savona; stabilità lavorativa e/o soddisfazione dei bisogni primari; competenze lavorative pregresse e consolidate (attività lavorative svolte nel proprio paese per un periodo significativo) o titoli di studio da validare/riconoscere/ completare. I colloqui si svolgono con cadenza e per un periodo variabile in base alle esigenze concordate con l’operatore.

Ci rivolgiamo ai cittadini immigrati, ha sottolineato Walter Massa presidente dell'Arci Liguria, che intendono impiegare parte del proprio tempo per il riconoscimento di competenze formative e professionali, partendo da solide e comprovate basi lavorative, certificate da aziende in grado di misurare effettivamente le capacità dichiarate all'ingresso nel nostro Paese. Il progetto si concluderà nel giugno di quest'anno, ma ci stiamo muovendo con la Regione Liguria, ha concluso, affinché questa opportunità possa proseguire e, di fatto, scavalcare le barriere sul riconoscimento delle competenze formative e professionali dei cittadini immigrati.

"Rivaluta" prevede, ha detto Claudio Oliva, direttore del Job Centre, incontri individuali con un operatore dedicato (sono 7 gli operatori tra Genova e Savona), per analizzare la storia professionale, le conoscenze e le competenze possedute e da rimettere in valore (costruzione del curriculum e del portafoglio delle competenze); la valutazione e la certificazione delle competenze in aziende ospitanti, attraverso inserimenti temporanei dedicati (stage e tirocini); sostegno alla validazione dei titoli scolastici e universitari e delle esperienze possedute, in forza della recente normativa sulle professionalità; sostegno alle azioni di ricerca di opportunità formative adeguate. Il percorso è attivo a Genova e Savona.

Alcuni dati: sono 20 le persone che hanno aderito a “Rivaluta”, 7 uomini e 13 donne di 11 diverse nazionalità: 6 provengono dal Marocco, 2 da Cuba, 2 dal Peru, 2 dalla Tunisia, 2 dall’Ucraina, 1 dall’Argentina, 1 dalle Bahamas, 1 dal Benin, 1 dal Cile,1 dal Congo e 1 dall’Iran. Di queste persone, più della metà ha meno di 40 anni. Fra loro, gli occupati sono 14, ovvero il 70 per cento: solo il 20 per cento, però, è occupato a tempo indeterminato, il 10 per cento a tempo determinato, il 35 per cento in modo discontinuo e il 5 per cento in nero.

Per partecipare occorre mandare una mail a rivaluta@comune.genova.it specificando il comune di residenza e indicando un recapito telefonico. Il progetto ha anche una pagina facebook: https://www.facebook.com/progettorivaluta.
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Rifugiati: più di mille aiutati dal Comune in undici anni

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Rifugiati: più di mille
aiutati dal Comune in undici anni
Rifugiati: più di mille
aiutati dal Comune in undici anni
Seminario nazionale sullo Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia. Un obbligo comunitario. Strutture piccole per un intervento efficace di assistenza, tutela e integrazione
Seminario nazionale sullo Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati in Italia. Un obbligo comunitario. Strutture piccole per un intervento efficace di assistenza, tutela e integrazione
Attualmente in Italia sono circa tremila gli stranieri seguiti dai progetti Sprar; la nostra città partecipa mettendo a disposizione 82 posti per uomini, donne, famiglie o ragazzi minorenni che sono in Italia senza i genitori, i cosiddetti minori non accompagnati. Per la legge questi ultimi sono una “categoria vulnerabile”, come i nuclei monoparentali, i rifugiati anziani, quelli che hanno disagio mentale e le vittime di tortura, e godono perciò di protezioni ulteriori rispetto ai casi ordinari che, salvo proroghe motivate per situazioni particolari, godono di sei mesi di accoglienza. I ragazzi invece sono alloggiati in strutture educative fino a sei mesi dopo il compimento della maggiore età. I minorenni sono accolti solo in altre dieci località italiane.
Domani, 14 marzo, a partire dalle ore 9.30 presso il Galata Museo del Mare, si farà il punto sul Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati con un seminario organizzato dal Comune di Genova  

Il sistema nazionale comprende 151 progetti in 19 regioni e garantisce così che l’accoglienza alle persone che sono state costrette ad abbandonare il proprio Paese a causa di discriminazioni politiche, religiose o razziali sia ampiamente diffusa sul territorio. Altri punti di forza del modello sono un lavoro per l’integrazione di ottima qualità ed effettivamente svolto e i bassi costi. Il segreto della validità di questo approccio, ripreso dalle esperienze dei Paesi del Nord Europa, è nel decentramento: l’ente locale, vicino alle organizzazioni del terzo settore, al volontariato e al tessuto produttivo, può operare efficacemente per coordinare in una valida rete territoriale tutti i soggetti che partecipano. Altri tipi di intervento, basati su grandi strutture gestite a livello centrale, sono molto più costosi e assai meno efficaci.

Il servizio genovese, come gli altri in Italia, gode di un finanziamento nazionale dell’80 per cento su un totale di un milione e mezzo di euro all’anno. La parte di spettanza dell’ente locale, 300 mila euro, è rappresentata dai costi sostenuti dal Comune per il personale di ruolo che collabora al progetto; la quota di competenza governativa serve a coprire tutte le altre spese e, in particolare, a pagare lo stipendio a trenta operatori del terzo settore, garantendo loro un lavoro fino al 2013. Se si considera la crisi attuale del comparto dei servizi sociali, si tratta di una garanzia di non poco conto. Della rete genovese fanno parte: Fondazione Auxilium e Opera Don Orione, che si occupano dell’accoglienza riservata alle categorie ordinarie; Agorà, Arci Solidarietà e Ceis, per l’accoglienza nel progetto per i minori senza genitori; i cinque soggetti già citati, la Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro e le cooperative La Salle e Saba per attività di supporto verso l’integrazione. Il coordinamento è affidato all’Ucst, Ufficio Cittadini Senza Territorio, dei servizi sociali del Comune.

Nell’arco di undici anni Genova ha accolto più di mille rifugiati, in parte dirottati verso i servizi di altri territori, soprattutto nel periodo (2007 – 2009) di maggiore affluenza; tra questi, più di 750 sono stati accolti nel progetto genovese e hanno seguito il percorso verso l’integrazione. Non sono numeri molto elevati, ma si può comunque osservare che, se in una città di medie dimensioni non c’è stato allarme sociale, evidentemente il sistema ha funzionato.

I risultati sono talvolta eccellenti: nel 2008 un giovane etiope seguito dal progetto genovese, iscritto a un corso di saldatura del Villaggio del Ragazzo di Cogorno,  è stato eletto miglior allievo di corsi professionali in Italia. Il ragazzo adesso lavora in regola come serramentista.

La storia dello Sprar a Genova inizia nel 2001, quando prende l’avvio la sperimentazione del Programma Nazionale Asilo, a cui il Comune aderisce da subito, accogliendo in agosto la prima famiglia Kosovara.
Nel 2003 il Pna diventa Sprar ed esce dalla sperimentazione per effetto della legge Bossi-Fini, che recepisce un obbligo comunitario.
All’epoca da noi ci sono 43 posti, che cresceranno fino alla punta di 92 nel 2009: un sovradimensionamento richiesto del governo a causa di un picco delle richieste di asilo. Dal 2008, con 82 posti (a parte il 2009), Genova si mantiene ai primi posti in Italia per capienza del progetto. La normativa prevede infatti un massimo di cento posti per città tra 500.000 e un milione di abitanti; solo Roma supera il centinaio di ospiti.


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RUGGERO VERNER

Comune e Questura insieme Per i diritti degli immigrati

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Comune e Questura insieme
Per i diritti degli immigrati
Comune e Questura insieme
Per i diritti degli immigrati
Sottoscritto oggi il protocollo operativo per l’istituzione di un coordinamento permanente sui temi dell’immigrazione. Nel rispetto della legge e nell’interesse dei cittadini stranieri, si cercheranno soluzioni per casi particolari
Sottoscritto oggi il protocollo operativo per l’istituzione di un coordinamento permanente sui temi dell’immigrazione. Nel rispetto della legge e nell’interesse dei cittadini stranieri, si cercheranno soluzioni per casi particolari
«La collaborazione tra funzionari del Comune e della Questura c’era già – afferma Marco Allegretti, il Dirigente dell’Ufficio Immigrazione – ma firmare un protocollo significa impegnare gli enti a una collaborazione anche futura, che più avanti, quando le persone saranno cambiate, sarà mantenuta ».
Per l’assessore Roberta Papi, firmataria a nome del Comune, l’esperienza genovese, che oggi acquisisce un maggior valore, «rappresenta una svolta culturale, in Italia, nella relazione tra enti con compiti istituzionali diversi, come nel caso della Questura, che vigila sul rispetto delle leggi, e del servizio sociale del Comune, che si occupa delle persone, che le accoglie».

Le leggi enunciano principi generali che si possono applicare senza problemi a quasi tutta la popolazione, ma la vita delle persone, specialmente se in condizioni particolari come, spesso, gli immigrati, non collima agevolmente con il reticolo delle normative. È necessario, perché l’applicazione della norma non costituisca in alcuni casi un’ingiustizia di fatto, guardare più nel dettaglio e cercare, nel rispetto del diritto, procedure più adeguate.
L’ispirazione alla base dell’accordo di oggi è perciò questa: cercare le soluzioni, entro i limiti di legge, che possano aiutare le persone straniere a far valere i propri diritti.

Si costituisce perciò ufficialmente un “tavolo di coordinamento permanente sui temi dell’immigrazione” che si riunirà con cadenza bimestrale, con ordini del giorno stabiliti di volta in volta secondo le necessità. La stessa composizione del tavolo è variabile: per affrontare questioni organizzative saranno presenti i dirigenti, mentre del dettaglio dell’intervento tecnico discuteranno gli operatori.
L’azione concreta è uno degli obiettivi; non sorprende perciò che la struttura sia elastica, adattabile alle esigenze che si presenteranno di volta in volta. La rapidità dello scambio di informazioni, in una situazione in cui lo stesso quadro normativo è quanto mai mutevole, è un altro scopo del tavolo, come la ricerca di procedure e di forme di collaborazione sempre più adeguate ed efficaci.

Il ruolo del Comune di Genova, nella partita dell’immigrazione, è di estrema importanza. Basti pensare che una su quattro persone che si rivolgono agli sportelli del servizio sociale non è italiana, come non lo è una su cinque di quelle assistite, e che a fine 2010 risultavano quasi quarantacinquemila stranieri non comunitari a Genova, cioè il sette per cento della popolazione. Sono numeri importanti che rendono necessario un intervento flessibile perché altrimenti sarebbe forte, per esempio, il rischio di emarginazione di persone che non riuscissero, pur avendone teoricamente il diritto, a ottenere il permesso di soggiorno.
C’è poi, non meno importante, un ruolo di coordinamento e di mediazione che l’ente ha assunto nel corso degli anni. Molte istituzioni, dalla parrocchia alla Provincia, dalla Comunità di Sant’Egidio all’Arci o al sindacato, si occupano degli stranieri. Il Comune ha rapporti con tutte ed è perciò il soggetto ideale per raccogliere i loro consigli e le loro segnalazioni e per essere, a nome della società genovese, l’interlocutore della Questura nell’interesse delle persone straniere, per favorire il loro inserimento e l’integrazione tra italiani e immigrati.

«È un ulteriore segnale – ribadisce Papi – che Genova, città dei diritti dell’accoglienza e della solidarietà, vuole dare al Paese in un momento in cui troppo spesso il protagonismo di sindaci-sceriffo sembra prevalere».
Genova
Foto di Francesca Puddu
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Fini a Genova: immigrazione e cittadinanza «Italiani popolo di migranti, non dimentichiamolo»

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Fini a Genova: immigrazione e cittadinanza
«Italiani popolo di migranti, non dimentichiamolo»
Fini a Genova: immigrazione e cittadinanza
«Italiani popolo di migranti, non dimentichiamolo»
Il presidente della Camera dei Deputati a Genova visita la mostra Mem del Museo del Mare, accompagnato dal sindaco. In mattinata l’incontro con gli angeli del fango :«Calorosa vicinanza a tutti i genovesi colpiti da questa tragedia»
Il presidente della Camera dei Deputati a Genova visita la mostra Mem del Museo del Mare, accompagnato dal sindaco. In mattinata l’incontro con gli angeli del fango :«Calorosa vicinanza a tutti i genovesi colpiti da questa tragedia»
Intensa giornata genovese per Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati, in visita quest’oggi nella nostra città. In mattinata ha incontrato alcune decine di volontari che in durante i giorni dell’alluvione sono intervenuti per ripulire Genova dal fango, ricevendo da loro una delle magliette “Non c’è Fango che tenga”: «L’intervento dell’uomo sul territorio deve avere un limite, e i fatti liguri ne sono la dimostrazione – ha dichiarato Fini – non esiste il diritto di distruggere il territorio, e la questione non deve oramai appartenere esclusivamente ad un partito piuttosto che ad un altro, deve essere un impegno della Politica». Durante la conversazione avuta con il sindaco Marta Vincenzi, il presidente ha espresso solidarietà per il dramma dell’alluvione, confermando tutto l’appoggio delle istituzioni alla popolazione genovese.

Nel primo pomeriggio il primo cittadino genovese ha accompagnato l’illustre ospite al Museo del Mare, per visitare, insieme a Maria Paola Profumo e Pierangelo Campodonico, rispettivamente Presidente e Direttore del museo, la mostra “MeM: Memoria e Migrazioni”, come già fatto nel 2009. L’occasione ha propiziato alcune riflessioni di Gianfranco Fini sul tema della cittadinanza agli stranieri nati nel nostro paese: «Il Presidente della Repubblica ha innescato un dibattito importantissimo su un tema molto delicato per il futuro della nostra società e del mondo intero. Personalmente credo che i meccanismi di attribuzione della cittadinanza non debbano tener conto solamente della nascita fisica su di un territorio, ma anche il compimento di un ciclo scolastico, della permanenza stabile di chi esercita la patria potestà nel rispetto delle leggi italiane, secondo lo ius soli temperato».

«Sono molto lieto della visita a questa mostra, qui a Genova – ha sottolineato la terza carica dello stato – poiché questa esposizione rende evidente il fatto che tutti noi siamo figli di immigrati: nel DNA del nostro popolo si trovano migliaia di pagine, migliaia di storie legate all’immigrazione, da nord a sud. Da ciò deriva l’alto valore pedagogico di questo prezioso lavoro museale, arricchito da interessanti momenti interattivi e multimediali. I problemi che devono affrontare gli immigrati di oggi, sono gli stessi con cui si sono confrontati i nostri padri».

Il presidente, incalzato dai giornalisti, si è espresso a tutto campo su molte tematiche politiche. «Monti ha dichiarato di volere fare presto, ma soprattutto di volere fare bene, questo è più importante dello Spread che non scende»; Legge elettorale: «Il governo attuale è prettamente legato ad interventi nel campo economico e finanziario, che dettano l’agenda in questo momento difficile, tuttavia credo che non si possa andare ad elezioni, che prevedo siano dopo la naturale fine della legislatura, con questa legge, che risulta indifendibile. C’è in ballo un referendum, quindi la questione non è eludibile»; Primavera Araba e situazione attuale in Egitto: «Per anni il mondo occidentale ha chiuso gli occhi sui dittatori arabi, perché considerati stabilizzatori, oggi non dobbiamo fare lo stesso errore con strutturazioni apparentemente democratiche: i diritti e la democrazia sono il frutto di un percorso, l’Iraq insegna che arrivare ad elezioni non significa essere democratici. Il grande assente in tutto ciò rimane l’Unione Europea». Berlusconi: «Non ho avuto più modo nè di sentirlo nè di vederlo»; Europa: «L’affermazione “se l’Italia crolla, crolla l’Europa” risulta evidente per il ruolo che il nostro paese ha da sempre svolto per arrivare all’Unione Europea, la quale però non deve rimanere solo un associazionismo bancario ed economico; andare avanti con vertici ristreti a solamente due o tre paesi è un rischio per tutti».

«Questa visita – ha commentato Marta Vincenzi – è significativa poiché da anni il presidente Fini ha alimentato un dibattito serio sulla cittadinanza, che ad oggi è una problematica che mette a rischio l’integrazione. Genova ha una presenza forte e radicata di immigrati che devono diventare cittadini a pieno titolo».
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Attracca a Genova nave dei rifugiatiNessun di loro rimarrà in Liguria

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Attracca a Genova nave dei rifugiati
Nessun di loro rimarrà in Liguria
Attracca a Genova nave dei rifugiati
Nessuno di loro rimarrà in Liguria
I rifugiati saranno diretti nelle altre Regioni del nord Italia. Emergenza umanitaria africana costante: il 25 agosto previsto un nuovo arrivo di 220 persone, 50 saranno accolte in Liguria
I rifugiati saranno diretti nelle altre Regioni del nord Italia. Emergenza umanitaria africana costante: il 25 agosto previsto un nuovo arrivo di 220 persone, 50 saranno accolte in Liguria
Arrivata in porto a Genova la nuova nave carica di rifugiati, provenienti da Lampedusa, l’isola italiana che oramai da mesi è in costante emergenza umanitaria. Sono circa 350 gli africani, per lo più di origine centro africana ma con residenza e contratto di lavoro in Libia, che sbarcheranno in Liguria, destinati però a centri di accoglienza  dislocati in altre regioni: Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.

“La situazione in nord africa è ancora molto instabile, e, grazia anche alle condizioni particolarmente favorevoli del mare, il flusso di migranti è notevole in questi giorni – afferma Gallinotti Maria Luisa, responsabile Protezione Civile Liguria – e infatti il 25 agosto è previsto l’attracco a Genova di un’altra nave, che porterà altre decine di persone: solo 40 o 50 si fermeranno in Liguria”.

Dove? Le infrastrutture previste e predisposte sul territorio del comune di Genova sono a tappo: per questo motivo Protezione Civile insieme a Regione Liguria, sta cercando luoghi nelle amministrazioni più piccole, tra quelle non ancora interessate a questo servizio di assistenza umanitaria temporanea.

”In questi giorni saranno inoltrati dei preavvisi di selezione in mondo che gli enti interessati abbiamo il tempo di trovare gli spazi adatti; a tutto il resto – ha specificato la Gallinotti - ci pensiamo noi: personale, logistica, strumentazione, assistenza”.

Il periodo di permanenza nelle strutture terminerà il 31 dicembre, data considerata necessaria per portare a termine tutte le procedure di regolarizzazione della posizione dei migranti, che riceveranno il permesso di soggiorno, per poter eventualmente cercare un lavoro o decidere di lasciare il nostro paese.

In questi primi mesi di accoglienza non si sono registrati problemi di rilievo: la maggior parte dei rifugiati, infatti, è stata costretta a scappare dalle loro case, molti avevano un lavoro, o comunque una professionalità che vogliono spendersi per ricostruirsi una vita: sono i primi, quindi, a volere tranquillità e vivere in una qualche “normalità”.

Nel complesso il sistema dunque regge, non senza le difficoltà del caso: una maggiore collaborazione di tutte le istituzioni avrebbe semplificato questo delicato lavoro di accoglienza umanitaria  Avere qualche caserma in più a disposizione per far fronte alle emergenze – conclude la responsabile di Protezione Civile Liguria - avrebbe sicuramente aiutato, ma la rete della solidarietà e dell’assistenza ancora una volta ha funzionato e continua a funzionare con ottimi risultati”

I fondi previsti per l’accoglienza, sono tutti di provenienza governativa: 46 euro al giorno per migrante, più un contributo di 700 euro per posto letto predisposto, distribuiti dalla regione agli enti che si fanno carico di questo fondamentale supporto umanitario

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Aumentano separazioni e divorziRaddoppiate le ore di Cassa integrazione

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Aumentano separazioni e divorzi
Raddoppiate le ore di Cassa integrazione
Pubblicato il notiziario statistico relativo al primo trimestre del 2011. Confermato il trend demografico negativo e il momento di difficoltà del mondo del lavoro. Cresce l’immigrazione, calano gli abbandoni della città. Bene il turismo in città
Pubblicato il notiziario statistico relativo al primo trimestre del 2011. Confermato il trend demografico negativo e il momento di difficoltà del mondo del lavoro. Cresce l’immigrazione, calano gli abbandoni della città. Bene il turismo in città
Genova città vecchia. Sarà pure un luogo comune ma i dati pubblicati dal notiziario statistico relativo ai primi tre mesi del 2011, confermano il lento e inesorabile calo demografico. Gli abitanti genovesi a fine marzo sono risultati 608.872 (53% di sesso femminile) , con una diminuzione delle nascite pari al 9,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, e un aumento dei decessi del 3,7%. Di conseguenza, il saldo  naturale si mantiene negativo passando, in 365 gironi, da -1.000 unità a -1.192.
A questo va ad aggiungersi il poco confortante quadro degli scioglimenti matrimoniali che crescono del 36,3%, oltre al calo delle celebrazioni nuziali (-4,7%).

Positive le cifre che arrivano dalle analisi dei dati migratori, con un saldo che passa da -178 unità di fine marzo 2010 a + 2.156 unità di fine marzo 2011. Le immigrazioni sono, infatti, aumentate del 34,1%, mentre crollano gli abbandoni della città (-36,2%).

Aumenta il traffico merci portuale. Nel primo trimestre del 2011 il movimento dei containers cresce complessivamente del 10,2%: +8,9% per gli sbarchi, +11,5% per gli imbarchi. Andando più nel dettaglio, per quanto riguarda le merci imbarcate, si registra una crescuita del 9,6% per bunkers e provviste, del 16,7% per gli oli minerali e rinfuse e del 9,4% per le merci in colli e a numero. Per le merci  sbarcate, invece, aumentano dell’1,2% gli oli minerali alla rinfusa, dell’11,6%  le merci in colli e a numero, e del 22,2% le altre rinfuse.

Lieve calo il traffico passeggeri, che comprende anche i semplici passaggi in transito: per traghetti e crociere diminuzione complessiva del 3,9%. Dati, per fortuna, bilanciati da un buon aumento sia degli arrivi degli  arrivi (+9,2%) sia delle presenze (+6,5%) negli esercizi di ricezione turistica all’interno del Comune. Sale la componente straniera: +8,5% per la toccata e fuga, +10,2% per chi sceglie di passare in città qualche giorno in più.

Inevitabilmente negativi i numeri che riguardano il mondo del lavoro, tenuto conto dell’attuale congiuntura economica mondiale di crisi. Nel periodo gennaio-marzo 2011 in provincia di Genova è più che raddoppiato il numero di ore autorizzate dalla Cassa Integrazione Guadagni (+114,3%): un aumento statisticamente inevitabile data la considerevole crescita degli interventi straordinari (+286,2%), a fronte, tuttavia, di una flessione di quelli ordinari (-33,3%).

Infine, aumenta il tasso di inflazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) relativo alla città di Genova (calcolato al lordo dei consumi di tabacco), che raggiunge a marzo 2011 un valore pari al 2,4%.
Genova
Foto: www.ami-avvocati.it
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Arrivati 381 profughi: 41 in via delle FontaneTra qualche giorno andranno a La Spezia

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Arrivati 381 profughi: 41 in via delle Fontane
Tra qualche giorno andranno a La Spezia
Arrivati 381 profughi: 41 andranno a La Spezia
Sbarcati stamattina da Lampedusa, sono destinati ai centri d'accoglienza del Nord Italia. Dopo l'assistenza dei volontari di Protezione Civile e Croce Rossa un contingente sarà portato nello spezzino. In tutta la Regione finora ospitate 547 persone
Sbarcati stamattina da Lampedusa, sono destinati ai centri d'accoglienza del Nord Italia. Dopo l'assistenza dei volontari di Protezione Civile e Croce Rossa un contingente sarà portato nello spezzino. In tutta la Regione finora ospitate 547 persone
Sono arrivati questa mattina a Voltri a bordo della motonave Moby Fantasy proveniente da Lampedusa, 381 profughi destinati ai centri d'accoglienza di Lombardia, Emilia Romagna, Friuli e Piemonte. Un contingente di 41 persone resterà invece in Liguria. Gli immigrati saranno ospitati per qualche giorno nella palestra di via delle Fontane, sotto l'assistenza dei volontari di Croce Rossa e Protezione Civile, in attesa che vengano completati i lavori di messa a norma della struttura dello spezzino, di propietà dell'Asl.

Al momento dello sbarco due profughi hanno accusato lievi malori e sono stati portati al Pronto Soccorso dell'Ospedale Galliera per accertamenti. Una volta dimessi raggiungeranno il punto d'accoglienza a pochi passi da piazza dell'Annunziata. Uno di loro era già destinato alla permenanza in Liguria, il secondo si aggiungerà al contigente che inizialmente avrebbe dovuto prevedere 40 persone. 

Il numero di profughi accolti finora in tutta la Regione sale così a 447.

S.D. 
* Fotoservizio di Mimmo Giordano
Genova
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Ogni due nascite quattro funerali La città “regge” grazie agli immigrati

immigrati
Ogni due nascite quattro funerali
La città “regge” grazie agli immigrati
Ogni 2 nascite, 4 funerali
Avanti grazie a immigrati
Per la gestione dei 35 cimiteri genovesi una spesa corrente di oltre 5 milioni di euro l'anno e investimenti per circa 115 mila euro. Per il “monumentale” di Staglieno appena stanziati 2 milioni per lavori all'ingresso e per l'accoglienza
Oltre 5 milioni di euro l'anno per i 35 cimiteri genovesi. Staglieno: lavori a ingresso e accoglienza
Fa uno strano effetto pensare che a Genova per ogni due nascite ci siano quattro funerali. Si tratta di una tendenza negativa di cui soffre da molti decenni la nostra città.
Non mancano, però, segnali di un incoraggiante seppur lieve inversione di tendenza: nel biennio 2009-2010 i decessi sono diminuiti di 68 unità, passando da 9.303 nel 2009 (maschi 4.388, femmine 4.915); a 9.235 nel 2010 (maschi 4.331, femmine 4.904). È solo grazie all’immigrazione (+23,6 %), se si riesce a contenere l’emorragia di abitanti al -0,3%, in quanto il saldo naturale tra morti e nati continua a mantenersi negativo passando da -3.678 unità di fine 2009, a -3.712 di fine 2010.

Per coloro che vengono colpiti da un lutto, Genova dispone di 35 cimiteri che assicurano ogni anno un numero importante di servizi: 20.683 solo nel 2010. Oltre alle sepolture, infatti, vengono effettuate tutta una serie di operazioni previste dal Regolamento di Polizia Mortuaria (esumazioni, avvio a cremazione, ecc.) che vengono effettuate quotidianamente dagli addetti. 
E ci sono importanti novità all’orizzonte per i cittadini genovesi: in autunno, ad esempio, l’inaugurazione del nuovo Tempio Laico (investimento di 267.751,00 euro), uno spazio dove sarà possibile organizzare cerimonie non religiose ed allestire eventi culturali.

Nelle scorse settimane, inoltre, la Giunta ha approvato il progetto “Accoglienza” per il cimitero monumentale di Staglieno, che prevede un investimento di circa 1 milione di euro per recuperare tutta la zona di ingresso, lato fioristi, modificando l’organizzazione dei servizi per mettere fine alla “forzata coabitazione” tra cortei funebri e turisti e visitatori interessati alla parte monumentale del cimitero. 
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L'ingresso al Cimitero Monumentale di Staglieno
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